C’era una volta in un castello fatato un re …
Molte fiabe che ci sono state raccontate e che abbiamo a nostra volta raccontato ai nostri bambini iniziano così.
Nella realtà di oggi i re sono sempre più pochi sui troni politici del mondo e il loro potere è sempre molto limitato rispetto al passato e il loro ruolo perlopiù cerimoniale.
L’ incoronazione di un re resta comunque uno degli eventi mediatici più importanti e più seguiti. Tutti abbiamo visto l’incoronazione di Carlo III a Maggio del 2023, nell’Abbazia di Westmister a Londra. Durante il rito al sovrano è stata posta sul capo una corona d’oro decorata con diamanti, pietre preziose e perle, e gli sono stati presentati i simboli del potere, la spada, lo scettro e il globo.
Ogni anno l’ultima domenica di novembre la Chiesa cattolica celebra la Solennità di Cristo Re alla chiusura dell’anno liturgico.
Nel breve passo del Vangelo odierno, sono le ultime ore di vita di Gesù sulla terra, l’evangelista Giovanni ci fa partecipare all’interrogatorio di Pilato a Gesù nel processo prima della condanna.
Nel dialogo sono messi a confronto due poteri, il Regno di Dio e l’Impero Romano. Nel primo emerge l’umiltà e la dolcezza, nel secondo la forza e la prepotenza. Gesù, imputato, appare senza potere e senza gloria di fronte a Pilato, che lo interroga e deve giudicarlo.
Difficile riconoscere in Gesù un Re! Come è diversa la sua regalità da quella a cui siamo soliti pensare, all’immagine che abbiamo dei regni della terra.
Non potenza, non dominio, non sfarzo. Sul capo una corona di spine. La Croce come trono.
Un Re povero venuto a servire pur essendo il creatore dell’universo e di ogni singola creatura. Un Re il cui regno è basato sull’amore, sulla giustizia, sulla verità e non sulla forza o sul controllo politico.
A differenza dei re della terra Gesù non sottomette nessuno, è Re solo perché ci ama al punto di dare la sua stessa vita per la nostra salvezza. “Il mio Regno non è di questo mondo” così risponde a Pilato.
Di fronte alle divergenti concezioni di regalità e potere che emergono nel dialogo, siamo chiamati a prendere posizione, a non rimanere spettatori passivi. Il nostro compito non è dominare o esercitare potere sugli altri, ma servire umilmente come ha fatto Gesù. Dobbiamo essere portatori della verità fra i nostri fratelli e sceglierla rispetto alla facilità della menzogna. Entriamo nella scena proposta dal brano evangelico e scegliamo di stare dove regna Gesù.
Dove è il suo Regno? È proprio dove Lui vuole regnar: nel nostro cuore! Santa domenica in famiglia.