Chi ha avuto l’opportunità di trascorrere le vacanze estive nella terra del Cilento avrà dedicato parte del proprio tempo libero alla scoperta della suggestiva Certosa di San Lorenzo, situata a Padula, nel Vallo di Diano.
Al termine della visita di questo straordinario complesso monumentale, il visitatore avrà accolto con curiosità la presenza, nella Sala dello Speziale, di una mostra di fumetti promossa dall’associazione ArteM e dal Comune di Padula.
Dopo aver attraversato i lunghi secoli di storia di cui è intrisa la Certosa, lo sguardo del visitatore sarà stato catturato da una serie di pannelli dedicati a un’accattivante personificazione del Covid, in qualità di virus che stringe amicizia con Mat, un adolescente dagli occhi grandi e i capelli arruffati.
“Mat & Covid”, infatti, sono i protagonisti della striscia di fumetti ideata da Emanuele Sabatino che mette in scena momenti vissuti durante il lungo lockdown fino alla riapertura del maggio 2020: l’artista, con la maestria dei suoi disegni, corredati dall’inventiva delle conversazioni ironiche e sagaci che si susseguono fra i personaggi del fumetto, ha saputo mostrare quanto sia cambiata la nostra esistenza durante la pandemia, senza cedere a paure e disperazione.
Alla mostra è stato possibile incontrare l’illustratore e fumettista Sabatino che, fin da piccolo, ha coltivato la sua passione per il disegno, affinando il suo talento presso la Scuola Italiana di Comix a Napoli, maturando la consapevolezza di trasformare la sua arte in una professione.
Parlare con Sabatino è come entrare in un mondo in cui la dimensione onirica e il reale, le disarmonie e le armonie dell’esistenza coesistono grazie a un equilibrio istintivo che scaturisce dalla sua sensibilità ed empatia.
La nostra conversazione ci conduce a scoprire come i protagonisti delle sue vignette abbiano preso vita e a condividere alcune riflessioni sul suo modo d’intendere l’arte.
Come sono nati Mat & Covid?
Durante la pandemia l’idea di base era di ironizzare con un’unica striscia, realizzata nel mio tempo libero e pubblicata sul mio Instagram [emanuele.sabatino.es], sull’imperante interrogativo che circolava nei mesi del lockdown, ovvero se Covid fosse uscito o meno dal laboratorio. Il personaggio di Mat, invece, si ispira al mio migliore amico, Matteo, conosciuto sui banchi di scuola e con cui ho condiviso tante avventure. Dalla prima bozza i personaggi hanno preso vita, così ho continuato a creare e pubblicare le vignette.
L’ironia è un aspetto fondamentale del tuo modo di essere o il contesto pandemico ha contribuito ad accentuarlo?
Credo che la pandemia abbia contribuito a mettere in risalto qualcosa che di base avevo: nelle situazioni più critiche tendo spesso a ironizzare, ma ho comunque una velata malinconia che si coglie anche nella storia di Mat & Covid.
Puoi svelarci i momenti salienti del tuo processo creativo?
Potrei sintetizzarlo definendolo una canalizzazione energetica: quando mi danno delle commissioni, ad esempio, grazie all’empatia che s’instaura tra me e il committente, canalizzo la sua energia, la faccio mia e la trasformo in disegno. Quando invece non sto lavorando su commissione, come in Mat & Covid, la canalizzazione avviene da energie esterne: ricevo gli input dal contesto in cui mi trovo o da un mio stato d’animo interiore.
Quale dei tuoi lavori ti rappresenta maggiormente e quali sono i tuoi modelli artistici di riferimento?
Devo la mia formazione artistica soprattutto alle tinte dei fumetti italiani in bianco e nero, come Dylan Dog e Tex e ad altri fumetti della casa editrice Bonelli. Mi ispiro anche ad altri modelli, come i fumettisti Miller, O’Barr, Alberto ed Enrico Breccia, Jorge Zaffino e Sergio Toppi. Questa influenza si avverte anche nelle altre illustrazioni che erano esposte in mostra a Padula, realizzate per il libro “Admajora. Piaceri singolari” di Paola Mora Sabatino.
Ma Mat & Covid mi rappresentano maggiormente: questi personaggi parlano con la mia testa. Covid personifica la purezza e la natura che non ascoltiamo più. Mat invece è l’antieroe, riflesso di una società menefreghista, dotato comunque di una certa sensibilità che gli permette di interrogarsi.
Che cosa significa oggi essere un artista?
Ci sono tanti modi di essere artista e di intendere l’arte. Penso che in fondo ognuno di noi sia un’artista per il modo di affrontare la vita e per l’amore e il rispetto che mette in ogni cosa che fa. Penso che l’accettazione e l’accoglienza siano importanti: anche se inizialmente un artista può sentirsi emarginato, poi acquisisce una visione prospettica di ciò che lo circonda che aiuta a capire meglio la realtà e a farsi strumento di condivisione, magari per superare quelle divisioni che la pandemia ha creato.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sono in una fase di raccoglimento. Al momento collaboro con “Terra Cilenti” che si occupa di valorizzare la cultura enogastronomica del Cilento: sto creando dei fumetti con brevi storie in cui il protagonista, un bambino di nome Paolino, va alla scoperta della cultura e delle realtà gastronomiche del territorio. Nell’episodio che sto terminando si parla del “Palio del grano”, una manifestazione che ricorre a Caselle in Pittari il 15 luglio. Per il resto, mi piace “sentire” che si nasce e si muore in ogni respiro: il prossimo respiro sarà il mio prossimo progetto.
In attesa che un editore pubblichi in volume la storia di Mat & Covid, lasciamoci trasportare dalle conversazioni di questi due personaggi che col sorriso ci costringono a guardare dentro di noi.