Trovandomi fuori sede per un impegno assunto in precedenza, non ho potuto onorare l’invito di Vincenzo Mari a partecipare all’ennesimo concerto organizzato a Capaccio Capoluogo.
Ma Vincenzo non è uomo che si arrende facilmente, ed ecco che si presenta nel mio ufficio, per omaggiarmi del DVD con la registrazione dell’evento tenutosi nel ristorante Centrale di Capaccio paese di Raffaele Sarnicola, il fratello Francesco e Fausto Tommasino.
Essendo un evento privato, Mari rinuncia alla classica apertura con l’inno di Mameli e fa partire il programma musicale con il Nabucco di Giuseppe Verdi per omaggiare il “più grande musicista di tutti i tempi”. Negli anni ’50 ci fu un movimento popolare che sostenne con vigore di sostituire l’inno nazionale proprio con il Nabucco. Il fatto non si concretizzò ma Mari, in qualche modo, si è presa la soddisfazione di farlo in questa occasione. Inoltre, ha promesso che in ogni manifestazione privata sarà, da questo momento in avanti, sempre il Nabucco ad aprire l’evento …
Come al solito Mari ha curato in ogni particolare la scaletta dei brani proposti dagli artisti, musicisti e voci, che si sono alternati sulla semplice ribalta allestita all’interno del ristorante con tutti gli ospiti seduti ai tavoli posti a corona già pronti per accogliere tutto ciò che di buono lo chef ha preparato nella cucina adiacente alla sala dove i tavoli sono stati sistemati per garantire a tutti un posto in “prima fila”.
È giusto segnalare uno per uno gli artisti che si sono esibiti cantando e suonando brani di Verdi, Mozart, Piovani, Giordano, Puccini, Schubert, NeriBixio, Paolo Tosti, M. Jorre, Lehar, Lara, Gounod, Ortolani, Rondrico, e un mix di brani napoletani. Ecco i protagonisti dell’esibizione: il tenore Danile Zanfardino, il soprano Antonella De Chiara, alla tromba solista Donino Gaudieri, e la capaccese Sabina Mauro al Piano che oltre ad accompagnare i colleghi ha eseguito il Notturno Op. 9 n° 2 di Schubert.
Nel corso della manifestazione Mari ha voluto anche leggere una missiva del compianto Avv. Alfredo De Marco. Viene anche letta da Ercole Garofalo una lettera di Mario Taddeo che vive in Argentina e scritta per ringraziarlo delle emozioni che visse in occasione di un concerto all’Hotel Excelsior di Capaccio.
Toccante il momento in cui Gaetano Fasolino ha letto il ricordo di come Rocco Mari, fratello di Vincenzo, rifiutò di aderire alla Repubblica di Salò e fu estradato in un campo di concentramento in Germania. Poi tornerà in Capaccio nel 1945 alla fine della guerra dopo la caduta di Hitler e la sconfitta del nazismo. Morirà dopo circa un anno …
Ovviamente, non è facile raccontare un evento al quale non si è preso parte direttamente, ma nel caso in oggetto mi è bastato chiudere gli occhi per tornare con il pensiero alle infinite volte che Vincenzo Mari mi ha invitato alle sue manifestazioni per ritornare nei luoghi che lo hanno visto protagonista al chiuso, come la chiesa del Convento o l’hotel Excelsior, o all’aperto su Piazza Tempone o nel campo da tennis in occasione dei concerti delle notte di San Lorenzo, sempre a Capaccio capoluogo.
In ogni occasione ho sempre ammirato il puntiglio del burbero Mari che non nasconde mai la sua tensione prima e durante i concerti. Gestisce ogni aspetto, dalla scaletta affidata agli artisti ai testi consegnati e corretti a mano per limarli fino all’ultimo momento; dalle targhe e i fiori da consegnare agli artisti, ai saluti alle autorità presenti affidati ai presentatori; dai posti riservati ai saluti agli invitati chiamati più volte, uno ad uno per ottenere assicurazioni sulla presenza …
Non mi meraviglierei se Mari sia entrato anche in cucina decine di volte per controllare l’impiattamento delle portate!
Insomma un uomo che lascia poco al caso quando si tratta di organizzare un concerto. In questa precisione ho sempre riconosciuto il “prototipo” dell’uomo al quale dovremmo molto più spesso guardare quando organizziamo qualcosa.
Invece, capita molto spesso che c’è sciatteria sia nella fase preliminare sia durante l’evolversi della manifestazione. Come, per esempio, il vezzo tutto meridionale dell’ora di tolleranza nel dare inizio agli incontri sia pubblici che privati.
Vincenzo Mari è un uomo da mettere fin da subito nel pantheon dei personaggi pubblici capaccesi che hanno dato e daranno sempre lustro al luogo che lo ha visto nascere, crescere e vivere in pieno un’esistenza con poche sbavature ma infinite occasioni musicali donate alla Città dei templi.
Ancora cento di questi concerti e noi tutti ci auguriamo di potervi assistere …
VA’ PENSIERO
Va’, pensiero, sull’ali dorate;
Va’, ti posa sui clivi, sui colli,
Ove olezzano tepide e molli
L’aure dolci del suolo natal!
Di Sïonne le torri atterrate…
Oh mia patria sì bella e perduta!
Oh membranza sì cara e fatal!
Arpa d’or dei fatidici vati,
Perché muta dal salice pendi?
Le memorie nel petto riaccendi,
Ci favella del tempo che fu!
O simile di Solima ai fati
Traggi un suono di crudo lamento,
O t’ispiri il Signore un concento
Che ne infonda al patire virtù!
La grande musica e il bel canto sono cibo dell’anima.