Il 4 maggio è scattata ufficialmente la fase 2. Tra i quasi 4 milioni e mezzo di cittadini ritornati al lavoro, ci sono anche quelli del settore edilizio. La riapertura dei cantieri, tuttavia, comporterà diverse difficoltà e criticità riguardanti la sicurezza di chi ci lavora e tutto ciò che orbita intorno al comparto delle costruzioni, settore in sofferenza già prima dello scoppio della pandemia. Ne abbiamo parlato con Giovanni Cancellaro, imprenditore di Padula (SA), fondatore della CO.ED S.r.l. – Prefabbricati Cancellaro – azienda leader nella produzione di prefabbricati pesanti nel Vallo di Diano e nel Cilento e un esempio di eccellenza del settore edilizio in tutto il Meridione.
In che ambito opera l’azienda e quante persone vi lavorano?
Lavoriamo sia nel pubblico che nel privato, con esperienze anche all’estero, come in Nord Africa e Nord Europa. Abbiamo un organico medio di circa 25 unità lavorative, oltre a uno staff tecnico-amministrativo composto da 7-8 unità.
Com’era la situazione del settore edilizio nel Vallo di Diano prima del Coronavirus? E che scenario prevede ora?
Prima del Coronavirus, era già molto sofferta e difficile, a causa soprattutto della scarsità di lavoro e, quindi, dei forti sconti/ribassi per l’approvvigionamento dei lavori, dovuti ad una folta offerta per il gran numero di imprese edili. In aggiunta, c’è il peso fiscale rigido e asfissiante, con dei costi di contribuzione per gli operai tra i più alti in Europa. Non vedo un futuro molto roseo, e questo essenzialmente per quanto appena descritto, a cui, ora, si aggiunge uno scenario post-pandemia senza certezze e provvedimenti concreti.
Quali sono le sue principali preoccupazioni?
Noi imprenditori continuiamo ancora a soffrire anche di scadenti performance amministrative, che condizionano lo sviluppo e la qualità di vita delle nostre aziende, con governo e pubblica amministrazione che continuano ad infondere un pessimo esempio, chiudendosi nei propri privilegi e dimenticando che la politica è un servizio e non una posizione di privilegio o potere a beneficio delle proprie posizioni anche economiche (vedi vitalizi, servizi, pensioni e stipendi d’oro a cui nessuno di loro ha osato rinunciare per un minimo di solidarietà in questo momento). E tutto questo è un fortissimo incentivo all’evasione, all’arrangiarsi illegalmente per sopravvivere.
Ha avuto accesso a forme di sostegno economico? I suoi dipendenti?
Ad oggi, gli operai non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione del mese di marzo e le promesse per finanziamenti semplici, veloci e senza interessi sono per adesso solo un miraggio, puntualmente smentite dai maggiori esponenti bancari.
Secondo lei, si riuscirà a lavorare attuando tutte le prescrizioni di sicurezza?
Oggi abbiamo ripreso adottando tutte le misure indicate nei numerosi decreti e disposizioni, con riunione per formazione e informazione e con le dovute sanificazioni degli ambienti e dei mezzi in utilizzo per gli spostamenti. Costanti aggiornamenti e indicazioni sono arrivati dall’ANCE AIES della provincia di Salerno, la nostra associazione di categoria, che sta svolgendo un ottimo lavoro sul territorio.
Chi pagherà per gli oneri aggiuntivi?
Abbiamo appreso dai media che tutte le spese per gli adeguamenti necessari a lavorare in sicurezza saranno finanziati al 50% con il sistema a credito di imposta, e speriamo che almeno questo sia vero, concreto e veloce.
Se ha delle critiche da muovere, a chi e per cosa?
Spero e mi auguro che tutti prendano coscienza della gravità della situazione e passino da fumo e promesse ad impegni concreti, veri e veloci.
Un abbraccio a tutti i miei colleghi, che reputo quasi degli eroi in questo momento, da chi cerca ancora di crederci e di non avvilirsi.
Angela Cimino