Ad Ascea una manifestazione per valorizzare la cultura della terra e il ricambio generazionale in agricoltura
Alla fine degli anni ’60, l’Italia Meridionale vive l’abbandono delle terre di cittadini, prostrati dalla vita nei campi, alla ricerca di prospettive future meno faticose e più remunerative nelle industrie del Nord. Oggi, si registra la tendenza opposta. Sempre più giovani, angosciati dai ritmi frenetici della città, desiderano un ritorno alle origini. Un ritorno alla terra dei loro nonni, da coltivare e da cui trarre frutti, così da innalzare la qualità della vita per un turismo sostenibile. È da qui che prende le mosse l’evento “Le vie dell’olio”, tenutosi ad Ascea, presso Palazzo De Dominicis-Ricci. Un incontro volto a promuovere il territorio, il turismo rurale e sostenibile e il ricambio generazionale in agricoltura.
«L’amministrazione vuole piantare un seme per avvicinare i giovani all’agricoltura in un momento in cui viviamo un ritorno alle origini. Nel territorio di Ascea ci sono tanti terreni con piante di ulivo e casolari abbandonati, perciò vogliamo creare una politica occupazionale, che rimuova gli ostacoli e appassioni le nuove generazioni. Questo per evitare lo spopolamento, l’abbandono delle terre coltivate dai nostri padri e perché no far sì che i giovani riscoprano il rapporto uomo-terra come un valore» – commenta il vicesindaco Pietro D’Angiolillo. Del valore della terra e dei paesaggi interiori degli uomini ci parla anche Carlo Levi, autore del famoso romanzo “Cristo si è fermato a Eboli”. Il professor Andrea Iovino, infatti, ha tenuto una lezione sulle prospettive di futuro che derivano dal corso della storia e dalla capacità di liberare futuro grazie alle lezioni del passato. Nel corso dell’incontro si è tenuta una visita guidata ad un frantoio con la degustazione di olio e prodotti tipici a cui hanno partecipato anche buyers europei, selezionati dall’Agenzia Nazionale del Turismo.
Scopo della manifestazione è anche quello di promuovere un turismo esperienziale di bassa stagione e di portare gli ospiti da castagneti e uliveti per farli connettere con la bellezza dei luoghi cilentani e di promuovere l’enogastronomia.