di Antonella Citro “La Speranza per il nuovo umanesimo in Gesù Cristo” è il titolo del convegno diocesano di quest’anno che ha avuto luogo nei giorni 16 e 17 giugno nella chiesa di San Francesco a Teggiano. Intensa e significativa la relazione del professor Gaetano Di Palma, docente di Sacra Scrittura e Decano presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sezione San Tommaso d’Aquino di Napoli. Nel suo intervento “Annunciare la speranza nella prospettiva dell’Evangelii Gaudium” ha messo in evidenza il valore e il significato profondo della speranza declinata nella fede e nelle giustizia. Un momento toccante e intriso di profondo significato personale che ha coinvolto i presenti al tavolo e in platea. “Il convegno pastorale diocesano si inquadra cioè nella programmazione che coincide con la sfida educativa e la evangelizzazione che, deve necessariamente, passare attraverso l’ascolto, la condivisione e la verifica” – ha quindi affermato Monsignor Antonio De Luca, Vescovo di Teggiano-Policastro – pertanto, va da sé la considerazione dell’aspetto formativo, ma anche quello educativo dei grandi temi pastorali”. Nella due giorni, molto proficua che ha indotto a riflessioni profonde, l’evento ha rivestito e fornito anche una visione volta alla programmazione dei passi e dei percorsi che la Chiesa diocesana, in generale, deve ai tempi d’oggi valutare, vagliare bene insomma e infine percorrere. In modo particolare, nell’edizione 2016, il vescovo De Luca e i componenti della organizzazione si sono cimentati nell’assemblare al meglio tutte le richieste avanzate nel corso del convegno che si è svolto invece a Firenze. Da dicembre, non va dimenticato, è iniziato l’anno giubilare straordinario dove la misericordia fa prepotentemente rima con perdono amore e pace. Uno strumento potentissimo che arriva attraverso la speranza, quella speranza in grado di cambiare lo stato delle cose attuali. Anche e soprattutto nelle periferie più estreme e profonde laddove se invochi speranza ti risponde la durezza e la tristezza dell’animo. Qui si annida anche la nuova forma di umanesimo che ha la forma e il volto del Signore e che si alimenta di speranza che, a sua volta, si genera naturalmente proprio dalla misericordia. Insomma inizia il triennio sulla speranza ed è chiaro il messaggio di De Luca: “Annunciare la speranza, celebrare la speranza, testimoniare la speranza”. La Gioia del Vangelo è proprio il primo passo da compiere per capire appieno la speranza che non vacilla mani, nemmeno nella difficoltà più nera. E questo lo sa bene il cristiano che proverà a cercarla e provarla anche quando ha la morte nel cuore e come intorpidito ha cancellato la via per poterci arrivare e coltivarla.
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