Questo il nocciolo dell’idea su cui costruire un viaggio a piedi nel nostro territorio che si presta bene a farsi prendere così com’è: un Cammino a tappe senza soluzione di continuità di 350 Km che coinvolge 41 comuni e ed altrettanti piccoli borghi disseminati lungo il percorso.
Un Cammino con l’occhio al presente, attento al divenire di luoghi che sanno di porte che si aprono per fare dell’accoglienza uno stile di vita.
Nel 2015, con un gruppo di amici provenienti dall’Umbria demmo il via al primo test sperimentando sulle strade del Parco, se l’intuizione di proporre un’idea di viaggio già praticata da migliaia di persone in altre situazioni e territori potesse attecchire anche qui nel Cilento.
È stato utile farlo con un gruppo composto da soggetti di varia età ed esperienze di viaggi a piedi perché si è riusciti a tradurre in pratica quello nella teoria si può solo ipotizzare.
La prova si prefiggeva di capire se il camminare insieme tende divaricare più che a uniformare l’andatura e l’approccio al percorso. C’era anche sperimentare la parte organizzativa che facesse da supporto alle esigenze dei camminatori nel trasferimento dei bagagli e nel prenotare i punti di ristoro e di alloggiamento.
Infine, si trattava anche di capire come i soggetti commerciali, coinvolti lungo il Cammino, avessero reagito all’arrivo di persone eterogenee per età e per cultura bisognosi di alloggiare per una sola notte.
Un test, insomma, che desse le prime risposte a chi, come Cilento Incoming , aveva scommesso su un’ipotesi di approccio alternativo al trekking.
Esistevano altri esempi di “Cammini” come quello di “Santiago di Compostela”‘ e quello della via “Francigena”. Anche nell’area del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni erano state investito risorse sulla “Via Istmica” che riprendeva la vecchia “rotta” che i coloni Greci percorrevano a piedi, a cavallo o con altro mezzo, da Paestum fino alla Costa Ionica nella città di Sibari.
Tutto il resto, molto importante, è legato realtà legata a trekking, podismo, ciclismo … categorie già ampiamente esplorate.
Ma riportare nel territorio del Parco Nazionale del Cilento, Diano e Alburni il camminare nella sua natura originale: mezzo ancestrale, ma ancora modernissimo, proprio perché è tipico dell’uomo che, unendolo alla sua intelligenza, lo ha elevato al di sopra del resto degli esseri viventi.
Andare, anche solo per diletto, verso una meta prefissata risvegliando dentro di noi un modo di essere che non può esserci diventato estraneo del tutto.
Riuscire resuscitare questo istinto naturale di utilizzare le “gambe” per spostarsi faremmo un buon servizio a noi stessi e a quanti hanno smesso di puntare più sugli spazi e meno sulla velocità per vivere meglio e ritrovarsi “riconoscendosi”.
Il tempo ci dirà se questo avvio sarà stato un inizio di concretezza o un altra vampata che si esaurisce in un nulla di fatto.
Intanto, con l’aiuto di Luisa, Roberta, Anna, Nicoletta, Donatella, Lucio, Francesco, Emilio, Gianni, Fabio, Lucrezia … facemmo il primo passo nel lontano 2016.
Oggi quell’idea ha fatto abbastanza strada e sulle esperienze fatte dopo oggi costruiamo il futuro di un’idea che è già diventata un progetto tracimato in una realtà strutturata e più volte sperimentata.
Gina Chiacchiaro