Di Lucio Capo Il “Disastro” di Paestum, non sono solo le case abusive costruite nella 220, così come ha denunciato il Direttore Gabriel Zuchtriegel, ma anche la visione miope del Ministero della Cultura, che non compra “Villa Salati” ed abdica alla sua missione costituzionale, di ridare unitarietà pubblica a Paestum, condannando il Parco Archeologico alla distruzione. Con la mancata acquisizione di “Villa Salati” Paestum si arricchisce di un ulteriore misfatto. Come volevasi dimostrare, tutti quelli che si pavoneggiano sulle loro poltrone damascate di cultura e si riempiono la bocca di promozione e valorizzazione dei Beni Culturali, non sono altro che “Chiacchiere e Distintivo”, così come Al Capone, interpretato da Robert De Niro, apostrofava Kevin Costner, nei panni di Eliot Ness, nel famoso film “Gli Intoccabili” di Brian De Palma. Gli “Intoccabili”, presunti promotori e difensori della Cultura Nostrana, non hanno voluto investire quattro soldi per tutelare, salvaguardare e rendere fruibile ai “CITTADINI” un Bene Culturale fondamentale per la comprensione della storia e della vita della Città più Bella della Magna Grecia. Gli stessi “Intoccabili” però hanno sperperato milioni di euro per costruire parcheggi vuoti, corridoi in tech, strade sopraelevate e ammennicoli vari. Gli stessi “Intoccabili” hanno sperperato un milione di euro per costruire un marciapiedi che collega diruti e fatiscenti capannoni costruiti su Santuari Venerati e il borgo abusivo della Torre. Gli stessi “Intoccabili” hanno sperperato un milione di euro per comprare “Palle Geodediche” montate, smontate e rimondate a ridosso del Tempio di Atena. Gli stessi “Intoccabili” sperpereranno 38milioni di euro per far non so cosa nell’Area Archeologica, per ritrovarci tra qualche hanno qualche “intoccabile” che denuncerà malefatte e crolli di controsoffitti nel Museo Archeologico Nazionale, il Museo più brutto del mondo Terraqueo, così come è stato definito dal “Magnifico Archeologo Greco”. Uno dei motivi ostativi all’acquisto di “Villa Salati” è stato il prezzo eccessivo, secondo gli “Intoccabili” di cui sopra, e, l’ulteriore spesa di consolidamento, di restauro e recupero dei manufatti. Comprare e Valorizzare “Villa Salati”, per il Ministero dei Beni culturali, è troppo costoso. Però lo stesso Ministero e gli “Intoccabili” che ne fanno parte, godono nel buttare i milioni del popolo per opere inutili nel Museo, sprecare soldi del popolo nella sistemazione della Cirio, costata 3milioni di euro, incassare 4milioni di euro del popolo per non costruire un sottopasso ferroviario, buttare denari del popolo nella pitturazione delle Torri 27 e 28, costata 2milioni di euro, regalare, previo ricevuta, qualche milione di euro del popolo per qualche allestimento d’arte carrellato e manifestazioni enogastronomiche per gozzovigli piccolo-borghesi… ma come diceva Antonio Albanese in un famoso sketch, con musichetta e balletto armonioso, dopo aver fatto roteare ed ossigenare il vino nel calice deputato, ne individuava il colore rosso e nel contempo ne descriveva le caratteristiche organolettiche…”fa Cagare!”. Il mancato acquisto di “Villa Salati” da parte del Ministero, diretto con piglio e cipiglio da Dario Franceschini, non deve farci preoccupare, in quanto “Villa Salati” non si configura come azione di interesse pubblico dello Stato. Dobbiamo stare “Sereni” perché la Soprintendenza ci tiene a far sapere che i loro “Intoccabbili Funzionari” saranno vigili e inflessibili nel reprimere qualsivoglia abuso su “Villa Salati”, così come è avvenuto per tutti gli abusi e le illegalità perpetrate nella 220, dal 1957 ad oggi. Dal Ministero della Cultura si ribadisce che “ La proprietà di “Villa Salati” è sottoposta a regime di vincolo archeologico e architettonico diretto e ricada inoltre nell’area sogetta alla legge 220/1957, che dispone l’inedificabilità assoluta all’interno della Città Antica di Paestum e nell’area di rispetto corrispondente ad un chilometro dalle mura. Tali dispositivi di tutela impongono che il complesso di “Villa Salati” venga preservato nelle sue forme attuali e che venga destinato ad usi compatibilità con valenza storica,archeologica e monumentale del bene, condizioni imprescindibili che gli Enti ministeriali preposti assicureranno attraverso una vigile e attenta azione di tutela”. A sentire queste parole ci scappa un bel ma va fan………o. Almeno pretendiamo di fare da “Wedding planner”, per quando la società di origine “Vesuviana” organizzerà banchetti nuziali, festini e eventi istituzionali, presenziati dagli “Intoccabili” preposti alla tutela.
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