Ai nastri di partenza sono in tanti a schierarsi, metaforicamente, per partecipare alla corsa che li vedrà in pista per concorrere alla successione di Toni Aloia sindaco uscente di Vallo della Lucania.
Si tratta della Città che si è sempre “atteggiata” a capoluogo del Cilento e del resto del mondo che orbita nella galassia di comuni ed aree compresi nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA). È la stessa città dove il parco ha stabilito la sua sede subito dopo la costituzione, a parte la parentesi legata all’avvio di “residenza” nella sede della Comunità Montana a Futani.
Al momento l’unico candidato a sindaco è il consigliere di maggioranza Dott. Marcello Ametrato che ha reso pubblica da circa tre mesi la sua intenzione di succedere al sindaco uscente. Ma circolano i nomi di altri candidati: Simone Valiante, l’attuale sindacato di Ceraso Avv. Gennaro Maiuri, l’ex sindaco di Vallo Antonio Sansone, Genny De Cesare assessore in carica. Poi c’è il Movimento 5 Stelle che è probabile che metta in campo un suo candidato ed altri potranno farsi avanti … ma, come accade da un po’ di tempo, il dominus della partita sarà il Dott. Luigi Cobellis che, da tempo, influenza in modo decisivo ogni competizione elettorale.
La città è sorniona, difficilmente si scompone, sa aspettare, le piace prendere tempo e immaginare ogni singola mossa, “pesare” tutte le posizioni, misurare i pesi sulla “bilancia” delle ipotesi e delle calcolare le varianti. La prossima competizione elettorale sarà una partita a scacchi che si giocherà su molte scacchiere e le unità di misura non saranno solo politiche ma i candidati saranno soppesati sia per la loro attività professionale sia per le idee e la coerenza dimostrata nel passato recente e remoto.
Vallo della Lucania da l’impressione, a chi la osserva dall’esterno, di rassomigliare molto a sindaci che si sceglie! Vuole essere riconosciuta nel ruolo che si è data, compresa nelle sue aspettative e incensata per la sua posizione geocentrica proprio in relazione al fatto che è sede di uffici e servizi che ne hanno fatto un capoluogo di quella provincia mai nata ma che ne svolge le funzioni.
È sede della diocesi governata dal Vescovo Ciro Miniero; è sede dell’ente PNCVDA presieduto da Tommaso Pellegrino, è stata per decenni sede dell’ASL 3 che ha lasciato in dote il più grande ospedale dell’area a Sud del Sele, sono tante le scuole superiori frequentate da centinaia di studenti, un tempo ospiti del seminario diocesano, attratti dalla città dove si vive come nei paesi da dove proviene la classe dirigente diventati, con il tempo, nuovi cittadini …
Toni Aloia, ha svolto i suoi due mandati con scrupolo amministrativo che si avvicina molto al suo modo di fare nello svolgimento della professione medica. Ha dedicato 10 anni di parte della sua vita al suo comune sanando le ferite aperte, curandone le malattie croniche, usando poco il bisturi ma tenendo ben saldo il timone al centro senza andare troppo contro corrente.
Tra impegni amministrativi, quelli legati alla professione medica e la vita familiare non ha avuto troppo tempo per farsi vedere lungo il corso o sotto i portici. Ha delegato ai suoi collaboratori il compito di tenere le antenne alzate per “auscultare” gli umori dei “commentatori” a tempo pieno che frequentano i bar, passeggiano da Piazza dei Martiri, percorrendo via G. Murat, soffermandosi in Piazza Vittorio Emanuele II, proseguendo per via lungo la via Nicola De Mattia per poi ritornare sui propri passi …
Aloia ha saputo mantenere ottimi rapporti con il Vescovo Ciro Miniero nonostante il prelato non è sempre apparso in piena sintonia con gli umori della città profonda. La Diocesi, in fondo, dopo l’unificazione delle ASL salernitane, non ha saputo, o voluto, salire in “cattedra” per assumere un ruolo guida che potesse colmare il vuoto, sanare la ferita, aprire scenari alternativi verso un futuro.
Lo stesso Aloia, però, non saputo cogliere in pieno l’importanza di avere nel cuore della città la sede fisica e istituzionale dell’Ente Parco la cui “comunità” è soggetto politico istituzionale di tutto rispetto. Infatti, raccoglie in un unico ambiente politico gli oltre 80 sindaci, compresi quelli del Vallo di Diano e Alburni, in carica dei comuni i cui territori si trovano nel perimetro dell’area protetta. Anche in questo caso, Aloia non è uscito dal solco di chi l’ha preceduto e non ha speso molto tempo nel tentare di far lievitare la necessità di restare uniti nel confronto con la presidenza e la direzione dell’ente che, intanto, dialogava con provincia, regione e ministero dell’Ambiente ottenendo risorse, facendo scelte, indirizzando progetti …
Complessivamente, il sindaco uscente ha lasciato una città diversa da come l’ha trovata 10 anni addietro. Sarà il futuro a rispondere alla domanda che molti si fanno in questi momenti: chi verrà dopo di lui saprà fare altrettanto se non meglio?
Bartolo Scandizzo