di Nicola Nicoletti Mettere A al posto di B. E poi oggi risostituire B con A. Speriamo che l’elezione amministrativa a Vallo della Lucania non si limiti a questo semplice cambio di persone, dopo aver testato la non funzionalità del candidato eletto in precedenza. Prima sembrava che Emilio Romaniello dovesse essere l’ossesso in persona, da scacciare ed evitare come sindaco. Oggi tutto cambia a sfavore di Toni Aloia. Bene, e i contenuti? Partiamo dai numeri. In questi ultimi decenni Vallo della Lucania sta perdendo abitanti, e il dato non è piacevole. Non ci si compara con Bergamo o Salerno, ma con comuni del salernitano con minore storia e servizi. Il comune conta meno di 9000 anime, circa 8600, contro i quasi 23mila di Capaccio (22.780) e i 9100 di Castellabate che tra film, borghi da visitare e idee per il turismo, viaggia come un razzo. In pratica invece Vallo non cresce più. Agropoli meglio non compararla. Definita dal sindaco vallese “città triste”, si candida a ospitare le Universiadi del 2019, un evento che ti porta sui giornali sportivi, sulle tv e soprattutto coinvolge migliaia di persone. Qui a Vallo il ragionamento è ben altro. La priorità rimane il posto di lavoro e la riflessione da fare è sapere cosa offre questa comunità ai suoi figli. Ci si culla sempre e solo sull’ospedale e sul tribunale: ma sino a quando potremo dormire su due guanciali riguardo al settore pubblico? Pensiamo che lo Stato non modifichi nulla, in senso di tagli, in questa epoca di spendig a tutto campo? Si parla di università Pegaso, di conservatorio, ma che flussi portano tali enti alla cittadina? Si moltiplicano i corsi di studio delle superiori, ma se non abbiamo alunni in maniera tale da formare le classi, non rischiamo di creare dispersione al posto di nuove opportunità, complice anche lo spopolamento dei paesini vicini? Quanti, in pratica, lavorano o studiano a Vallo in queste strutture? Dovremmo parlare non di decine di persone, poiché irrilevanti per un’economia che sia tangibile. Quante case affitta chi a Vallo viene e vivere per tale indotto? Se vogliamo parlare di economia, che è l’unica variabile seria da considerare, cerchiamo di fare questi calcoli, altrimenti assisteremo solo all’abbandono da Vallo e dal Cilento di giovani famiglie che cercano altrove lavoro e spazi per vivere in maniera dignitosa. Chi si appresta a sedersi sulla poltrona di sindaco dovrà capire quale sarà la destinazione futura di Vallo della Lucania, che risorse mettere in campo, quali progetti sviluppare per attrarre persone e dinamiche che combattono uno status non certo brillante e prospero per chi decide di restare qui. Oltre ai fortunati impiegati statali che si dimenano tra i 2000 e 5000 euro mensili, vi è un esercito di persone in attesa di vivere qui o andare via, semmai senza la comodità del cavallo alato Pegaso, ma solo con un treno a non alta velocità.
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