La festa del Santo Patrono ha confermato la sua bellezza, fatta di religiosità, di colori, di valori condivisi e diffusi tra tradizione ed innovazione
Una tradizione ultrasecolare che riesce ad incantare chiunque e ad emozionare sempre, come se ogni anno fosse la prima volta .
Un rito dalle mille sfaccettature, che intercetta una moltitudine di sentimenti e di ricordi, anche attraverso la devozione ai vari Santi che accompagnano il Patrono di Vallo e della Diocesi, ciascuno con la propria storia, qualche volta legata alla memoria, alle tradizioni familiari tramandate da secoli.
Di legami con parrocchie e quartieri, un tempo costituiti in Casali, con la propria indipendenza amministrativa.
Uno di questi, San Nicola, è indissolubilmente collegato al Rione Spio, storicamente l’ultimo degli antichi Casali a fondersi nella nuova municipalità di Vallo.
A molti sarà sfuggito un particolare, nemmeno tanto piccolo.
Quest’anno, per la prima volta nella storia, la statua di San Nicola è stata portata dalle donne.
Un gesto dal grande valore simbolico e che abbatte una delle ennesime barriere ancora presenti nella nostra società.
Il fatto che a compierlo sia stato proprio il Rione Spio, quello più identitario, più legato alle tradizioni storiche e popolari, lo rende ancora più profondo e dirompente.
Una sorta di rivoluzione gentile che ha il volto sorridente di Alessandra Sansone, Angela Marra, Elena Greco, Emanuela Viviani, Maria Agresta, Manuela D’Agosto, Michela Attanasio, Lisa Romanelli, Pasqualina Battagliese, Rossella Arena , Rosanna Santomauro, tutte appartenenti al Comitato di San Nicola.
Volti di donne autentiche, volitive e forti.
Come si potrebbe fare a meno di loro proprio in una cornice così intensa di valori, prescindendo dalla figura della donne, fonte di vita e di amore?
Quale esempio più elevato della Madonna nella nostra religione, Luce e Madre, la più umile e pura tra le creature?
Un plauso quindi a tutti gli organizzatori, in particolare alle donne del Comitato di San Nicola, fautrici e protagoniste di questa meritevole iniziativa, nel solco del superamento di consuetudini anacronistiche, rispettando il naturale ordine delle cose umane.
Non occorrono paroloni o discorsi impegnativi per spiegarne il significato.
I cambiamenti reali partono sempre dai piccoli gesti.