Valditara scrive agli studenti: “Onoriamo i giovani che sacrificarono la vita per l’unità di un popolo”
Mattarella: “Rendiamo onore alle Forze Armate che, con la loro dedizione e il loro contributo, hanno consentito all’Italia di divenire uno Stato unito, libero e democratico”. La Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate è una giornata celebrativa nazionale. La sua istituzione porta la data del 1919. Si avvertì sin d’allora la necessità di commemorare la vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale. Una guerra che si rappresentò epilogo del processo di unificazione risorgimentale. Proprio quel conflitto consentì all’Italia l’annessione di Trento e Trieste.
E’ necessario oggi più che mai riscoprire il senso di essere comunità. Il 4 novembre non può passare sotto silenzio. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, scrive agli studenti. Partecipato l’appello del neo Ministro della Scuola: “Onoriamo i giovani che sacrificarono la vita per l’unità di un popolo”. Alle studentesse e agli studenti della scuola italiana scrive: “Care studentesse e cari studenti, vi scrivo oggi 4 novembre, nella Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, perché tengo a condividere con voi il senso profondo della ricorrenza. Nella giornata di oggi si celebra infatti un percorso storico e simbolico che coinvolge le ragioni più profonde della nazione, il senso stesso del nostro essere comunità. Il 4 novembre 1918, anzitutto, entrava in vigore l’armistizio firmato il giorno prima a Villa Giusti a Padova, l’atto che certificava la resa dell’Impero Austro-Ungarico all’Italia e, soprattutto, la fine di un massacro nel quale persero la propria vita oltre 600mila italiani, in gran parte giovani. La Grande Guerra fu una tragedia immane e nella celebrazione odierna bisogna rifuggire qualunque esaltazione bellicista, a maggior ragione di fronte alla morte e alla distruzione che sono tornate a infestare il territorio europeo. Dobbiamo tuttavia onorare quei ragazzi, quegli italiani, che in nome di un ideale alto e nobile (l’unità di un popolo, la conclusione del Risorgimento), hanno sacrificato la propria vita. Il loro ricordo deve indurci ad apprezzare ancor più profondamente la Pace e la Libertà”. La Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate è una giornata celebrativa nazionale. La sua istituzione porta la data del 1919. Si avvertì sin d’allora la necessità di commemorare la vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale. Una guerra che si rappresentò epilogo del processo di unificazione risorgimentale. Proprio quel conflitto consentì all’Italia l’annessione di Trento e Trieste. Sulla base di questa motivazione, infatti, l’evento bellico dell’Italia è considerato la Quarta Guerra d’Indipendenza. L’armistizio di Villa Giusti, firmato il 3 novembre 1918, sancì la resa dell’Impero austro-ungarico all’Italia. La ricorrenza del 4 novembre serve a ricordare la conclusione della Prima Guerra Mondiale; serve ad onorare i sacrifici dei caduti che hanno difeso la nostra Patria. In questo giorno ebbe luogo la tumulazione del milite ignoto nel Sacello dell’Altare della Patria a Roma. Con il Regio decreto n.1354 del 23 ottobre 1922, il 4 Novembre fu dichiarato Festa nazionale. Il 4 novembre lavoriamo, ma festeggiamo. Non possiamo dimenticare. L’annuncio della vittoria dell’Italia lo diede il comandante delle forze armate italiane, il generale Armando Diaz. Questi comunicò al popolo italiano, con un bollettino, la fine della Guerra e la vittoria: «La guerra contro l’Austria-Ungheria che l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. […] I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza». Celebriamo oggi il Giorno dell’Unità Nazionale e, in questa giornata, rendiamo onore alle Forze Armate che, con la loro dedizione e il loro contributo, hanno consentito all’Italia di divenire uno Stato unito, libero e democratico”. Queste le parole del Presidente della Repubblica. “La pace, ha poi dichiarato Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia, è un valore da coltivare e preservare e, più che mai, l’odierna aggressione scatenata dalla Federazione Russa contro l’Ucraina, ci chiama alla responsabilità di testimoniare concretamente le nostre convinzioni, sottolineando la necessità di presidiare, con i nostri alleati, i principi su cui si fonda la cooperazione internazionale… Dalla fine di febbraio si combatte, si muore nel cuore d’Europa. Sono passati molti mesi senza che si intraveda uno spiraglio. Eppure la pace continua a gridare la sua urgenza. Una pace giusta, fondata sul rispetto del diritto internazionale e sulla libertà e la libera determinazione del popolo ucraino. Perché non vogliamo e non possiamo abituarci alla guerra” La nostra scuola torni a ragionare e parta dai nostri eroi, dall’idea del sacrificio e faccia tutta una cultura diversa.
Emilio La Greca Romano