I primi consigli comunali a Capaccio Paestum della nuova amministrazione Alfieri già danno un’impronta chiara di quello che maggioranza e opposizione intendo sviluppare nei prossimi anni. L’atteggiamento che la maggioranza ha adottato nelle prime sedute è stato deciso e inflessibile, nel rispetto delle regole democratiche, che ha fatto capire da subito che quello che è stato promesso in campagna elettorale (e anche quello che non è stato promesso come l’entrata di Capaccio Paestum nell’unione dei comuni dell’alto cilento) si farà senza scendere a patti con nessuno. Un chiaro segnale di una classe dirigente che lavora a testa bassa con l’unico obiettivo di realizzare il programma elettorale a qualsiasi costo con una serie di interventi concreti che attendevano da anni una risposta dalla politica. Come la questione del cinema Miriam, prontamente acquisito dal comune di Capaccio in tempi brevissimi, che è stato un punto saliente di tutti i programmi elettorali sin dalla sua dismissione e che il sindaco promette di ripristinare entro il 2021. L’opposizione sul punto approva ma a patto che non diventi una cattedrale nel deserto, essendo il settore cinematografo in profonda crisi, e che sia, invece, il centro dello sviluppo urbano adatto anche ad altre finalità ricreative e sociali. E sulla programmazione triennale delle opere pubbliche l’opposizione ha dato voto favorevole dimostrando di non dire dei “no” pretestuosi anche in ragion del fatto che molte di quelle opere presenti nella programmazione erano le stesse delle precedenti amministrazioni da loro composte. Quindi una situazione politica che pone il bene del paese prima delle divergenze personali, che ha abbandonato il clima da campagna elettorale (e non era affatto scontato) per servire i propri elettori.
La contrapposizione si infiamma solo sulla discussione riguardante l’entrata di Capaccio Paestum nell’unione dei comuni dell’alto cilento, dove l’opposizione ha esplicitato, con il consigliere d’opposizione dott. Longo, la propria contrarietà reputando la questione non limpida e accusando il sindaco e la maggioranza di non aver detto prima, durante la campagna elettorale, che si intendeva inquadrare il territorio in questa direzione. Ovviamente la forza di un consenso popolare sul punto sarebbe stata d’aiuto al sindaco Franco Alfieri che avrebbe potuto giustificare questa mossa con il bollino elettorale. Purtroppo i cittadini, di questo argomento, non ne hanno mai sentito parlare fino al secondo consiglio comunale. Ed è proprio per questo che l’opposizione serve in tutte le democrazie, per esercitare quella funzione di controllo sulla maggioranza che non dovrebbe, politicamente parlando, proporre qualcosa ai cittadini senza che questi possano più scegliere nella cabina elettorale. Un’opposizione che, per il momento, non vede la rappresentanza del consigliere Voza, già ex sindaco e candidato sconfitto al ballottaggio contro Alfieri. Non un intervento in consiglio per l’ex sindaco che in extremis ha preso la presenza nell’ultima seduta consiliare evitando così la decadenza dopo che ha disertato le ultime due precedenti. Al contrario, per la verità, il consigliere Sica, seppur arrivato terzo alle elezioni, partecipa e da voce ai tremila elettori al suo seguito, con un atteggiamento propositivo ma anche talvolta di contrasto tipico del consigliere d’opposizione. È proprio la costruttività a contraddistinguere questa opposizione a trazione Sica che rende inedito l’atteggiamento del gruppo di minoranza rispetto ai consigli comunali del passato. Come la sollecitazione fatta al sindaco per far rientrare il comune di Capaccio Paestum nelle aree ZES (zone economiche speciali) mediante un tavolo con la Regione Campania che, anche se sono decorsi i termini, ha chiuso il bando con 400 ettari non ancora attribuiti.
L’orizzonte politico di Capaccio Paestum, dunque, sembra già avere colori diversi dal passato e si ha la sensazione che si stia realmente sull’orlo di un cambiamento; il problema è capire se si precipita o se si spicca il volo.