Era il 2012 quando Franco Aflieri, sindaco di Agropoli, e Italo Voza, sindaco di Capaccio Paestum stringevano un accordo per collegare i due comuni nell’ambito di una strategia logistica per il rilancio del territorio e del suo sviluppo economico. Da allora i due hanno sempre conservato un rapporto di buon vicinato senza mai risparmiarsi apprezzamenti tipici di un reciproco senso delle istituzioni. Tutto sembra cambiare quando nell’aprile del 2017, con l’approssimarsi delle elezioni amministrative a Capaccio Paestum, Franco Alfieri, nel frattempo passato alla Regione nello staff del governatore Vincenzo De Luca, si esprime così nei confronti di Voza che stava lavorando alla liste del PD “C’è una vicenda tutta aperta, ma come Partito Democratico non stiamo dando una buona prova – e poi ancora – Troviamo candidati del PD in ogni raggruppamento – riferendosi a Voza – anche in quelli marcatamente di centro destra. E’ stata gestita molto male la vicenda ma ci auguriamo che il PD nei prossimi giorni faccia sintesi e soprattutto si presenti compatto, se possibile, onorando il simbolo e tenendo fede alle coalizioni di centro sinistra”. In particolar modo Alfieri lamentava il fatto che Voza avesse preteso il simbolo senza fare il primarie con l’altro competitor Franco Palumbo, anch’esso candidato a sindaco di Capaccio Paestum e tesserato PD. Questo passaggio ha gelato i buoni rapporti fra i due ma, nonostante ciò, non ha impedito una fiera collaborazione qualche mese dopo. Infatti, il 30 maggio dello stesso anno, in piena campagna elettorale, nel comizio tenutosi nella contrada Gromola, Alfieri, Cerratani e Picarone esordiscono in favore di Voza nel nome del PD. Contraddizione che non è passata inosservata agli occhi degli osservatori più attenti, anche se si è avuta la sensazione che, per onor di Partito, Alfieri abbia deciso di sponsorizzare Voza. Ma questo, ovviamente, rimane nel campo delle ipotesi. Quello che invece è certo, è stata la volontà di giocarsi la carta Alfieri in piene elezioni, cercando così di accaparrarsi il consenso degli indecisi. Ma ciò che risulta più singolare col senno di poi, è che nonostante Alfieri già avesse all’epoca dei fatti vicende giudiziari passate a furor di cronaca, compreso la querelle con la famiglia Vassallo, nessuno disse nulla. Oggi invece ci si ricorda di vicende che all’epoca non furono prese in considerazione per ragioni politiche e di opportunità personali. E proprio Voza sul palco di Gromola, lusingato dalla presenza dei tre (Alfieri, Cerratani e Picarone), disse “Avere qui al mio fianco queste personalità è il sintomo di quello che è il mio intento: rapportarmi a livello istituzionale con la Regione affinché si realizzino i progetti che abbiamo nel cassetto. Sono Sicuro che Alfieri ci rappresenterà a Roma.. Noi sosterremmo Franco Alfieri dova ha deciso di candidarsi: che sia la regione, la camera o il Senato. Perché ha dimostrato di essere un grande”. E Alfieri a Voza “E’ un sindaco che merita la riconferma per il lavoro che ha svolto e per i progetti che ha avviato e che merita di portare avanti”. Insomma, pareva che la profonda stima e riconoscenza per le cose fatte, erano indiscutibili fra i due; a maggior ragione se certe cose le si dicono in una piazza piena di gente che ascolta e talvolta prende sul serio le prole che si dicono. Ma è la politica bellezza!
Ora, che siamo nel 2019, i supporters di uno, strumentalmente si ricordano del caso Vassallo (come detto ignorato due anni prima) e dell’altro Voza è stato il peggior sindaco insieme a Sica.
Le contraddizioni sembrano essere equivalenti, anche se strumentalizzare a proprio piacimento la vicenda Vassallo sembra un tantino imbarazzante e controproducente.