Da quando in Italia è scattato l’allarme per il grande pericolo che poi avrebbe investito l’intero Pianeta, il sistema Scuola non si è mai fermato . Già nelle ore precedenti al lockdown, la comunicazione tra i vari protagonisti degli Uffici e della didattica e con gli stessi studenti, ha assunto concitate trame fitte. Ci si confrontava, si cercava di comprendere, ma, allo stesso tempo, di tranquillizzare, sebbene nessuno di noi avesse ben chiaro il quadro di come stesse evolvendo veramente la situazione. Pian piano, la tragedia si è svelata in tutta la sua imponenza e la reazione della Scuola Italiana è stata quella di porsi a presidio nel tutelare, ancora una volta e con i mezzi a disposizione, la serenità dei nostri ragazzi, da sud a nord, anche nelle aree più colpite, Dirigenti e Docenti si sono attrezzati per entrare nelle case dei propri alunni e portare il proprio supporto, anche solo con il proprio “esserci”. Nessuna velleità di proseguire il lavoro scolastico in senso stretto; ci si rapportava con situazioni dolorose, con sensazioni di smarrimento, se non di paura. Noi stessi, magari provati da tragedie personali, ci siamo sentiti incapaci, a volte, di testimoniare ottimismo e fiducia, ma la spinta motivazionale che il lavoro nella Scuola riesce a trasmettere, è stata più forte di qualsiasi momento di abbattimento. Abbiamo, quindi, appena sospese le attività didattiche, convocato un primo Collegio mantenendo la distanza di sicurezza prescritta, per decidere insieme, sebbene la didattica a distanza non fosse stata resa ancora obbligatoria per tutti, che volevamo tentare di tenere i contatti con i ragazzi, mediante ogni mezzo risultasse a ciò utile. Ci si poneva allora il problema del rispetto delle esigenze legate alla tutela della Privacy, fortunatamente, poco tempo dopo, il Garante della Privacy ha chiarito, in una nota del 30 marzo 2020, che “le scuole e le università che utilizzano sistemi di didattica a distanza non devono richiedere il consenso al trattamento dei dati di docenti, alunni, studenti, genitori, poiché il trattamento è riconducibile alle funzioni istituzionalmente assegnate a scuole e atenei”, pertanto, abbiamo dovuto dedicarci solo a garantire misure dirette alla sicurezza dei dati, come d’altronde, già avviene di regola. Abbiamo poi convocato un Collegio dei Docenti utilizzando una piattaforma virtuale e,devo dire, che è stato commovente constatare l’assenza, motivata, solo di qualche componente; immagino che per qualcuno, la partecipazione,sia stato un grande sforzo di apprendimento veloce nell’utilizzo delle nuove tecnologie, ma era lì, con tutti noi! Questo ci ha confortato nel proseguire con la strutturazione di nuovi percorsi didattici, adattabili alla nuova metodologia della DAD e dopo qualche giorno , si sono riuniti, sempre in modalità telematica, i Dipartimenti per Assi culturali e successivamente i Consigli di classe, che hanno dovuto anche ripensare ad un sistema di valutazione che tenga conto delle numerosissime variabili esistenti nella tipologia della didattica on line, del particolare periodo storico che stiamo vivendo, delle attuali prescrizioni normative, ma soprattutto del fatto che ora più che mai, dovrà trattarsi di una Valutazione Formativa .
Nel frattempo, la Didattica a Distanza veniva definitivamente resa obbligatoria, con il D.L. n.22 del 8 aprile 2020, ovviamente,il lavoro era già stato ben avviato da ciascun docente con i propri alunni e già erano emerse le prime difficoltà da parte dei ragazzi che non disponevano di devices, né di connessioni adeguate. E’ stato messo in campo, allora, un monitoraggio per cercare di fornire a ciascuno quanto necessitava, ma questa operazione, ha richiesto tempi non proprio ristretti, stante proprio la difficoltà di raggiungere i ragazzi che non dispongono di adeguate strumentazioni tecnologiche. Al momento, sono state conteggiate un certo numero di necessità alle quali si cercherà di fare fronte nel più breve tempo possibile, compatibilmente anche con la ricerca di soluzioni adeguate e condivise con i genitori sulla scelta delle reti o altre tipologie di connessioni utilizzabili a scopo didattico.
