Parto dal bar centrale di Stio. L’agorà del paese è tutta qui. È il 25 aprile, di primo pomeriggio, un giorno di festa, sono tornati molti emigrati, soprattutto salernitani e battipagliesi, così prima o poi tra questi tavolini, un caffè e un saluto agli amici, ci passeranno tutti. Il locale è già pieno di donne: sono giovani e belle. E’ la prima smentita alla vecchia immagine di un Cilento interno ancora immobile e tradizionalista. Non a caso S. Pasquale Baylon, il santo delle donne, è il protettore di Stio. E così il mio primo incontro è in rosa, con Angelo Trotta, fotografo, che ha poco più di settant’anni ed ha raccolto nel libro “Sposi dell’Alto Cilento”, 322 scatti di matrimoni cilentani degli anni Sessanta e Settanta. Per lui è semplicemente il libro delle spose. La parte descrittiva è tradotta finanche in finlandese. Gorga, la frazione, è a poco meno di un paio di chilometri. Gorga, gorges, fiotto d’acqua dal latino, c’è da poco da avere dubbi: qui è, a 895 metri d’altitudine sul monte “Le corne”, dove nasce l’Alento. Cilento viene da Alento, ormai gli studiosi non hanno più dubbi. Nell’area pic nic posta all’ingresso della località la famiglia di Albino Santangelo è impegnata, con altre famiglie amiche, al barbecue ed arrostire carne. ‘Dovete favorire.’, resistiamo, ma brindiamo volentieri con un goccio della loro grappa. La nostra visita al borgo – culla del Cilento diventa così più allegra. E sciami di ragazzine (‘Hanno la bellezza di Nausica.’ Direbbe Giuseppe Liuccio) rendono il paesaggio decisamente gradevole. La mia “scorta” comprende l’ex sindaco Natalino Barbato, l’attuale Pasquale Caroccia, il vicesindaco D’Ambrosio e l’assessore Trotta. Tre case contadine, caprette e pecorelle al pascolo, spuntano le abitazioni dell’ottima borghesia terriera. Tutta di pietra e di grande pregio è la prima delle case Lettieri. Sono passati cinque secoli da quando il grande grammatico Camillio Valio dichiarò come “Gurga mihi patria est, gelidis uberrima Iyuphis. Quam cingunt colles, subter devolvitur Amnis. Qui caput Halenti…”. L’Alento, Nobilis Amnis come lo chiama Cicerone in una lettera a Trebazio, è storicamente importante per avere ospitato la civiltà eleatica, quella di Parmenide e Zenone. L’Alento nasce qui a Gorga. Acqua, storia e allegria, integrità di costumi di vita e di ambienti naturali. E grandi scorpacciate di capra bollita, il piatto tradizionale del luogo, e degli straordinari “fagioli della Regina”.
Stio e Gorga non sono la stessa cosa
Il punto di differenziazione è nel dialetto. E’ più largo di quello che parlano dall’altra parte della “Sella”, oltre la collina e dove c’è il paese di Stio. A Gorga è più vicino al napoletano che alla classica inflessione cilentana e lucana. Il patrono è San Gennaro, c’era il convento di S. Maria del Soccorso e c’è la cappella di S. Maria della Salute. I cognomi più diffusi? Santangelo ed Infante, più Partenope di così si muore. ‘Quando parlano a Gorga tra di loro ti sembra di stare a S.Lucia.’ dicono (invidiosi?) a Stio.
Quando il medico di casa reale vi portò Fanfani
‘Sposò una contessa Caetani, la medicina e la Democrazia Cristiana e non lo fermò più nessuno.’ dicono ancora oggi a Gorga quando parlano di Raffaele Lettieri. Grazie a lui, fino a quasi tutti gli anni Cinquanta Gorga fu la vera capitale politica del Cilento. Fece costruire una scuola con 50 aule, e poi strade ed aprì cantieri che hanno fatto vivere per decenni tante famiglie della zona. ‘Nel 1954, Amintore Fanfani, fu, per quattro giorni, ospite a casa Lettieri a Gorga. In groppa ad un asinello girò per diversi paesi. Venne a rendersi conto di persona di quello che il Cilento aveva bisogno.’ racconta zio Ciccio, che dell’onorevole Lettieri fu fattore-segretario e, vista la mole, anche guardaspalle. ‘Dirigeva cinque cliniche, il Da Procida di Salerno e, in tutta la sua carriera, ha fatto più di 45 mila interventi chirurgici.’ aggiunge ancora. Già medico dei Savoia quando stavano a Napoli, in Parlamento Lettieri ci stette dall’Assemblea Costituente al 1953, fu docente universitario e direttore delle cattedre di chirurgia alla Federico II. Il segno della sua potenza sono gli 800 milioni di lire del 1954 che fece spendere per realizzare la strada che doveva unire direttamente Stio con Agropoli. L’opera è stata realizzata parzialmente e manca ancora di soli 4 km. E’ di importanza strategica visto che in poco più di mezz’ora potrebbe portare dal mare al massiccio del Cervati e poi verso il Vallo di Diano. ‘Qui venivano Sullo, Scarlato, Perlingieri, il prefetto e tutta la Napoli e la Salerno che comandava. E Gorga la vestivano a festa facendo parate di mortelli lunghe diverse chilometri.’ racconta ancora zio Ciccio.
