Anche Agropoli, come il resto d’Italia, si riscopre leghista. Una dramma per alcuni, una grande sorpresa senza dubbio. L’onda del populismo salviniano colpisce un po’ ovunque in Italia e come detto non è da meno Agropoli. Quella che era la patria dei dem fino a qualche tempo fa adesso è un territorio dove il vento sta cambiando. E a dirlo sono i numeri. Ma partiamo con le percentuali. L’affluenza è stata del 47%, per un totale di 7.834 votanti complessivi. Il 30,89% ha votato per la Lega che si piazza al primo posto delle preferenze. Subito a seguire il Movimento 5 Stelle, con il 23,30%, e il Partito Democrativo, 21,97%. Regge dunque ancora ad Agropoli il Movimento che invece in tutta Italia è stato superato dal Partito Democratico che si ripropone come vero antagonista di Salvini. Ma cosa ci lascia il voto agropolese? Innanzitutto è impossibile non associarlo ai movimenti che si susseguono da palazzo di città. Per la prima volta, dopo più di dieci anni, il PD si piazza al terzo posto delle graduatorie. Successe anche con il collegio di Franco Alfieri alle ultime politiche ma in quel caso è importante ricordare come l’ex sindaco di Agropoli fu comunque il primo eletto nella cittadina cilentana. Oggi il vento è cambiato Lega e Movimento la fanno da padrona. Ora è tutto da vedere se questi successi siano da attribuire ai politici nazionali oppure agli esponenti locali che mai come di questi tempi sognano un clamoroso ribaltone a palazzo di città. Su tutti Basile e Botticchio per la Lega e Caccamo per i grillini. A loro si aggiunge l’ex vicesindaco Elvira Serra e Agostino Abate, quest’ultimi ancora non schierati ma non sarebbe una sorpresa vederli pronti ad abbracciare un progetto politico comune. Soddisfazione anche dai primi commenti a caldo: “La Lega è il primo partito ad Agropoli – ha detto Basile – Sofo ha ottenuto un grande risultato anche ad Agropoli. Ora è tempo di festeggiare”. Molto meno elegante Caccamo che pubblica sui social una scatola di Malox con la didascalia: “Per qualcuno ci sarà da farsene una razione doppia”. Nessun commento ancora da parte degli esponenti di sinistra. In sostanza se il PD nazionale, dopo il grande tonfo delle politiche, può festeggiare deve farlo di meno quello locale perché il voto di domenica testimonia un vento nuovo. È vero, comunque, che le europee non sono le comunali nelle quali spesso si vota la persona e non il partito. Ma è anche pleonastico che le ultime vicende riguardanti Alfieri e Coppola potrebbe far scendere in consensi di una macchina politica perfetta fino a questo momento. Una squadra che amministra, con tanti successi, questa città da ormai dodici anni. Prima con Alfieri e poi con Coppola Agropoli ha dimostrato di aver ben chiare le sue idee, il popolo ha sempre preferito i candidati di sinistra con percentuali bulgare. Oggi queste europee cambiano le carte in tavola, di quanto non è sicuro saperlo ma certo pare essere arrivato il momento di alzare l’asticella anche per il PD locale perché alle prossime urne potrebbe esserci un vero e proprio ribaltone.
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