Un premio artistico letterario ricorda “ Don Peppe Diana”, il prete ucciso dalla camorra per le sue denunce e il suo impegno antimafia.
“Il 19 marzo è morto un prete, ma è nato un popolo”, disse monsignor Antonio Riboldi, vescovo di Acerra, celebrandone i funerali, parte di quel popolo si è ritrovata nel “Comitato don Peppe Diana”. Uomo di Dio in prima linea alla lotta all’illegalità sul territorio, sul quale per anni è stato egemone il potente clan dei Casalesi. Fu ammazzato il 19 marzo del 1994, in chiesa, nel giorno del suo onomastico.Tema proposto alla XVII edizione del Premio: “SALVARE LA TERRA, L’UNICA CHE ABBIAMO.
La Scuola di Pace “Don Peppe Diana” di Casal di Principe (CE), insieme al Comitato don Peppe Diana ed al coordinamento provinciale di Caserta dell’Associazione Libera, promuovono il Premio Artistico Letterario dedicato alla figura di don Peppe Diana, giovane sacerdote di Casal di Principe, ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994, mentre si apprestava a celebrare messa. “Il 19 marzo è morto un prete, ma è nato un popolo”, disse monsignor Antonio Riboldi, vescovo di Acerra, celebrandone i funerali, parte di quel popolo si è ritrovata nel “Comitato don Peppe Diana”. Dal martirio di un uomo, di un prete, è nato un popolo. Peppe Diana fu ucciso dalla camorra per le sue denunce e il suo impegno antimafia. Per Nunzio De Falco, 71 anni, mandante dell’omicidio di don Peppe Diana, si sono aperte le porte del carcere. Doveva restarci per doppio ergastolo. Era detenuto nel carcere di massima sicurezza di Sassari. Per gravi motivi di salute è stato messo fuori. “Per quello che ha fatto, quell’uomo avrebbe dovuto morire in carcere”, ha dichiarato la sorella del prete ucciso. Don Peppe era nato proprio a Casal di Principe il 4 luglio del 1958. Dopo la laurea in Filosofia e gli studi teologici a Napoli aveva deciso di tornare nella sua città natale, dove era stato assegnato alla parrocchia di San Nicola di Bari. In prima linea alla lotta all’illegalità sul territorio, sul quale per anni è stato egemone il potente clan dei Casalesi, don Peppe Diana fu ammazzato il 19 marzo del 1994, nel giorno in cui si celebrava il suo onomastico, proprio in chiesa, mentre si preparava a dire messa: intorno alle 7.20 di quella mattina, fu colpito da cinque proiettili, che non gli lasciarono scampo. Il Premio Artistico Letterario “ Don Peppe Diana” giunge quest’anno alla XVII Edizione. A Causa della pandemia, lo scorso anno non è stato possibile il completarsi del percorso del Premio Letterario,viene quindi riproposto quest’anno. I gravi eventi dovuti al cambiamento climatico in atto e, che sempre più violentemente si stanno manifestando, rendono di estrema attualità il tema proposto alla XVII edizione, “SALVARE LA TERRA, L’UNICA CHE ABBIAMO”. Agli studenti della Campania viene richiesto di cimentarsi in un disegno o in un breve componimento, esprimendo il proprio pensiero su questo grande problema della nostra epoca. In pratica si chiede agli studenti di rispondere alla domanda: “Cosa posso fare io per cambiare le cose, come posso modificare la grave situazione in atto, a cosa sono disposto a rinunciare per aiutare il Pianeta a salvarsi? Cosa farò per il mio futuro?” In questi ultimi tempi assistiamo ad un risveglio della sensibilità, in particolar modo giovanile, verso il grandissimo tema del cambiamento climatico del pianeta che principalmente a causa del riscaldamento globale sembra avviato verso una fine inesorabile se non si riesce a ribaltare, nel poco tempo che ancora resta, modi di produrre e di consumare, insieme a stili di vita che sono improntati al consumo sfrenato delle risorse limitate del pianeta.Una ragazzina svedese, Greta Thunberg, è diventata la bandiera di questa nuova sensibilità che sempre più sta diventando un movimento mondiale. Le sue parole sono strali che centrano il cuore del problema: “<< …a me importa della giustizia climatica e di un pianeta vivibile. La nostra biosfera viene sacrificata per far sì che le persone ricche in Paesi come il mio possano vivere nel lusso. Non possiamo risolvere una crisi senza trattarla come una crisi: dobbiamo lasciare i combustibili fossili sottoterra… Voi dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa, ma gli state rubando il futuro proprio davanti ai loro occhi. … >> “(dal suo discorso del 17.12.2018 alla COP 24 ). E ancora: “<
Emilio La Greca Romano