Uno dei primi dubbi dei docenti, alla proposta del Governo della DAD, fu proprio l’esigenza, fortemente sentita, di non lasciare indietro gli alunni impossibilitati a seguire le lezioni a distanza, ma, in primis, lo Stato ha stanziato risorse ulteriori per fornire a tutti le dotazioni necessarie, in secondo luogo, per gli alunni che più degli altri, soffriranno di questa modalità didattica a distanza, saranno predisposti percorsi di recupero e di supporto all’inizio del prossimo anno scolastico e sicuramente, acclarata l’impossibilità e non la mancanza di volontà, non soffriranno alcun tipo di riflesso negativo sul proprio percorso scolastico, con riguardo alla valutazione degli apprendimenti.
Grande attenzione, viene riservata gli alunni maturandi, per i quali si sta cercando di attenuare ogni tipo di ansia o preoccupazione per un Esame di Stato veramente nuovo sotto ogni aspetto; qualcuno dirà “più semplice”, potrebbe anche essere vero, ma ricordiamoci che spaventa sempre più l’incognito, rispetto a qualcosa, sebbene più complicata, ma conosciuta e sperimentata negli anni. La Commissione formata esclusivamente da docenti del Consiglio di classe, solo con il Presidente esterno, sicuramente, sarà di maggior conforto per gli studenti, per il fatto che essi ben ne conoscono potenzialità, impegno e rendimento; d’altronde, questi ragazzi sono stati lontani dalle attività in presenza tre mesi, sui cinque anni del percorso scolastico, nei quali hanno potuto ampiamente dimostrare le loro capacità.
Nelle segreterie, il lavoro è diventato “Agile”, ma tra connessioni “a singhiozzo”a casa, inesperienza degli operatori, ancoraggio della PA al documento cartaceo, nonostante anni di dematerializzazione, di agile, soprattutto durante le prime settimane, si è visto ben poco! Le difficoltà sono state notevoli, ma con grande sforzo, da parte di tutti gli addetti ai lavori, sono state superate in larga parte ed ora il lavoro procede abbastanza speditamente da casa, tranne per quegli atti indifferibili per i quali è richiesta la presenza fisica negli Uffici.
Si potrebbe pensare che risolti i problemi iniziali, la Scuola italiana, possa essere chiamata tale anche se basata esclusivamente sulla DAD, ma noi che viviamo le aule scolastiche da sempre, sappiamo che si tratta di una “scuola a metà”, non solo per l’Istituto Ferrari che basa la sua azione didattica su attività laboratoriali e tecnico-pratiche, impossibili da realizzare a distanza, ma per tutte le Scuole, luoghi dove si instaurano rapporti, si impara a gestire relazioni, si costruiscono personalità, si sopperisce a carenze socio-affettive. I nostri ragazzi necessitano della leadership educativa dei loro docenti che li accompagni quotidianamente nel percorso di apprendimento; la loro crescita maturativa richiede il confronto tra pari in un ambiente che sappia dirimere i conflitti, sciogliere dubbi, supportare nelle difficoltà.
Ovviamente la didattica a distanza è tutto quel che possiamo offrire in un momento storico come quello attuale, nel quale le nostre stesse vite sono vissute ”a metà”, monche della componente che qualifica l’essere umano quale animale sociale. Abbiamo dovuto rinunciare, tra le altre cose, agli elementi essenziali e forse più gratificanti della nostra stessa esistenza: gli affetti e la libertà. Nella consapevolezza che tutto questo dovrà avere una conclusione al più presto e che mai potremmo sostituire i rimedi straordinari approntati per l’emergenza alla nostra didattica tradizionale, seppur suscettibile di una revisione metodologica nell’ottica di un reale rinnovamento tecnologico, ciascuno di noi, operatori delle Scuole, si spenderà in ogni modo affinchè nessun ragazzo sia lasciato indietro o possa perdere frammenti preziosi della propria crescita educativa e culturale.
Daniela Palma