“Uniti per la scuola”
Domani, lunedì 22 novembre, i Ministri Bianchi e Franceschini presenteranno l’iniziativa sperimentale promossa da UNITA, Accademia del Cinema-Premi David di Donatello e Alice nella Città. Prosegue l’opera sinergica dei Ministeri Istruzione e Cultura, col fine di garantire maggiore legame nel mondo scolastico-culturale, sicura vicinanza da parte dei giovani al patrimonio storico-artistico e di conoscenza del nostro Paese, coerentemente con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Si tratta di un’iniziativa di formazione sperimentale ideata dall’Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo, in collaborazione con l’Accademia del Cinema Italiano-Premi David di Donatello e “Alice nella Città”. “Uniti per la scuola”, è una proposta che verrà promossa in 10 scuole di diverse città italiane. Il progetto sarà presentato nella Sala della comunicazione “Aldo Moro” del Ministero dell’Istruzione. L’evento potrà essere seguito in diretta sul sito e sul canale YouTube del Ministero, alle 12.30. Destinatari della sperimentazione sono gli studenti e i docenti. “Uniti per la scuola” ha la finalità di individuare nuove prospettive didattiche con l’ausilio di pedagogisti e interpreti del mondo del teatro e dell’audiovisivo e, grazie al supporto, degli stessi docenti e studenti, con l’uso di tecniche teatrali e cinematografiche, collocate in un’adeguata cornice pedagogica. Insieme ai Ministri Bianchi e Franceschini, saranno presenti Piera Detassis, Presidente e Direttrice Artistica dell’Accademia del Cinema Italiano-Premi David di Donatello, Vittoria Puccini, Presidente di “UNITA-Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo”, e Pierfrancesco Favino, socio fondatore di “UNITA”, Fabia Bettini e Gianluca Giannelli, Direzione Artistica di “Alice nella Città”. Sarà siglato un Protocollo d’Intesa con le associazioni presenti per avviare un ampio percorso comune di formazione dedicata al mondo della scuola. Dario Franceschini, dal 13 febbraio 2021, è Ministro della Cultura nel Governo Draghi, incarico che ha ricoperto nei governi Renzi, Gentiloni e Conte II, come “ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo”. Avvocato, scrittore e politico del Partito Democratico, originario di Ferrara, conterraneo di Patrizio Bianchi. Nella primavera del 2009, in qualità di leader del Partito Democratico, in un incontro alla Camera dei Deputati, con alcuni rappresentanti del mondo della scuola, una sorta di assemblea aperta, mostrò partecipato e vivo interesse verso la scuola. In quella circostanza annunciò una iniziativa del partito: “La nostra opposizione continuerà ad essere durissima” e “continueremo a denunciare gli 8 miliardi di tagli alla scuola” ebbe energicamente a dire. E aggiunse: “La scelta del governo per i due parlamentari è stata dettata solo da criteri contabili, senza curarsi degli effetti devastanti che ne deriveranno sulla vita reale dei cittadini. In quella occasione il Ministro Franceschini illustrò le controproposte del Pd sulla scuola: “Bloccare il licenziamento di 200mila precari, tanto più in un momento di crisi economica e mentre il presidente del Consiglio annuncia che nel mondo ci saranno 20 milioni di disoccupati; reintrodurre il tempo pieno; investire per le ristrutturazioni degli edifici scolastici, che cadono a pezzi“. Se il governo non rinuncerà ai tagli, promise il segretario del Pd, “troverà una grande mobilitazione, civile, pacifica, del mondo della scuola“. La questione scuola dunque gli stava a cuore, considerato il suo intransigente posizionamento, sin d’allora. Franceschini, riportava Tuttoscuola, accusò il governo di allora di falsificare la verità, negando l’esistenza dei tagli alla scuola, “nonostante siano scritti nella Finanziaria“. Nello specifico, la petizione Pd proponeva: un piano nazionale straordinario per assicurare borse di studio, libri gratuiti per gli anni della scuola dell’obbligo, mense e trasporti; un piano di aggiornamento dei docenti; un sistema di valutazione di scuole e insegnanti, gestito da una “autorità esterna“; un numero “certo e stabile di insegnanti e di organici funzionali“; un programma di sperimentazione per migliorare “l’utilizzo delle risorse“; la riforma della scuola superiore e l’obbligo di istruzione fino a 16 anni, che deve “essere garantito e reso effettivo“; un sistema di “apprendimento per tutta la vita“; un piano di stabilizzazione e indennità di disoccupazione per i precari.