Il Vangelo di Marco si apre presentandoci il precursore di Gesù, Giovanni Battista e in particolare il suo stile
di vita, umile e sobrio. Giovanni vive nel deserto e battezza nel Giordano tutti coloro che accorrono dalla
regione della Giudea e da Gerusalemme, confessando i loro peccati. Giovanni Battista prepara la strada per
la venuta di Cristo, ma afferma la sua inferiorità rispetto a Chi verrà dopo di lui e battezzerà non con l’acqua
ma con lo Spirito Santo.
La seconda domenica di Avvento ci invita alla conversione indispensabile per accogliere Gesù, a riflettere
sulla nostra disponibilità a riconoscere la superiorità di Dio su di noi e a riflettere su come viviamo il nostro
impegno battesimale considerando il ruolo dello Spirito Santo nella nostra vita.
Come Giovanni Battista tutti noi siamo chiamati a testimoniare la nostra fede con umiltà aprendoci agli altri
con cordialità e attenzione alle loro necessità.
Giovanni Battista è la voce che annuncia, che chiama, che sollecita. È la voce di uno che grida nel deserto,
un’espressione divenuta proverbiale che allude a qualcuno che grida ma che nessuno ascolta. Eppure la sua
voce nel deserto trova spazio per farsi sentire e manifestare la sua forza. E’ una voce che ci chiede di
scendere nelle acque del Giordano per un cambiamento radicale che deve avvenire nella nostra vita. Tutti
noi possiamo udire questa voce anche se è impegnativo farci scuotere da essa. E’ una voce che porta un
messaggio di consolazione e speranza per noi, spesso delusi e privi di punti di riferimento. Un messaggio
che rischia però di rimanere inascoltato se non abbiamo il coraggio di vivere il deserto, deserto che vuol
dire silenzio, povertà, essenzialità, solitudine non sofferta per cause della vita, ma solitudine che ci
permette di stare con noi stessi e incontrare Dio.
In questi giorni è bello prepararci al Natale preoccupandoci di tante cose legate alla tradizione, dedicarci
agli addobbi nelle nostre case, agli scambi dei regali, ma ritagliamoci qualche momento di deserto per
andare al nocciolo essenziale della vita che non si può cogliere se non incontrando noi stessi e mettendo a
tacere le mille voci che indirizzano la nostra vita da tutte le parti fuorché da quella del Signore.
Di fronte poi alle ingiustizie, alla violenza, alle guerre, non smettiamo di essere “voce” che porta un
messaggio di giustizia, di pace, di amore, di speranza. Impegniamoci seriamente perché questa voce non
resti inascoltata, ma risuoni sempre più forte e possa preparare la strada alla salvezza eterna.
Iniziamo subito…….. e non solo con le parole ma con i fatti!
Santa domenica in famiglia.
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