In chiesa con ingresso contingentato o in ampi spazi all’aperto per garantire l’accesso a tutti, nel fine settimana appena trascorso, che ha coinciso con la solennità dell’Ascensione del Signore, abbiamo assistito alla ripresa delle funzioni religiose dal vivo, dopo le forzate chiusure degli ultimi mesi.
La riapertura al pubblico delle celebrazioni liturgiche sta avvenendo in modo graduale dallo scorso 18 maggio, in seguito alla sottoscrizione da parte della CEI (Conferenza episcopale italiana) e del governo italiano di un protocollo, in cui sono indicate tutte le misure da ottemperare per garantire in sicurezza l’accesso e lo svolgimento delle funzioni.
Oltre al rispetto dei dieci Comandamenti della religione cristiana, ecclesiastici e fedeli sono chiamati in questa fase a rispettare anche le norme imposte dalla lotta alla diffusione e al contagio da Coronavirus. Le principali misure prevedono l’obbligo di indossare la mascherina dall’inizio e per tutto il tempo della funzione; l’accesso a porte aperte (per evitare il contatto con porte e maniglie) contingentato e regolato con l’assistenza di volontari e/o collaboratori per gestire l’afflusso e il deflusso e il rispetto della capienza massima dell’edificio; il divieto di partecipazione per chi presenta sintomi influenzali, una temperatura pari o superiore ai 37,5° o per chi nei giorni precedenti ha avuto contatti con malati di Covid-19; il mantenimento della distanza di sicurezza di almeno 1,5 metri sia all’entrata/uscita della chiesa che tra i banchi; la messa a disposizione di liquidi igienizzanti; l’omissione del segno della pace così come l’assenza di acqua santa, di libretti e sussidi per canti; la raccolta delle offerte organizzata con appositi contenitori all’entrata o all’uscita, ma non durante la celebrazione; la presenza di un organista ma non del coro; la riduzione al minimo del numero dei concelebranti e dei ministri di culto; l’obbligo del sacerdote a indossare mascherina e guanti monouso, a igienizzare le mani prima della distribuzione della comunione ai fedeli nel palmo della mano, evitando il contatto; infine, lo svolgimento delle confessioni in luoghi ampi e arieggiati e la costante sanificazione e aerazione dei locali.
Nel centro storico di Teggiano (SA), sede della Diocesi Teggiano-Policastro, Don Giuseppe Puppo, parroco della chiesa cattedrale di “Santa Maria Maggiore”, per garantire al meglio il rispetto delle suddette misure, sta celebrando per lo più all’aperto utilizzando il cortile dell’Istituto delle Maestre Pie Filippini. Inoltre, in vista della più grande e partecipata ricorrenza religiosa del paese prevista per il prossimo 3 giugno in onore del santo patrono, San Cono, il parroco attraverso un video messaggio ha esortato i fedeli a continuare ad essere pazienti e cauti, annunciando che ‹‹i festeggiamenti in onore del santo patrono in programma in questo periodo si svolgeranno con meno intensità dal punto di vista partecipativo, ma sicuramente in modo più intenso dal punto di vista spirituale››.
Per quanto riguarda le modalità delle celebrazioni, Don Puppo ha fatto sapere che in accordo con il vescovo Mons. Antonio De Luca, il solenne novenario ‹‹verrà trasmesso in streaming per dare a tutti i fedeli la possibilità di partecipare a questo momento intenso della comunità››, considerando che la chiesa potrebbe contenere un massimo di 60 – 70 persone rispetto alle 300-400 che ogni anno partecipano alla novena. Quest’ultima, inoltre, – ha affermato il parroco – ‹‹sarà trasmessa tutte le sere alle ore 18 sulla pagina Facebook della chiesa cattedrale e si concluderà con una brevissima benedizione in Piazza con la reliquia di San Cono. Il giorno della Festa, il 3 giugno, alle ore 10, sempre a porte chiuse, si terrà il solenne pontificale presieduto dal Vescovo e concelebrato dai parroci delle altre parrocchie di Teggiano, cui seguirà una silenziosa e brevissima processione con la reliquia del Santo››.
Angela Cimino