Nel settore dei Beni culturali esistono parametri di confronto Ira le professionalità create dai progetti formativi e i posti di lavoro ottenuti? Si può parlare di allineamento con i profili professionali degli altri Paesi europei? Quali trend occupazionali si registrano sul mercato? A parità di condizioni, come rendere più omogenea la retribuzione per chi già lavora? Sono alcune delle domande con le quali si cimenteranno storici dell’arte, amministratori, docenti e studenti all’interno del V Colloquio Internazionale sulla Gestione del Patrimonio Culturale dal titolo *Formazione, occupazione e beni culturali e ambientali” che si svolgerà a Salerno dal 10 al 14 dicembre. Il Colloquio è stato promosso dalla Direzione no-profit interregionale di promozione culturale e turistica che, per il quinto anno consecutivo, offre a quanti lavorano nella tutela e gestione dei Beni culturali e ambientali un momento di aggiornamento professionale e di scambio di informazioni. I corsi di laurea breve in Italia sono oltre 30: 3 le Facoltà di beni culturali (a Lecce, Viterbo e Bologna); circa 140 i corsi regionali e almeno 4 i Master organizzati dalle università private, come la Bocconi e la Luiss. “Ci sono esperienze positive di lauree e diplomi universitari – ha osservato Mara Chiara Acciarini, segretario della Commissione cultura della Camera nel corso della presentazione del Colloquio – ma manca un’organica visione della formazione in questo settore che possa essere sempre più rispondente alle figure richieste dal mercato “. Per questo “è necessario avviare un’attenta indagine su tutte le figure professionali esistenti, da chi fa ricerca a chi lavora come guida turistica”. Le fa eco Maurizio Quagliuolo, coordinatore del Dri: “In Italia – sottolinea – nessuno ha mai definito l’equivalenza dei profili professionali, valutato la qualità dei corsi, analizzato le reali ricadute occupazionali. Il nostro convegno vuole richiamare gli operatori del settore a interrogarsi sulle carenze esistenti e a tracciare prospettive future”. Anche sul versante occupazione, che ha visto negli ultimi 5 anni un incremento del 20% (e si prevede che dovrebbe crescere ancora del 15%) si osserva una certa discrepanza fra le professionalità create dai diplomi e le nuove opportunità offerte dall’autonomia gestionale delle amministrazioni e dall’e-commerce su Internet. “Inoltre fa riflettere l’ultimo dato pubblicato da un’inchiesta di Der Spiegel – aggiunge Quagliuolo – secondo il quale un laureato italiano, a un anno dalla laurea, guadagna in media 34 milioni di lire l’anno contro i 74 milioni di un collega tedesco”. L’assessore alla cultura della Provincia di Salerno, Francesco Bottoni, ha sottolineato come la Provincia guardi “con estremo interesse” al Colloquio nell’auspicio che “una più mirata formazione nei beni culturali e ambientali possa tradursi in un’occasione di slancio e di traino economico anche per Salerno” “Paestum e il nostro Parco nazionale del Cilento – aggiunge – sono già per l’Unesco patrimonio culturale dell’umanità, ma abbiamo inestimabili siti minori e opere meno note che sono quelle che maggiormente hanno bisogno di essere conservate e valorizzate. Noi speriamo che il Colloquio possa offrire anche spunti per iniziative e progetti congiunti”. .Durante le quattro giornate di lavori si alterneranno a Palazzo Sant’Agostino interventi di esperti e storici dell’arte tra i quali Vittorio Sgarbi e il Capo di Gabinetto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Oberdan Forlenza,
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