Da sindaco a sindaco
Raffaele Lettieri morì nel 1958 e fu l’ultimo sindaco di Stio originario di Gorga. Dopo più di quarant’anni su quella poltrona è seduto un altro gorghese, Pasquale Caroccia. Avvocato, è più giovane dell’età che dimostra apparentemente. Libero professionista, ha sempre respinto le lusinghe del posto fisso. Per 13 anni è stato il vicesindaco. E’ un pragmatico, ma nell’azione amministrativa mette il sincero attaccamento a questi posti che non ammettono mezze misure: si amano o si odiano. E Caroccia di Stio e Gorga conosce fino all’ultimo vicoletto buio. Ma gli piace ragionare, ed impegnarsi, sulle linee di sviluppo complessivo dell’intero paese. Caroccia ha raccolto la difficile eredità di Natalino Barbato, ottimo medico e politico raffinato e sperimentato, da molti ritenuto l’epigono di Raffaele Lettieri. Vicepresidente del Parco del Cilento, esponente di rilievo della Margherita, uomo di mondo, con Salvatore Iannuzzi (sindaco di Valle dell’Angelo) merita di fare il salto di qualità in un proscenio più ampio.
I fagioli
Sono i fagioli “della Regina” poiché come vuole una storia locale, erano gli unici che la schizzinosa Maria Carolina, la regina austriaca recentemente raccontata in un film della Wertmuller, accettasse sulla sua tavola. Segni distintivi: di colore bianco, di grandezza piccola-media e con un tegumento sottile che consente un’ottima cottura del prodotto, esaltandone le caratteristiche organolettiche. Oggi come ai tempi di Maria Carolina, oggi quei fagioli sono coltivati in maniera biologica.
Gorghesi col cervello fino
Almeno il 20% degli abitanti di questa località sono in possesso di una laurea. E’ questa la migliore eredità che l’onorevole Lettieri lasciò alla sua gente. ‘Studia, impara. Solo così ti potrai fare strada nella vita.’. La sua storia stava a dimostrarlo. E così i contadini e i boscaioli di Gorga presero l’amara strada dell’emigrazione con l’obiettivo di portare i loro figli verso le vette dell’istruzione. Due nomi risaltano su tutti, i medici Raffaele Santangelo e Mario Infante, il primo amatissimo medico condotto per quarant’anni della zona ed il secondo è un brillante endocrinologo. Un’altra caratteristica di Gorga è la capacità innata di sapersi unire e, fosse per la festa patronale o per le elezioni comunali, di parlare sempre con una voce sola.
Un parziale stop al centro di educazione ambientale
Ci sono le strutture, come il centro di educazione ambientale a Gorga, già dato in comodato d’uso al parco, sede di un incontro annuale a cadenza fissa sulla dieta mediterranea. Oggi ci sono però le scuole. ‘Una soluzione provvisoria’ garantisce Caroccia ‘imposta alle nuove normative antisismiche. Già ci sono i soldi in bilancio per costruire la nuova scuola e presto restituiranno il centro alla sua originaria funzione.’.
Le castagne
È un altro punto dolente. ‘Le nostre castagne potrebbero darci di più, sono un po’ abbandonate a se stesse, perché i privati da soli non riescono a capire come intervenire per valorizzare questa risorsa. Qui’ dice Caroccia ‘vengono gli avellinesi e ci impongono i loro prezzi.’
La fiera della Croce
‘In passato e per secoli la famosa fiera della croce ha rappresentato per Stio e Gorga una grande cosa, come attestato in alcuni documenti risalenti all’anno mille. Spero’ racconta Coraccia ‘di rilanciare la fiera, non solo per Stio ma per tutto il territorio dell’Alto Cilento, anche nell’ambito della Bimed.’
Veniteci il 17 maggio, alla festa di San Pasquale Baylon
L’occasione per una visita a Gorga è vicina. La data ideale è del 17 maggio. L’intero paese è in festa per S. Pasquale Baylon. Le donne partecipano alla processione in due fila separate: le sposate con la candela accesa e le nubili con la candela spenta. E poi non dite che questo non è un paese senza poesia! E per addottorarvi su tutto il libro da leggere è quello di Angelo Trotta, “Sposi dell’Alto Cilento”.