Il risveglio a Sanza mi riporta indietro con il pensiero di oltre 40 anni, quando ho dormito in questa terra a casa del nipote prediletto di mia nonna Carmela, Sabino.
L’aria è rinfrescata da un vento di tramontana che ci “schiaffeggia” il corpo indolenzito dall’acido lattico accumulato nei giorni precedenti.
La colazione a base di dolcetti, marmellate the e latte e caffè ci tonifica e ci spinge verso la strada che si immette sul sentiero.
Destinazione Morigerati passando per Caselle in Pittari dove é prevista la prima sosta dopo 12 Km.
La vecchia SP 517 culla il nostro andare con i suoi tornanti poco praticato da anni.
I fondi agricoli impilati uno di fianco all’altro fanno da corollario al gruppo che procede sfilacciato e senza badare all’andatura al di sotto della media a Km dei giorni passati.
A non molta distanza ci accompagnano, in sottofondo, i rumori dei pneumatici dei veicoli che mordono l’asfalto della Bussentina.
Le parole tra noi alimentano lo scambio di notizie non sempre di prima mano.
Chi ha un passo lungo si ferma volentieri ad aspettare all’ombra di un gelso vestito di foglie impenetrabili al sole.
Caselle sembra distare troppo per la nostra voglia di confonderci nella confusione di una piazza Cilentana del sabato mattina.
Infine vi giungiamo! È una festa di colori e di voci che si sovrappongono al rumore del poco traffico di mezzi a motore. I bar sono aperti alla piazza e gli spazi antistanti gli ingressi sono occupati da avventori, sempre gli stessi, che lì hanno eletto il loro “domicilio” per la giornata.
Le bancarelle del mercato settimanale ci sfiorano senza contaminarsi con chi condivide la strada e i clienti che, intanto che chiedono ad uno, sbirciano sulla “tavolata” di chi gli sta più avanti di un passo.
Avvisiamo Cono D’Elia, sindaco di Morigerati, che per l’ora di pranzo saremo nel suo comune al ristorante “I 2 Compari” per consumare il meritato pasto insieme e consegnargli e raccontargli dei risultati dell’avventura che lui con gli altri protagonisti del progetto (Grotte di Castelcivita, Grotte dell’Angelo) hanno immaginato in un unico formidabile pacchetto turistico.
Il resto del cammino è un vortice di emozioni che ruota nel verde più lussureggiante delle colline esposte a Nord e che si negano al mare del Golfo di Policastro. L’essere vicini alla meta ci fa allungare il passo senza badare alla fatica accumulata nel giorni precedenti.
Quando scapoliamo al di là della cima, finalmente, intravediamo un angolo di mare ci sentiamo a casa: in fondo si tratta dello stesso mar Tirreno da cui siamo partiti quando abbiamo dato il via al cammino Tre grotte, tre fiumi partendo da Paestum.
A metà strada si scorge la sagoma di Sicilì (comune di Morigerati) e questo fa scattare la soddisfazione di essere poco distanti dalla meta.
Per sentirci in dirittura, però, dobbiamo aspettare di essere a pochi metri dalle prime case di Morigerati. Infatti, come tutte le belle cose, la perla incastonata tra le colline non si concede facilmente alla vista.
Il centro storico si apre all’ospite con una gradevole sensazione di benvenuto. La sua architettura è tutta improntata all’accoglienza. Individuiamo subito il cartello della locanda dove siamo attesi e scendiamo celermente nella parte bassa del paese.
Un’accoglienza improntata ad un atteggiamento di apertura e di curiosa attesa di persone che sono reduci da un’impresa pioneristica.
Mangiare, bere, gustare un meritato rilassamento è il giusto premio per noi che ci abbiamo provato.
Dopo il caffè, si riparte in scioltezza per coprire gli ultimi 2,5 Km che ci separano dalle grotte e dalla risorgiva di Morigerati.
Lo spettacolo del Mulino trapanato dalle acque, il suono del fiume che incontra il suo destino di celebrità prima di re immergersi nell’anonimato di strapiombi e caverne, la stretta ferita che segnala l’ingresso nella grotta che rinfresca il corpo ma riscalda il cuore di si è conquistata la visione di una rappresentazione senza repliche, sono il giusto ristoro dell’anima.
Si tratta di un’anima che si riconcilia con il corpo sofferente per la fatica ma rende soddisfatta la persona che ha saputo cogliere l’essenza dell’andare per andare a vedere e toccare con mano quanto sia forte lo stare con se stessi senza tralasciare di condividere con altri il piacere della scoperta della terra dei padri.
IL Cammino non finisce qui! Il prossimo tassello sarà il ricongiungersi alla piana di Paestum percorrendo strade e attraversando paesi che sono situati in faccia al mare a ridosso delle colline Cilentane da Policastro fino a Capaccio Paestum passando per Pisciotta, Camerota, Pollica, Ascea Casalvelino,
Castellabate, Ogliastro, Agropoli …
Sarà questo il Cammino del Cilento, Diano e Aburni che unificherà in un unico grande abbraccio l’intero territorio che noi consideriamo la regione verde fatta di ogni bene che la natura a voluto incastonare nella “Terra dei Tristi”.
Bartolo Scandizzo