Una pagina tragica, avvenuta dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943, colpendo dei civili inermi, senza che ci fosse la benchè minima presenza di siti militari.
Furono colpiti proprio i due rioni più antichi, quelli che un tempo erano i Casali di Spio e di Corinoti, una ferita proprio nel cuore dell’identità vallese.
Questo fu il destino anche di altre comunità salernitane, falcidiate da bombardamenti indiscriminati nell’estate del ’43: Eboli, Roccadaspide, Sapri e Salento, comunità presenti nella manifestazione con qualificati relatori che hanno raccontato compiutamente gli orrori della guerra.
Una sorta di catena di morte e distruzione che ha segnato i destini delle popolazioni.
Molto toccanti le immagini fotografiche, i racconti dei testimoni, le ricostruzioni filmate.
Le due serate di commemorazione si sono svolte negli stessi luoghi dei fatti bellici, dando agli spettatori una cornice suggestiva, che si percepiva nel silenzio assoluto dei presenti in una sorta di tensione emotiva.
Una manifestazione fortemente voluta dall’avvocato Giuseppe Di Vietri, da tempo impegnato in un sapiente lavoro di tutela della memoria storica e culturale di Vallo della Lucania e del Cilento, ben supportato dall’amministrazione comunale vallese.
Notevole anche il contributo di Don Luigi Rossi, Preside emerito della facoltà di Scienze Politiche di Salerno e degli altri relatori: Elio De Magistris, Manlio Morra, Anna Molinaro e Antonio Capano.
In sintesi, due serate di spessore, con riflessioni puntuali ed una partecipazione attenta, utilissime per rafforzare quel senso di comunità a volte smarrito da distrazioni puramente commerciali e da divagazioni social.
La crescita di un popolo passa obbligatoriamente nella conoscenza del proprio passato e nell’analisi dei processi storici, facendoli diventare patrimonio comune, affinchè certi orrori non si ripetano più.
L’Italia e l’Europa, memori di certi fatti tragici, oggi dovrebbero far valere il proprio peso storico, culturale ed economico nei processi decisionali mondiali e non limitarsi a curare solo il proprio “giardino di casa”.
Troppo comodo e troppo poco, mentre i bombardamenti uccidono a pochi chilometri da noi.