Di Massimiliano De Paola
Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è un territorio meraviglioso, ricco di storia, di arte, di cultura. E’ un territorio stupendo dal punto di vista naturalistico, ricco di grotte e di fiumi. Ha una straordinaria varietà di prodotti enogastronomici di altissima qualità. Ma per molti abitanti del posto non è tutto oro ciò che luccica.
Ho provato a fare un’indagine per capire cosa pensano del nostro territorio i turisti che ci vengono a visitare e gli abitanti del posto che quì ci vivono 365 giorni all’anno, ed ho scoperto cose molto interessanti.
Ecco una breve carrellata di opinioni dei turisti che hanno visitato gli 80 Comuni (o parte di essi) del nostro Parco Nazionale. Antonella: “Per chi vuole scoprire che la natura è senza limiti, merita, è Fa.vo.lo.so!!! Le guide sanno farti notare quello che l’occhio non coglie e che la Natura offre e nasconde, oltre ai cenni storici che hanno la loro grande importanza. Merita!!!! Bello!!! Bello!!! Bello!!!”. Andrea: “E’ stata un’esperienza unica. La consiglio a tutti”. Carmela: “Sono nata nel Cilento e me ne vanto. Posto più bello non c’è”. Mimmo: “Paesaggio incantevole, mare bellissimo, ottimo il cibo. Ma strade strette e coste alte. Difficile viaggiare in roulotte come faccio io”. Luigi: “Parco stupendo, con una varietà infinita di paesaggi, di flora e fauna, dalla costa alla montagna, ai siti storici e archeologici, è tutto da visitare”. Mauro: “E’ uno dei posti più belli del pianeta”. Costabile: “Ci sono nato. Per me è bellissimo”. Sara: “Il Parco merita per le bellezze naturali, ma purtroppo pecca di servizi! Incentivi dovrebbero pervenire dallo Stato qualche volta anche al Cilento!!!”. Roberto: “Natura incontaminata, luoghi unici, gente ospitale, buona cucina paesana”. Giovanni: “Bello ma un po’ trascurato nei dettagli”. Marco: “Indimenticabile”. Massimo: “Sono nato quà. E’ sempre un’emozione!”. Maria: “Questo posto è bellissimo”. Grazia: “Bel posto”. Davide: “Meglio della Costiera Amalfitana”. Queste sono recensioni solo di alcuni turisti italiani, ma ve ne sono anche di turisti stranieri, soprattutto inglesi, americani, tedeschi, francesi e spagnoli. E, come avrete notato, sono quasi tutte opinioni e recensioni entusiastiche. Solo alcune sono un po’ critiche, ma nel mucchio è normale che qualcuno trovi eccezionalmente il pelo nell’uovo.
Chi si trova a vivere la realtà degli 80 Comuni del Parco tutti i giorni, invece, il pelo nell’uovo lo trova spesso e volentieri. Peccato che molti di quelli che criticano non hanno piena consapevolezza delle bellezze dei nostri piccoli borghi. Sempre più spesso chi critica il nostro territorio, non lo conosce fino in fondo. La bellezza va vissuta, se la vivi ti entra dentro e non vedi l’ora di condividerla con chi ami. E’ importante sensibilizzare gli abitanti del Parco già in tenera età, a partire dalle scuole Elementari, perché possano diventare “i primi ambasciatori delle nostre bellezze”. E’ importante farli crescere con la “cultura della bellezza” o con la “cultura della responsabilità” e non con la “cultura degli alibi”, perché degli alibi hanno bisogno solo coloro che devono giustificare i loro fallimenti. La ricchezza dell’umanità è credere nella “cultura della bellezza”, mentre la “cultura della responsabilità” ci rende orgogliosi di conservare a chi verrà dopo di noi ciò che di bello ci è stato donato dalla natura e dalla storia.
Dai racconti di coloro che hanno piena consapevolezza delle bellezze del Parco e delle sue reali potenzialità, ho riscontrato principalmente 3 criticità nell’ambito territoriale del Parco. La prima riguarda “la lotta all’inquinamento”, la seconda “la viabilità e la messa in sicurezza delle strade” e la terza “la difficoltà di fare rete”. Queste criticità, messe assieme, impediscono all’economia dell’intero comprensorio di crescere e di esprimere appieno le vere potenzialità.
Il problema della lotta all’inquinamento è particolarmente sentito dalla popolazione locale. Siamo in un’area protetta, per cui ogni cittadino deve mantenersi vigile e segnalare quando vede qualcosa che non va e magari nel tempo libero potrebbe impegnarsi anche per qualche iniziativa di volontariato ambientale sul territorio. In tal senso ricordo un “Puliamo il mondo” di qualche anno fa, quando tra le curve di Campostrino, tra Pertosa e Polla, in compagnia di tantissimi ragazzi e ragazze di Auletta, Pertosa e Polla, in una domenica ripulimmo dai rifiuti più svariati Campostrino. Un altro aneddoto mi è rimasto impresso nella mente su questo tema. Era un primo maggio e io ed un gruppo di ragazzi stavamo organizzando nel centro storico di Auletta (il mio paese) l’iniziativa intitolata “invasioni digitali”. Uno dei ragazzi che era con me, vide della carta per terra e mi chiese perché l’avevano buttata a terra proprio lì. Gli risposi con le seguenti parole: “Chi l’ha buttata di sicuro non ama questo luogo e questo paese in particolare. Chi l’ha buttata non conosce la storia di questo paese e dei luoghi limitrofi che gli stanno attorno. E, probabilmente, odia talmente tanto questi luoghi da ritenerli i principali responsabili della sua (molto probabile) condizione di disagio sociale”.
L’altro problema riscontrato, come dicevamo, è quello legato alla viabilità e ai difficili collegamenti tra i paesi. Effettivamente nell’era di internet e della velocità moderna, trovarsi bloccati da una frana è come perdersi un’era geologica, che tradotto nell’economia locale diventa un disastro.
La terza ed ultima criticità riscontrata è la mancata predisposizione nel fare rete. Questo è un punto sul quale dobbiamo assolutamente lavorare noi giovani e superarlo culturalmente.
Ho messo a confronto turisti e abitanti del posto ed alla fine dell’indagine ho scoperto che hanno 2 visioni diverse perché guardano il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni da 2 angolazioni diverse. Visioni diverse tra chi vive il territorio del Parco tutto l’anno e chi lo vive solo per pochi giorni all’anno riuscendo a prendere il meglio che esso può offrire.