Unico entra nel 2015 con la determinazione di voler essere protagonista della definitiva affermazione del Cilento nei nuovi assetti territoriali regionali. Infatti, appare chiaro e ineluttabile che la sfida di ammodernamento dell’articolazione dello stato nazionale si giocherà sul fronte delle identità territoriali. Tra le tante che compongono la Campania, negli ultimi 15 anni si è imposta l’area vasta definita dal perimetro del Parco Nazionale del Cilento, Diano e Alburni. L’idea Parco è stata un’intuizione di successo costellata di insuccessi! Dove “successo” sta per cose fatte e “insuccessi” per tanti progetti avviati ma non portati a compimento. Tra i successi possiamo annoverare l’istituzione dell’area protetta più grande d’Italia, l’inserimento nel patrimonio UNESCO di Paestum, Velia, Certosa di Padula, Paesaggio e Dieta Mediterranea, riserva di bio sfera, Geoparchi, aree marine protette … L’acquisizione e ristrutturazione di un importante e diffuso patrimonio immobiliare (oltre 100 milioni di euro), dotazione del piano del parco … Insomma tutti successi costellati di insuccessi dovuti a innumerevoli problematiche quasi tutte da addebitarsi all’incapacità degli attori territoriali di andare oltre la soddisfazione del riconoscimento e del primo stadio realizzazione . Oggi è ora di andare oltre il frammento delle iniziative estemporanee per approntare un piano che porti il nostro territorio a riempire la nuova prospettiva di articolazione territoriale di contenuti forti con prospettive condivise e concretizzabili attraverso un governo riconosciuto e responsabile diretto del detto e del fatto! Intanto, è utile ricordare a tutti noi che il Cilento non è all’anno zero, come lo è stato per secoli: “la terra dei tristi” da fagocitare e ridurre a miti atteggiamenti nei confronti del potere. Borbonico prima, e stato Italiano e dell’articolazione regionale e provinciale, dopo. Rimane famosa la definizione che Ermanno Corsi diede del Cilento: “Una regione prigioniera di una provincia!” Anche in problema dello storico isolamento dovuto alla scarsità di vie di comunicazione è stato confinato alle zone interne che, per definizione, sono poco accessibili. La SA-RC rifatta fino a Padula -Buonabitacolo che immette sulla Bussentina, che s’incrocia con la Cilentana, che arriva fino a Battipaglia circoscrive l’area parco in un unico raccordo grande raccordo. L’alta velocità che arriva fino a Salerno fa il pari con la viabilità su gomma collegando l’intera dorsale Tirrenica con la nostra realtà. Manca All’appello l’aeroporto di Pontecagnano e il metrò del mare, esperienze già “provate” ma da ridefinire dando ad esse continuità e tempi certi, per rassicurare chi vuole investire sui turismi possibili che può puntare in alto. Il tempo e le nuove generazioni faranno il resto confidando sul nuovo clima di rispetto delle regole e di attenzione verso il patrimonio ambientale e architettonico che sta consolidandosi anche alle nostre latitudini. Infine, la possibilità di poter competere alla pari in ogni angolo del pianeta su ogni attività di carattere intellettuale e di ricerca grazie alle autostrade informatiche è la chiusura del cerchio infrastrutturale necessario a chi ha voglia e genio di intraprendere la via più giusta per il futuro. Ce la possiamo fare, ce la dobbiamo fare! Unico sarà della partita raccontando il processo, che per tanti aspetti è già in atto, senza pregiudizi e senza partito preso.
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