Le ultime notizie di cronaca relative alla guerra in Ucraina hanno fatto riemergere paure che sembravano non dovessero più far parte di questi tempi. In passato di conflitti ce ne sono stati diversi, a livello nazionale, ma anche locale, per quanto attiene al Vallo di Diano.
Si tratta, in particolare, di 2 assedi avvenuti, rispettivamente, nel 1431 e nel 1497 a Diano (antico nome di Teggiano). Due eventi di diversa entità descritti, tra gli altri, dal compianto storico napoletano/teggianese Arturo Didier e con comune denominatore i Sanseverino. Famiglia nobile che ha fortemente segnato la storia di Teggiano.
Andando con ordine, nel 1431 a Diano (Teggiano) si verificò lo scontro armato tra un piccolo presidio militare locale, appartenente ai conti Sanseverino, ed uno capeggiato dal conte di Buccino, vice gerente regio del governo della regina Giovanna II d’Angiò.
All’epoca il centro storico teggianese era caratterizzato da mura e torri, rappresentando una vera e propria fortezza.
Il conte di Buccino riuscì a sbaragliare i soldati che presidiavano la fortezza, entrando in paese ed imponendo i patti della resa.
Per tutto il ‘400 Diano fu teatro di congiure e assedi e la fine del secolo vide uno scontro che pose il paese al centro dell’attenzione di tutta l’Italia.
Ad affrontarsi il principe Antonello Sanseverino ed il re di Napoli Federico d’Aragona.
Si tratta dell’evento più importante della storia del Vallo di Diano. L’Assedio di Diano si svolse dal 3 novembre al 17 dicembre 1497 e vide coinvolte politicamente tutte le più importanti potenze nazionali, dalla Repubblica di Venezia al ducato di Milano, dallo Stato Pontificio al Regno di Napoli.
Il sovrano si recò nell’antica Teggiano col suo esercito per catturare e sconfiggere definitivamente Antonello Sanseverino, uno dei più potenti nobili del Regno, principe di Salerno, signore del feudo di Diano, vicino agli angioni francesi e ribelle alla monarchia aragonese. Al riguardo si rese promotore contro di essa della famosa Congiura dei Baroni del 1485.
L’evento ebbe momenti cruenti, con morti e feriti da una parte e dall’altra.
I 44 giorni di battaglia furono da colpi di cannone, paure, strategie ed eventi straordinari.
Tra essi un episodio che, come spesso avviene, aleggia tra leggenda e realtà. I soldati aragonesi, infatti, avrebbero raccontato di aver visto un monaco nel cielo che bloccava le palle di cannone esplose in direzione del castello di Diano.
E si sarebbe trattato di San Cono, patrono del paese e della Diocesi di Teggiano-Policastro.
Anche per queste ragioni, nella cappella dedicata al santo presente nella Cattedrale di Teggiano, oltre alle reliquie di San Cono, sono conservate delle palle di cannone.
Tornando ai fatti bellici, lo scontro si concluse, inaspettatamente, con la resa di Federico, solo perché il principe Sanseverino, per la sua politica antiaragonese, era protetto dal Doge di Venezia, da Ludovico il Moro duca di Milano e dal papa Alessandro VI.
Per strategia, il re d’Aragona concesse ad Antonello Sanseverino e ai cittadini di Diano l’indulto regio che li esentava da ogni condanna.