Nel vicolo cieco dell’incertezza la gestione amministrativa di Capaccio da parte di una maggioranza che il sindaco Italo Voza insiste nel tenere coesa ma che appare dissestata come molta parte delle strade sul territorio. Con l’incapacità di chi chiede un cambio di passo come l’azzeramento delle cariche di far emergere un indirizzo politico in grado di assicurare la risoluzione delle problematiche richiamate invano da una cittadinanza oramai indifferente dinnanzi ai tentativi di sfiducia nel riguardi del primo cittadino fino ad ora non portati a termine. Con la successiva fiducia richiesta da Italo Voza ed a lui accordata quale sindaco in carica che è cosa diversa dal remare tutti nella medesima direzione. La stessa opposizione, compatta quanto si vuole o intende fare credere, non riesce a far comprendere le motivazioni che hanno ispirato l’ennesimo tentativo di ribaltone con consiglieri di maggioranza poi, frettolosamente, ritrovatisi di nuovo alla corte di un Italo Voza che pur non curandosi di chi lo ostacola è costretto a tenere in debita considerazione i numeri dell’assise comunale per evitare la spada di Damocle della sfiducia. Ed il suo annuncio di volersi ricandidare nel 2017 a sindaco di Capaccio certamente rinnova gli asti da parte di chi a tale carica aspira non solo dall’esterno della maggioranza. Appetiti che frenano la competitività di una azione amministrativa in cui gli annunci di opere pubbliche si susseguono unitamente ad alcune retromarce, quali il bando per i rifiuti già promulgato, che lasciano declinare a molti l’antico adagio “era meglio quando si stava peggio”. Con il peggio riferito anche alle eredità delle precedenti amministrazioni che Italo Voza ha in cassa e non riesce spesso ad affrontare perché, innegabilmente, molti dei suoi compagni di viaggio in seno all’attuale amministrazione c’erano pure in precedenza. Così rispuntano anche politici del passato piu’ o meno recente, come il già sindaco Enzo Sica, decisi a ricandidarsi alla guida di Capaccio. Con i cittadini i quali appaiono piu’ che distratti incapaci di avvicinarsi con passione alla gestione della res pubblica che resta gioco in mano a pochi per non dire gi stessi. Alla vigilia di una competizione per le elezioni regionali che potrebbe creare ulteriori imbarazzi sia al sindaco, orfano della candidatura di Franco alfieri per cui aveva già iniziato a spendersi. che ai consiglieri considerate le divisioni interne alle coalizioni in campo ma anche rapporti trasversali che sminano ogni dubbio sul fatto che a Capaccio l’accordo tra chi fa politica è piu’ volatile dell’esistenza di una farfalla. Con troppe rondini che hanno fatto una primavera ricca di ombre e povera di progettualità che denotano una carenza di classe dirigente. Con Capaccio costretta a guardare ad altri lidi, non solo Salerno, Napoli e Roma ma anche ad un tiro di schioppo, per poter programmare almeno la gestione dell’esistente. Mentre imprese e famiglie continuano a patire la crisi senza poter fare affidamento, come al contrario avviene altrove, su chi dovrebbe, gli amministratori locali, alleviare le loro difficoltà