di Alfredo Boccia Valzer di poltrone a Palazzo S. Agostino: presidente che va e, così, quello che viene tra i primi atti impegnato nel mutare l’asset dei dirigenti come degli amministratori delle società partecipate. Salerno non si differenzia anche se l’ente Provincia è destinato in ottemperanza alla nuova legge dello Stato ad avere un progressivo minore ruolo di presenza sul territorio. Negli ultimi mesi l’amministrazione provinciale di Salerno non ha fatto eccezione con l’aggravante di progressivi ricorsi alla giustizia amministrativa da parte di chi veniva rimosso a favore dei subentranti in alcuni casi durati in carica solo qualche giorno o al massimo poche settimane. Con carico di spese per le casse pubbliche e, quindi, per gli stessi cittadini. I casi dell’Asi e dei vari Consorzi per la raccolta dei rifiuti sono solo i più emblematici, molti altri restano nell’anonimato perché riguardano singoli dipendenti. Mentre più di un dirigente continua a restare in carica nonostante ne sia stato denunciato il coinvolgimento diretto all’autorità giudiziaria in vicende di cui si stanno occupando gli inquirenti. Il tutto a fronte di centinaia e centinaia di migliaia di euro che da Palazzo S.Agostino, sede dell’amministrazione provinciale di Salerno, non sono stati pagati ad imprenditori in alcuni casi finiti sul lastrico. Debiti, spesso fuori bilancio e al meglio riconosciuti con anni di ritardo, che minano le stesse casse dell’ente che per mancanza di liquidità, leggasi anche rimesse dalla Regione, con notevole ritardo riesce a far fronte al dissesto delle strade come degli edifici scolastici di propria competenza. Il tutto in presenza di un continuo scontro verbale fra maggioranza ed opposizione, con il presidente in carica Giuseppe Canfora che trova numerosi ostacoli nel rispettare il crono programma dell’azione amministrativa annunciata in campagna elettorale. La stessa nomina del segretario generale maturata a cavallo tra il 2014 ed il nuovo anno, nella figura di Alfonso De Stefano che già era stato in attività a Palazzo S. Agostino prima di essere nominato a Milano, con ogni probabilità rappresenta l’opportunità per mettere in ordine conti oltre che il format dell’amministrazione di un ente in cui anche gli impiegati non hanno più le certezze di un tempo per quanto riguarda il loro futuro occupazionale. Per questo, considerata la mobilità dei dipendenti prevista dalle nuove norme vigenti riguardanti gli enti Provincia, può lasciare interdetti il valzer di incarichi a cui si è assistito a Palazzo S.Agostino dove in molti cercano di guadagnare incarichi che potrebbero essere gli ultimi di una stagione gestionale in cui l’appartenenza politica o la capacità di riconvertirsi agli indirizzi dei nuovi amministratori eletti ha permesso a molti di vedersi schiuse le porte ad incarichi che probabilmente non avrebbero raggiunto. Solo i risultati potranno determinare la consistenza delle loro capacità professionali, anche se i predecessori non hanno tagliato i traguardi sbandierati. Mentre il presidente Canfora ancora deve sciogliere il rebus delle nomine alla guida di partecipate o Consorzi in cui l’ente Provincia per la gestione al momento rappresenta il punto di riferimento. Magari qualche dismissione e l’accorpamento delle funzioni potrebbero generare una nuova stagione non solo gestionale ma anche nel rapporto tra ente e cittadini che di questa Provincia di certo non avvertono una presenza incisiva rispetto alle reali problematiche del territorio.
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