Tra tanti volti “abusati” sono saliti alla ribalta di questo lungo inverno nella città dei templi: Pasquale Marino, Enzo Sica, Mauro Gnazzo, Antonio Marturano, Italo Voza, Franco Alfieri,… ma anche due volti nuovi, Donatella Raeli, Ernesto Franco e Oscar Nicodemo.
La cosa interessante, relativamente alla Raeli, è che oltre ad essere stata individuata dal sindaco uscente, Franco Palumbo, è anche una donna!
L’esercito dei candidati di complemento ai protagonisti ha sempre potuto contare su un numero consistente appartenente al gentil sesso con una percentuale che è riuscita ad entrare in consiglio comunale.
I vari sindaci, poi, non hanno mai fatto mancare l’apporto femminile nelle giunte che li hanno affiancati. E bisogna riconoscerlo che tutte le protagoniste, sia elette sia chiamate a svolgere ruoli operativi come assessore, non hanno demeritato rapportandosi con le realtà sociali ed economiche del territorio con dedizione e spirito collaborativo.
Mi piace ricordarne alcune a partire da Maria Antonietta Grandazzo, Marilena Montefusco e Teresa Palmieri …
Nel caso di Nicodemo, vale la pena ricordare che è un giornalista, scrittore, pittore, attore … e, al contrario della Raeli, è ben noto come soggetto di rilievo pubblico nella realtà capaccese – pestana.
Per Ernesto Franco il discorso è diverso, come diverso è l’approccio del movimento 5 Stelle di cui è parte. Infatti non è nuovo nell’agone politico del territorio ma questa volta vorrebbe svolgerlo da protagonista in prima persona.
Non è dato sapere chi dei candidati si presenterà al nastro di partenza, ma un dato è evidente a scorrere l’elenco: si tratta per lo più di personaggi che hanno già esercitato il ruolo di sindaco ed hanno “fallito” l’obiettivo di dare continuità alla loro azione amministrativa facendosi deporre da quelli che loro stessi avevano messi a loro fianco.
Questa “tara” è un biglietto da visita che lascia dubbi vigorosi sulla possibilità di avere successo in futuro.
Allo stesso tempo, appare improbabile che chi non ne è stato toccato finora possa dirsene immune visto che il metodo con cui approcciano la loro discesa in campo non presenta novità sostanziali nella scelta dei candidati che dovranno affiancarli nella corsa.
Si tratta di un rompicapo che solo mettendo in campo idee “geniali” potrà essere risolto.
Il tempo per immaginare soluzioni c’è, per cui invece di continuare a sondare la disponibilità di candidati in liste senza identità si passi a confrontarsi su cosa potrà unire in un unico progetto di futuro per Capaccio Paestum le intelligenze migliori e di buona volontà che pure ci sono in giro.
Si tratterebbe di un’impresa quasi impossibile, ma l’esperienza di Palumbo insegna che quando si vanno a toccare le corde sensibili dell’elettorato si trova sempre un certo consenso la cui portata varia dalle fasi storiche: a Gigino Di Lascio andò male, a Franco Palumbo … bene!