Di Adriana Coralluzzo Chiacchierando con quattro amici al bar Nel corso dei vari numeri di Unico ho incontrato svariati personaggi politici della zona ma non ho mai dato voce ai cittadini. Frequentando un noto bar della Laura – Capaccio-Paestum ho ascoltato numerosi malcontenti dovuti alla situazione di abbandono e degrado in cui versa la zona. Chi meglio dei signori che frequentano le attività commerciali dal 1944 possono fornire un resoconto di esperienza vissuta. La memoria storica del Sig. A. rivendica uno splendore turistico: “qua negl’anni ’70 c’erano 60mila, 70mila persone, a quel tempo c’era il turismo perché tutti gli accampatori stavano nella fascia pinetaria. Io ho lavorato con la Provincia alla manutenzione della pineta eravamo 19 operai. Io avevo un direttore dei lavori al tempo che fece un progetto: da Campolongo fino ad Agropoli, fare una duna di 18 metri di larghezza e 9 metri di altezza. Il costo era di 2 miliardi, dal 1987 non si è fatto più niente. I pini sono morti perché sono attaccati dal processuale un insetto bianco che mettendosi in fila riesce ad estendersi per decine di metri. Inoltre secondo il mio parere l’acqua salmastra attacca le radici e fa morire le piante, tutta la legna che cade la lasciano marcire lì quando potrebbe essere venduta ai privati o alle aziende. La zona è stata abbandonata, non è valorizzata. Gli albergatori non si interessano del turismo. Per non parlare dei fitti, sono troppo cari 4000 euro al mese per una villetta, allora la gente non viene più qui”. Poi racconta un episodio misterioso: “da piccolo mi trovavo all’angolo dove adesso c’è la Tenuta Lupò, stavo giocando con una palla di pezza e toccai una mattonella casa greca che cadde, uscì il proprietario Lupo e chiamò mio zio e disse: devi immediatamente coprire quella mattonella. Non si seppe mai il motivo”. Il Sig. A. non è l’unico a lamentare problemi di gestione, di sicuro la Laura potrebbe essere il fiore all’occhiello della fascia costiera di Capaccio – Paestum, si potrebbe estendere la luminosità degli alberghi a tante stelle anche alle strisce di Gaza che intervallano le strutture. È ridicolo vedere un marciapiede extralussuoso finire dove finisce l’hotel, come se il turista potesse volare per andare a prendere un caffè o arrivare al mare. Un circuito pedonale potrebbe agevolare il percorso dei bagnanti dal famoso semaforo della Laura al mare, invece di smoggare per arrivare con le ruote della propria auto fino alla sabbia. La valorizzazione della pineta poi è un discorso vecchio come i pini piantati dopo la seconda guerra mondiale. Esiste un’attrazione il tree climbing (arrampicata) cara soprattutto agl’inventori americani, ma che ha preso piede anche qui in Europa, che potrebbe essere realizzata proprio tra le fitte trame della pineta per fornire al turismo d’avventura ed escursionismo un’attività ad un passo dal proprio hotel. Un percorso di 5 km che collega la Laura all’area archeologica di Paestum che racchiude turismo balneare, culturale ed escursionismo è troppo difficile da realizzare, o forse da pensare. Non c’è miglior chiave che la volontà di aprire una porta citazione di Hasier Agirre.
Aggiungi un commento