Nel cuore delle zone interne del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni, tra montagne silenziose, borghi ricchi di storia e paesaggi mozzafiato, si gioca una delle sfide più importanti per il futuro di queste terre: fermare lo spopolamento e rilanciare l’economia locale.
La fuga dei giovani, soprattutto dai piccoli comuni e dalle aree più isolate, sta lentamente svuotando le comunità. Ma c’è una strada concreta che può invertire la rotta: costruire una filiera turistica solida, moderna e radicata nel territorio, capace di creare lavoro, dignità e appartenenza.
Il turismo può essere il motore della rinascita, ma solo se guidato da competenze vere, da una visione chiara e da un sistema capace di trasformare le idee in opportunità. Non basta avere un patrimonio straordinario: serve saperlo raccontare, organizzare, promuovere e vendere.
Per far decollare il turismo nelle zone interne del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni è necessario investire nella creazione e valorizzazione di figure professionali specializzate, radicate direttamente sul territorio. Dall’ideazione dei pacchetti alla loro gestione e promozione, ogni fase richiede competenze precise: esperti di marketing territoriale, progettisti turistici, guide, accompagnatori, animatori del territorio, esperti digitali, travel planner e operatori dell’accoglienza.
Oggi queste professionalità scarseggiano proprio nei luoghi che ne avrebbero più bisogno. È dunque urgente avviare percorsi formativi strutturati e continuativi, attraverso corsi post diploma, laboratori esperienziali, tirocini in loco e soprattutto borse di studio mirate, che offrano ai giovani la possibilità concreta di costruire il proprio futuro nei luoghi in cui sono cresciuti, invertendo la rotta della rassegnazione e della partenza.
Le idee non devono più restare sulla carta.
Devono diventare parte di un progetto territoriale capace di creare valore reale. Ed è proprio formando le competenze mancanti che si gettano le basi per un sistema turistico integrato, competitivo e coerente con l’identità locale.
Un altro ostacolo fondamentale alla crescita del turismo nelle zone interne del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni è la difficoltà di comunicazione con i flussi turistici stranieri.
I viaggiatori internazionali sono tra i più redditizi, più propensi a scoprire realtà autentiche e meno battute, ma spesso rinunciano per mancanza di servizi in lingua, materiali informativi e personale formato.
Servono quindi corsi di lingue straniere mirati e intensivi, in particolare inglese, francese, tedesco e spagnolo, destinati non solo agli operatori del settore, ma anche a giovani disoccupati e diplomati che vogliono investire su se stessi.
Parlare le lingue significa parlare il linguaggio del mondo ed è ciò che trasforma un piccolo borgo in una porta aperta verso l’Europa e oltre.
La formazione, però, non può camminare da sola.
Le idee e le competenze hanno bisogno di strumenti per concretizzarsi.
Per questo servono finanziamenti dedicati, pensati per favorire la nascita di tour operator e agenzie turistiche locali capaci di operare direttamente nelle zone interne del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni.
Attraverso bandi mirati, microcredito, incentivi all’imprenditoria giovanile e incubatori territoriali sarà possibile costruire un tessuto economico diffuso e resiliente, in grado di vendere pacchetti autentici sui mercati provinciali, nazionali e internazionali. Queste imprese rappresenteranno presìdi economici e culturali che tratterranno i giovani, riattiveranno i borghi e rimetteranno in circolo il valore prodotto nel territorio
Un progetto senza monitoraggio è un investimento lasciato al caso. Troppe volte in passato si sono visti programmi avviati senza visione, risorse disperse in iniziative scollegate tra loro, fondi spesi senza ritorni misurabili.
Per questo, ogni strategia messa in campo per le zone interne del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni deve includere un sistema di controllo costante, trasparente e condiviso.
Servono indicatori chiari, verifiche periodiche, un coinvolgimento reale delle comunità locali e strumenti per correggere gli errori in corso d’opera. Solo così si potrà trasformare ogni euro investito in valore duraturo, evitando cattedrali nel deserto e facendo emergere le buone pratiche.
Fermare lo spopolamento non è solo una questione di cifre.
È una battaglia culturale e sociale.
Formare nuove figure professionali, offrire loro borse di studio, corsi di lingua, possibilità di impresa, affiancarli con politiche di sostegno e controllare con serietà ogni progetto significa lanciare un messaggio chiaro ai giovani: restare è possibile, se il territorio crede in te.
Il turismo può davvero diventare la forza che tiene insieme le comunità, che valorizza le aree interne, che restituisce dignità e orgoglio ai territori dimenticati.
Il turismo, se costruito con coerenza e professionalità, può diventare la chiave per ridare vita alle zone interne del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni.
Non si tratta di puntare su un turismo di massa, ma su un turismo esperienziale, consapevole e sostenibile che valorizza l’identità locale e crea opportunità reali per chi vuole restare e investire.
Solo investendo nella formazione professionale, nella conoscenza delle lingue, nelle borse di studio, nei finanziamenti mirati per la creazione di imprese turistiche e in un monitoraggio costante ed efficace, sarà possibile trasformare la fuga in ritorno, l’abbandono in rinascita e il silenzio in accoglienza.
E solo così queste terre, troppo spesso dimenticate, potranno spiccare il volo, forti di un turismo autentico, gestito da chi ci crede davvero: i giovani delle zone interne del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni.