Una mia zia, Luisa Farina (scomparsa qualche anno fa, era quasi novantenne), cilentana di adozione in virtù della estesa sperimentazione d’essa realtà, inizialmente in qualità di impiegata, poi di direttrice delle Poste, è vissuta diverso tempo in alcune località del Cilento; le ha sentite appartenenti, idealmente, alla “sua terra”: Battaglia, Orria, Sala Consilina. Dunque, negli anni Ottanta era direttrice delle Poste di Sala Consilina; scriveva poesie, uno dei suoi primi volumi che pubblicò si intitolava POLVERE DI SOGNO (Giacomo Paolino Editore, Arti Grafiche del Cilento, Marina di Ascea, Dicembre 1977). In quel periodo mi inserì nel mondo letterario, facendomi partecipare (ero studente di Ingegneria, mi “abbuonò” la quota di partecipazione) ad una manifestazione letteraria che si svolse nel 1978,”Poeti in libertà”, alla quale ella stessa aderì. Alcuni anni dopo – era il 1981 – fu attuato il 12° Censimento generale della popolazione italiana; il comune di Pellezzano indisse un concorso per l’assunzione a tempo determinato di personale che andasse in giro a raccogliere le informazioni relative a nuclei familiari, alle attività, ad Istituzioni… Partecipai a quel concorso, superandolo (in effetti, nel corso della mia vicenda esistenziale, ho preso parte a due ‘competizioni’ lavorative, in ambedue sono risultato tra i vincitori; relativamente all’altro concorso, lo promosse l’ENEL dopo la immane tragedia del sisma 1980, venni assunto nel 1983 presso la sede ENEL di Sala Consilina). Due frazioni del comune di Pellezzano (Capriglia-Capezzano) mi vennero assegnate, da scandagliare a livello di popolazione residente, di attività commerciali, tecniche, e via di seguito. Una stupenda esperienza professionale ed umana: entravo in ‘abitazioni ricche’ ed in quelle ‘disagiate’, in ambienti di lavoro e in villette (in una di esse vi abitava ilcalciatore della Salernitana,Enrico Braione, il quale – per buona sorte mia – fermò, con un urlo tale da far impallidire ancor più lo smunto personaggio di Munch, appena in tempo il cane da guardia che, all’ingresso della sua villetta, stava per saltarmi addosso). Significativo fu l’intenso momento, davvero una bella emozione, nella struttura SUORE CROCIFISSE di Capriglia; la religiosa che coordinava la Congregazione femminile, ricordo prediligeva il teologo e poeta friulano dell’Ordine dei Servi di Maria, David Maria Turoldo, capace di trasmettere una grande energia vitale; lo scopersi grazie alla sorella, appresi che questo grande poeta amava le ‘sinergie’: collaborò attivamente alla Resistenza antifascista, fondò la “Corsia dei Servi”, luogo d’incontro e di dialogo tra intellettuali di ogni colore politico, integrando dunque in una straordinaria cooperazione varie entità culturali; tacciato di simpatie verso l’ideologia comunista, tale accusa gli costò l’allontanamento dall’Italia dunque risiedé in vari conventi d’Europa e America. Insomma, un personaggio ecclesiale di singolare originalità.
La conversazione con ella e alcuni splendidi versi Turoldiani (Fratello ateo / nobilmente pensoso,/ alla ricerca di un Dio/ che io non so darti,/ attraversiamo insieme/il deserto) furono fonti ispirative di una lirica, la intitolai ‘Onde’: Tutte le esperienze, le emozioni, lasciano in noi un segno, anche se svaniscono inesorabilmente nel nulla, ‘spariscono’ tra le onde del silenzio degli oceani. Tornando a mia zia, illustrai graficamente sue poesie, trasponendole in musica con brevi brani. Di seguito vi sono: una lirica da lei composta, intitolata ‘Polvere di sogno’; poi 2 brani, da me scritti: ‘La spatoletta’, con la quale partecipai alla edizione 1978 di una manifestazione che si svolse a Bologna; ed infine la lirica ‘Onde’. Mi piaceva inserire disegnini illustrativi all’interno dei miei testi, integrandoli talvolta anche musicalmente con brevi melodie ed accordi di accompagnamento. In sequenza sono riproposti i 3 brani, con associate 3 immagini illustrative. ‘La spatoletta’ la considero una sorta di fiammella d’amore, indelebile, essendo stata la poesia con la quale partecipai al mio primo concorso letterario. Relativamente a ‘Onde’: è dedicata a Pino Fleres, caro amico scomparso esattamente 41 anni fa; era l’infausto 12 ottobre del 1977, aveva 16 anni. Il Destino volle che restasse vittima di un terribile incidente stradale. Il suo segno zodiacale era,come il mio, Acquario, rappresentato simbolicamente da 2 onde: l’immagine grafica ‘bi-ondulatoria’ indica contatto tra l’alto e il basso, tra il cielo e la terra. POLVERE DI SOGNO (Autrice: Luisa Farina, 1977).
“Sulla via bruciata dal sole/ non deserta ma piena di vita /tanta gente vociando vi passa./ Sui gradini di un portico nuovo/ con la testa poggiata ad un legno/ sta seduto un bambino sperduto./ Egli guarda e non tende la mano: se paura ha nel cuore che piange,/ il suo labbro sta muto e non trema. Poi negli occhi vi brilla una luce /-Siam fratelli- sussurra quel cuore/ -non son solo- e riprende coraggio. Se pietosa la gente che passa/ il suo sguardo regala a quel bimbo/ per la voce che sale dal cuore/ e si ferma con subito slancio/ fa cadere, con fare distratto/ solo un soldo nel palmo che brucia./ Quella mano si apre improvvisa/ ed il soldo con suono stonato/ sulla strada vi rotola al sole./
Un singhiozzo scuote quel petto / una lacrima bagna quel viso:/ nella polvere cade e vi muore/ anche unsogno che vale una vita”. Seguono 2 brani da me scritti ed illustrati con disegni. ONDE (1981). “Guarda:la luce ed il giorno son svanite/ come nell’aria quei voli disperati di speranze/ che stamane ci lasciavano senza fiato./ Somiglia all’onde / nel silenzio dell’oceano: schiumano / per un attimo … e spariscono./ E’ la vita / la tua la mia la nostra vita: / somiglia ai capricci di un’onda /che un giorno sparirà nel silenzio degli oceani./ E porterà con sé una fiamma.”
LA SPATOLETTA (1978). “Dio, che bella invenzione! / Oltre alla donna bamboletta / che gran bel dono d’Iddio la spatoletta! /Puoi mescolar il bell’azzurro di begli occhi / col biondo chiaro dei capelli / e sulla tela ti apparirà il verde fiume dell’amore./ Con questa specie di cucchiaio, tu dipingi / una stellina blu e il bianco d’una carezza, / avrai così la donna bamboletta,/ avrai l’azzurro diverso,avrai l’azzurro immacolato / oltre il peccato. /Ma trasportando in giro la sua spatoletta, / il pittore / si ferma sopra un colle, e se ne sta lassù sospeso / inventando la vita con gli occhi di un bambino./ Dipinge con la spatoletta l’azzurro immacolato,/stende sulla tela l’azzurro immacolato./ E ricolma arrossendo il visino./ E lei, sciocco, lei ti stende col suo visino.”