Affronto, con qualche timore reverenziale, l’incognito raduno di Piagginesi (molto meglio conosciuti come Chiainari) fuori sede: già da tempo si ripetono incontri di “fuoriusciti” per una simpatica rimpatriata tra conterranei non più residenti in Piaggine. Arrivo con il mio amico Carmelo, puntuale come un’orologio svizzero, in un ristorante “Hermanos” tra Capaccio Scalo e Ponte Barizzo e altri ad accoglierci un’ampia sala vuota. Una tavola imbandita è il segno di non aver sbagliato locale. Alla spicciolata arrivano tutti i “convocati” che. dopo aver versato la quota di partecipazione (£60000) affrontano il rito del riconoscimento o della presentazione. Rivedo volti che, nonostante gli anni, riesco a inquadrare in un’epoca lontana e che avevo conosciuto attraverso gli occhi e le parole di mio che, per voglia di vagare, seguivo dappertutto. Persone che mi riportano in un mondo di relazioni dal quale ho imparato la disponibilità l’accortezza, la socialità ma anche la voglia di arrivare e migliorare.
Il politico, l’imprenditore. l’operaio. l’amico un microcosmo che rappresenta in pieno una realtà cosmopolita di un paese senza storia ma con la voglia di primeggiare che ha fatto da leva infaticabile per gente figli del lavoro e della sofferenza. Non è una serata goliardica, due brindisi appena accennati e molte discussioni pacate: le voci degli avventori abituali sovrastano quelli della tavolata! Sembra di essere ad una cena tra soci di un club anglosassone. Quasi a fare da controcanto all’articolo dell’amico Oreste Mottola pubblicato sul Mattino di quel 24 aprile (briganti, pastori, ministeri e miliardari) riferito all’arrivo a Piaggine di Carmelo Vertullo, arrivato in elicottero e che ha donato al paese un milione di dollari. Insieme alla donazione, che ha tenuto banco per un po’, molti gli argomenti posti sul tavolo per accompagnare il voluminoso menù ordinato da Tonino Scala, organizzatore della serata: Il futuro di Piaggine e della Valcalore legato al problema viario: fondovalle o adattamento della rete esistente; Kosovo e soluzioni possibili della guerra; Scaramucce politiche ma grande fair play dei protagonisti di partiti diversi;
Disponibilità a fare qualcosa per il proprio paese. La serata è scivolata oltre la mezzanotte senza strappi, con qualche accenno ad utilizzare il salone come i “Purcili”. (la piazza dove svolge la vita sociale del paese) per brevi passeggiate. A tutti è stata donata una foto d’epoca ritraente piazza Umberto I (quella di sotto) come si presentava nell’immediato dopo guerra. Un brindisi finale ha concluso una buona cena che ha fatto da collante ad una serata oltre il tempo e fuori dallo spazio (di Piaggine). A me è rimasto il piacere di aver rivisitato, tramite quei volti, un’esistenza spesa utilmente nel ricercare, tra le pieghe della vita, le opportunità (poche) che sono disponibili in un piccolo paese di montagna, Piaggine.