La nuova maggioranza che si è costituita nell’assise comunale di Capaccio Paestum vede come protagonisti assoluti, per il ruolo chiave di poter influire sulla bilancia consiliare, i neo consiglieri Angelo Quaglia e Ulderico Paolino. Quaglia eletto tra le file di Sica con 316 voti e Paolino eletto con Voza con 209 voti, rappresentano la nuova generazione politica che si appresta a sostituire i propri padri. Nel momento in cui la maggioranza di Alfieri cominciava a vacillare e si vociferavano brutti presagi, i consiglieri diventano il nuovo perno della politica locale apportando dei voti pesanti in consiglio. La grande responsabilità di cui si sono caricati li espone, evidentemente, alla lente di ingrandimento dell’opinione pubblica curiosa, a questo punto, di capire le motivazioni della loro scelta di abbandonare i banchi dell’opposizione. Ma se per Paolino la decisione di intraprende un nuovo percorso politico, vedendosi evidentemente trascurato dalla continue assenze in consiglio comunale del proprio candidato sindaco Italo Voza, risulta poco traumatica, quella di Quaglia stupisce (perché il suo candidato sindaco, Enzo Sica, è rimasto in consiglio comunale a coadiuvare l’opposizione) e dissente con ciò che la campagna elettorale soltanto un anno fa ha rappresentato per il tessuto sociale di Capaccio Paestum.
Già candidato con Nicola Ragni nel 2017 e poi con Sica nella lista Fratelli d’Italia nel 2019 e definitivamente eletto dopo l’apparentamento con Italo Voza, Quaglia inizia l’avventura con Franco Alfieri dopo un anno in cui non ha mai nascosto apprezzamenti dai banchi dell’opposizione per l’operato del sindaco.
Nonostante una campagna elettorale in cui la compagine Sica, di cui lui faceva parte, si è rivelata la più agguerrita nei confronti di Franco Alfieri con attacchi il più delle volte rivolti alla persona più che al politico. Una rivalità e una dissonanza che ha portato la compagine Sica a sottoscrivere un apparentamento con Voza (che sarebbe stato il loro nemico numero uno se non ci fosse stato Alfieri) pur di respingere il fronte “straniero”.
I programmi di Sica-Voza con quello di Franco Alfieri erano in parte sovrapponibili (per esempio sulla realizzazione del lungo mare) e in parte dissonanti (come l’ingresso di Capaccio Paestum nell’unione dei comuni cilentani, ritenuto inaccettabile dall’opposizione) . Ma lo spartiacque che rendeva parecchio distanti i due schieramenti era rappresentato dal modello politico . Due visioni diametralmente opposte in un campo dove si scontravano le questioni morali con le capacità amministrative; il principio di precauzione con il sentimento di delusione; il senso di appartenenza con il fascino dell’avventura. E infatti proprio Quaglia nel comizio tenutosi a Gromola il 19 maggio 2019 diceva “Oramai mancano pochi giorni per decidere la sorte del nostro paese. E sono certo però che la vostra fiducia sarà riposta in Enzo Sica sindaco. Uno di noi, che conosce il nostro territorio, i nostri bisogni e i nostri desideri. Il voto è libero per questo chiunque lo può chiedere. Ma voi non dimenticate mai il senso di appartenenza a questa terra.”
Poi il 4 giugno sempre a Gromola nel comizio, stavolta, per Italo Voza, Quaglia affermava “Faccio un ringraziamento speciale ad Enzo Sica che in questi tre mesi mi ha insegnato tanto. Il senso della politica e dell’onestà. Stasera devo però smentire delle mali lingue che parlano del sottoscritto” riferendosi ,forse, alle voci che circolavano circa un suo probabile appoggio a Franco Alfieri piuttosto che ad Italo Voza “ribadisco che io sono candidato ed eletto con Enzo Sica. E affianco al mio sindaco e alla nostra coalizione porterò avanti quelli che sono i valori che ci hanno contraddistinto in questa campagna elettorale. Invito tutti voi a votare Italo Voza”.
Eppure nonostante sembrava così netta la sua presa di posizione, Quaglia ha deciso di sposare la causa di Alfieri. Ciò non rende meno onorevole la sua scelta politica, che per definizione si fonda sul dialogo e sul compromesso. Non toglie nulla al coraggio che ci vuole per assumersi determinate responsabilità all’esordio in politica. E non costituisce neanche motivo di polemiche o di risentimenti, perché il cambio di casacca è stato lo sport principale in questi vent’anni di politica locale. Pone semmai il tema dell’ opportunità; per il segnale che un giovane amministratore avrebbe potuto dare ai cittadini dimostrando tenacia nel perseguire i propri ideali magnificando il sentimento di fedeltà.