Terra di forti contrasti, tradizioni, miti e leggende, il Cilento ospita le rovine della città greca di Elea. Furono i Focei a fondarla nel VI sec. a.C. Abili navigatori, celebri per la loro perseveranza, si spinsero sino al territorio circoscritto dello Stretto di Gibilterra. L’area archeologica, sita ad Ascea, appare oggi su di una altura non più lambita dal mare in quanto sedimenti fluviali determinarono l’avanzamento della linea di costa.
L’antica polis della Magna Graecia̶ legata prevalentemente ad un’economia mercantile marittima̶ acquista fama grazie ai grandi filosofi Parmenide, Zenone e all’efficiente Scuola Medica. Il percorso di visita, dotato di pannelli didattici, comincia dalla città bassa, dove gran parte degli edifici risalgono all’età ellenistica e romana. È in questo periodo che Elea apre i suoi contatti con Roma, tanto da divenire luogo di villeggiatura per Cicerone, Emilio Paolo, Orazio e Bruto. In età imperiale, invece, acquistano fama le Terme, in cui si praticavano saune e bagni. Acque ‘miracolose’ tanto da guarire Augusto.
È percorrendo la via di Porta Rosa, che si giunge alle Terme Adrianee, dove sono visibili vari ambienti del calidarium e la sala del frigidarium. La sala è decorata da un mosaico con tessere bianco e nere, raffiguranti animali e mostri marini. Presto accessibile sarà il nuovo complesso termale, pervenuto nel corso degli ultimi lavori di scavo e restauro. Di esso si conservano: un ambiente riscaldato; sistemi di conduzione del vapore; un’ampia vasca di forma rettangolare per il bagno caldo; un vano per piccole vasche di terracotta, destinate al bagno individuale. Tra le rovine, poi, sprigiona meraviglia l’imponente Castello, costruito per difendersi dagli attacchi provenienti dalla costa. Uno degli elementi di richiamo degli scavi è Porta Rosa̶soggetta ancora a lavori di manutenzione. Un unico esempio di arco greco dalle tonalità rosate del IV secolo, la cui funzione era di collegare le due parti della città.
Oltre ai lavori di riqualificazione dell’area, importanti iniziative hanno visto il Parco protagonista negli ultimi mesi. Il ‘Festival della Filosofia’ si è riproposto ai giovani con lo scopo di riportare la filosofia nei luoghi dove è nata: il teatro aperto del mondo e della vita. Non sono mancate serate dedicate ad incontri culturali, alle famiglie, alla musica, alle eccellenze enogastronomiche, al benessere. Grande sensibilità e vicinanza nei confronti delle donne, con aperture straordinarie nel mese della prevenzione dei tumori. Lo scorso 20 novembre, Velia ha accolto i licei classici e scientifici. Occasione di crescita e maturazione per i ragazzi, che hanno avuto modo di confrontarsi con l’etica e la libertà dell’oggi.
D’altro canto, la neo-direttrice Giovanna Scarano promette massimo impegno nella gestione del patrimonio culturale, oltre che nella messa in sicurezza dell’area. Condivisione, cooperazione, unione: queste le parole della dottoressa per far rinascere l’inestimabile patrimonio presente a Velia. Obiettivo è il Museo, la sistemazione di tutti i reperti, che ormai giacciono da tempo nell’oblio. Nonché l’integrazione di Velia con il territorio circostante e l’appello alla collaborazione istituzionale. Intanto, proseguono le giornate alla scoperta del patrimonio culturale nazionale: domenica 2 dicembre, la zona archeologica sarà aperta al pubblico gratuitamente, nell’ambito di ‘Domenica al museo’.
Ripensiamo alla fatica dei conquistatori di Elea. Al patrimonio lasciatoci, di cui spesso dimentichiamo l’esistenza. Alle rovine accerchiate da un alone di mistero, di solitudine, spesso di abbandono. Eppure avvolte dal Bello. Si necessita, perciò, di una formula per la prosperità presente e futura. Il turismo, dal canto suo è un’opportunità per creare i mezzi necessari affinché la straordinarietà di queste terre possa essere conservata e rispettata. Perché in ogni visitatore c’è una possibilità di crescita. Una crescita che può avvenire mediante una coscienza etica e la cooperazione di più unità. Una crescita che possa ridare al sito, perché no, la propria autonomia.