Ultima giornata di campionato di serie A. Seguo il calcio. Sono tifosa della mia squadra del cuore. Non perdo una sua partita. Ho l’abitudine di collegarmi con anticipo per assistere alla telecronaca. Primo del fischio di inizio mi capita sempre di fermarmi a riflettere notando che diversi giocatori fanno il segno della croce entrando in campo, il segno che tutti impariamo a fare sin da piccolissimi.
Lo ripetiamo la mattina al risveglio, prima di addormentarci la sera, prima di sostenere un esame, quasi sempre però solo meccanicamente. Non ci soffermiamo a considerare le parole che pronunciamo. Per molti si tratta di ripetere solo una formula.
Eppure ogni volta che facciamo il segno della croce esprimiamo un mistero difficile da comprendere per quanto possiamo sforzarci, il mistero della Santissima Trinità.
Oggi la Chiesa celebra proprio la SS. Trinità, Dio Uno e Trino. Unico Dio in tre persone perfettamente distinte l’una dalle altre ma che risultano tutte della stessa identica sostanza, tutte posseggono le perfezioni divine.
Ogni preghiera, ogni atto di culto, ogni liturgia inizia nel nome della Santissima Trinità ma tutti noi, abituati in effetti sempre a dividere per comprendere, a distinguere per analizzare non riusciamo a condensare l’unità e la differenza di tre Persone. Eppure è questo il grande mistero della fede cristiana che ci deve far riflettere sulla salvezza del mondo realizzata dal Padre per mezzo del Figlio con la guida sicura dello Spirito Santo e sul loro legame d’amore.
Per cercare di rendere più accessibile il mistero della Trinità, ricordiamoci sempre della rivelazione di Cristo che, nella sua vita terrena, parlò del Padre Celeste, chiamò se stesso col nome di Figlio e promise di inviare lo Spirito Santo al momento della sua ascesa al Cielo.
Il passo del Vangelo odierno ci racconta che i discepoli, saliti sul monte che Gesù aveva loro indicato, non su un monte qualsiasi, nonostante la visione di Gesù e il loro prostrarsi davanti a Lui, rimasero dubbiosi. Al loro dubbio Gesù rispose con l’invito a battezzare i popoli, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, assicurando la sua presenza fino alla fine dei tempi.
Queste sono le ultime parole che leggiamo nel passo odierno del Vangelo di Matteo, parole che ci danno grande fiducia, ci sorreggono, ci spronano a non temere le difficoltà del mondo. Cristo è il sicuro compagno di viaggio che mai ci abbandona e ci segue ovunque.
Con l’enunciazione del mistero trinitario nel passo di Matteo troviamo il richiamo al battesimo, l’inizio del rapporto con Dio.
La comprensione della Trinità l’Evangelista la indica presente e operante proprio nel primo dei 7 sacramenti, con il quale siamo fatti partecipi della vita divina, e con il quale riceviamo il dono della santità che richiede la fedeltà a un lavoro di vera conversione evangelica.
La solennità di oggi perciò ci chiama a vivere” non gli uni senza gli altri, sopra o contro gli altri, ma gli uni con gli altri, per gli altri, e negli altri” come ci ricorda Papa Francesco.
La festa odierna ci immerge non in qualcosa che non si capisce ma in qualcosa che ci è stato rivelato, qualcosa che ci supera e ci proietta nel mistero centrale della nostra fede, in un’esperienza da vivere che nasce da un incontro con Dio.
Davanti al mistero della Santissima Trinità, restando in silenzio, meditiamo!
Santa domenica in famiglia.