Le celebrazioni per la ricorrenza di San Michele Arcangelo, in programma per l’8 e il 9 maggio a Fonte di Roccadaspide sono state rinviate alla sera del 10 e dell’11 maggio (la Corrida canora e il concerto di Paolo Vallesi). Causa del maltempo che quest’anno ha voluto bagnare il santo patrono. Le cerimonie religiose si sono invece svolte secondo il consueto calendario: la messa e la sacra processione hanno avuto luogo ordinariamente. Nonostante il fastidioso arrivo della pioggia, i fontesi si sono recati numerosi alla funzione liturgica di martedì sera. La giornata seppur uggiosa è riuscita a radunare un cospicuo gruppo di fedeli e la cappella, col suo esiguo spazio, ha accolto come sempre i venerandi di San Michele Arcangelo, per i quali il giorno dell’8 maggio rappresenta da tempi remoti un’imperdibile data di venerazione.
In occasione dei festeggiamenti, l’associazione “Amici di Fonte” ha organizzato per il secondo anno consecutivo una mostra fotografica: una retrospettiva storica su Fonte e il suo stanziato, che mette in esposizione le foto antiche, per ricordare le vicende, i riti e i volti di una comunità. Ad emergere è la vita quotidiana, con le sue feste religiose o di paese, i matrimoni, le comunioni, le foto di scuola o di classe, così come i paesaggi o gli edifici: vengono fuori diversi soggetti, i quali illustrano la vita del passato tra gli anni ‘50 e gli anni ‘80. Un lavoro partecipativo che ha visto la collaborazione dei suoi abitanti, i quali con entusiasmo hanno aderito al progetto. Recuperare dal cassetto dei ricordi le foto che hanno fatto la storia e che ritraggono il paesaggio fontese prima che questo venisse insediato dalle numerose costruzioni moderne, costituisce una sensibile operazione di valore sociologico; Un punto di contatto col passato per rinsaldare il rapporto dei cittadini alla propria comunità, e anche l’occasione per rigenerare gli incontri tra i tanti che si sono persi di vista o tra quelli che ancora non si conoscono. A fare da contraltare alla vetrina storica troviamo giustapposti gli scatti colorati di vedute insolite della Fonte odierna.
Un’iniziativa semplice ma efficace, dove le persone parlano dei ricordi che quelle immagini gli evocano. Personalmente darei un premio agli organizzatori, che con un gesto sono stati capaci di riaccendere il motore dei ricordi e dell’immaginario collettivo, ridando linfa a una festa caduta ormai in disuso. Oltre a valorizzare il proprio paese, sono diventati l’esempio di un impegno civile che ogni cittadino dovrebbe avere verso il posto in cui vive. Un impegno generoso, creativo, che è nato senza tante aspettative, se non quella di dar voce al proprio impulso emotivo. Dietro le quinte di questa simpatica proposta troviamo Gabriele Conforti, imprenditore edilizio e fotografo per passione, una persona che senza manie di protagonismo è stata capace di dare spazio al suo ampio sentire e di ritagliare all’interno della propria comunità un evento capace di coinvolgere tutti. Sono passati diversi mesi da quando Gabriele, insieme agli altri membri dell’associazione, ha chiesto ai fontesi di portare le loro vecchie foto. È stato necessario ordinare, registrare, sottoporre a scansione e organizzare tutti gli scatti. Riscattare il proprio ruolo di cittadino attraverso una manifestazione tutto sommato collettiva restituisce valore all’intera comunità. Tutto ciò a prova che i nostri piccoli paesi non sono morti, e che in essi giace ancora la forza trainante per rigenerare la società.
“L’opera è un movimento nell’arco di una vita, sai. Il tempo è un momento che condividiamo e non è prestabilito. Non c’è nulla nel tempo che assomigli a una timeline. Il tempo è un respiro, non c’è una struttura. Per cui un’opera può essere corta o lunga, ma non è delimitata o prestabilita in base ad una composizione. La ragione di questo sta anche nel fatto che il tempo che dedichiamo alla visione di un’opera è una nostra scelta”. Cosi l’artista Philippe Parreno racconta in occasione di una sua mostra, descrivendo la sua visione dell’arte e del tempo, e il ruolo dello spettatore. Una riflessione che sento abbia raggiunto molti di coloro i quali hanno preso parte all’evento.
La mostra che ritrae Fonte antica è un invito rappresentativo a interagire gli uni con gli altri, a rifondare insieme, partendo dallo stesso bene comune, le comunità che verranno, e soprattutto, un’occasione attraverso la quale fare luce sulla propria memoria, per non dimenticare. L’auspicio è che possano esserci altre manifestazioni come queste, attraverso le quali confrontarsi e “fare” sempre meglio in direzione di un obiettivo comune. Con questa rassegna collettiva, il comitato organizzatore, è riuscito a cogliere lo spirito che anima il nostro intimo bisogno di connessione. Scegliere di comunicare attraverso i propri ricordi è senza dubbio una scelta vincente. Esplorare i ricordi è, infatti, un processo creativo a tutti gli effetti, che consente di tracciare una mappa emotiva di quei luoghi e di restituire valore a quella conoscenza e a quel desiderio di trasmissione, presente in ognuno di noi. Un input che speriamo non si esaurisca.