Si terrà il 21 aprile, alle ore 18:00 presso la Scuola Elementare – via Napoli ad Acquavella, l’incontro – dibattito sugli “Usi Civici” nel quale, interverranno il Prof. Giuseppe Di Genio (Docente universitario e Presidente del gruppo di studi sugli Usi Civici e i demani dell’Italia Meridionale); l’Avv. Marcello D’Aiuto (Presidente della Fondazione Alario); l’Avv. Giuseppe Amorelli che ringrazio per l’intervista concessa (Esperto di Legislazione sugli Usi Civici) e il Presidente Codacons Cilento Avv. Bartolomeo Lanzara in veste di moderatore.
È un tema di grande attualità, essi rappresentano un diritto di godimento spettante ad una determinata comunità gravante solitamente su fondi rustici e si concretizza nel diritto di coltivazione, di caccia, di pascolo e di legnatico. Sono diritti la cui origine risale al medioevo e sono nati per dare un sostentamento alla popolazione. Gli Usi civici trovano il loro senso nel valore ideale dell’ambiente e pertanto rappresentano una risorsa a favore di tutta la collettività. Rispetto a prima, quindi, l’uso civico tutela un interesse generale di natura ambientale che va oltre l’interesse di sussistenza della popolazione di un determinato luogo. In questo caso si parla di beni collettivi appartenenti a una determinata collettività, cioè agli abitanti di un determinato luogo (esempio gli abitanti di un comune o dell’associazione agraria). Queste terre civiche, disciplinate dalla legge 1766/1927, sono per definizione incommerciabili, imprescrittibili e insuscettibili di mutamento di destinazione.
– Avvocato Amorelli, un tempo l’uso civico offriva diverse facoltà, dal pascolo, all’alpeggio, al far legna (ius incidendi e capulandi), del raccoglier fronde (frondaticum) o erba (herbaticum), di spigolare (spigaticum), addirittura del seminare (ius serendi). Oggigiorno, a differenza di un tempo, l’uso civico si proietta sulla tutela di un interesse generale di natura ambientale che va oltre l’interesse di sussistenza della popolazione di un determinato luogo. Praticamente, a cosa si fa riferimento?
La vigente legislazione italiana, legge n.1766/1927 e reg.n332/1928; legge 1070/1930, tende alla liquidazione degli usi civici, mediante assegnazione totale o parziale di un fondo gravato da usi civici ai comuni, alle associazioni, o mediante enfiteusi sul fondo purché coltivabile a favore di coltivatori meno abbienti. In base a suddetta legge vi è la classificazione degli usi civici in due categorie: cat. ”A” boschi e pascoli; cat.”B” zone agricole. Le zone “A” sono destinate a consolidarsi come demanio pubblico inalienabile. Mentre le zone “B” sono destinate, tramite riscatto, alla proprietà privata.
– In riferimento al Cilento, si sente spesso parlare di terreni ad uso civico occupati dai privati – da qui l’istanza da parte della Codacons all’Assessorato Regionale dell’Agricoltura…, all’Ente Parco e alla Soprintendenza per verificare la situazione attuale – è il resoconto di un abbandono? Frutto del disinteresse politico delle istituzioni? O semplicemente atti dolosi di singoli? Si è a conoscenza di ulteriori riscontri in merito?
Uno dei problemi più grandi è la certificazione dei terreni gravati da usi civici. La competenza appartiene al perito demaniale nominato dalla regione. Tale accertamento avviene negli archivi e soltanto a verifica demaniale compiuta è possibile rilasciare certificazioni sulla esistenza di usi civici in un determinato territorio.
– Questi terreni, una risorsa sicuramente notevole, potrebbero offrire dei vantaggi non solo in termini di sostenibilità e di tutela ambientale, ma anche di sviluppo. Cosa prevede la legislazione? Quali opportunità gli usi civici potrebbero offrire all’orizzonte moderno?
Oggi all’attualità l’uso civico tende a valorizzare l’ambiente e va a favore di tutta la collettività. La tutela di un interesse generale di natura ambientale. Gli usi civici assumono un regime particolare nel Parco del Cilento, ovvero nelle aree protette secondo le previsioni contenute nella legge 6 dicembre 1991 n.394 conosciuta come legge quadro sulle aree protette. La legge prevede la generale conservazione e valorizzazione dei beni gravati da uso civico eventualmente presenti sul territorio ed il piano dell’ente Parco.