L’Area Protetta
Carta d’identità
Parco Naturale Regionale Alpi Apuane:
Superficie a terra: 20’598.00 ha
Regioni: Toscana
Province: Lucca, Massa-Carrara
Comuni: Camaiore, Careggine, Carrara, Casola in Lunigiana, Fabbriche di Vallico, Fivizzano, Gallicano, Massa, Minucciano, Molazzana, Montignoso, Pescaglia, Seravezza, Stazzema, Vagli Sotto, Vergemoli
Provv.ti istitutivi: LR 5 13/12/1979 – LR 5 21/1/85 – 65 11/8/97 – DGR 114 19/2/92
Elenco Ufficiale AP: EUAP0229
Ente Gestore: Ente Parco delle Alpi Apuane
Altre aree protette gestite:
ZPS Praterie primarie e secondarie delle Apuane
ZSC Monte Borla – Rocca di Tenerano
ZSC Monte Castagnolo
ZSC Monte Corchia – Le Panie
ZSC Monte Croce – Monte Matanna
ZSC Monte Sagro
ZSC Monte Sumbra
ZSC Monte Tambura – Monte Sella
ZSC Valle del Giardino
ZSC Valle del Serra – Monte Altissimo
ZSC Valli glaciali di Orto di Donna e Solco d’Equi
Un Parco unico
Le Alpi Apuane rappresentano una delle aree montuose più tipica ed originale della penisola italiana, per la ricchezza degli ambienti e dei paesaggi che custodisce. L’antica presenza dell’uomo e delle sue attività ha lasciato qui tracce di notevole spessore e ha disseminato il territorio di importanti testimonianze storiche e culturali. Le Apuane sono conosciute in tutto il mondo per la bellezza dei propri marmi e di altre pietre decorative e da costruzione (cipollino, brecce, pietra del Cardoso).
Le Apuane sono dunque un complesso orografico di grande suggestione grazie all’imponenza del massiccio montuoso, dalla morfologia assai aspra, con le sue valli profonde e i versanti molto inclinati.
Nel tratto di pochi chilometri, a partire dalla breve pianura costiera versiliese, le Apuane s’innalzano fino a sfiorare i duemila metri di altitudine con il M. Pisanino (m 1947).
Il rilievo delle Alpi Apuane determina, con l’innesco di piogge di versante, valori pluviometrici molto elevati che, lungo lo spartiacque principale, superano i 3000 mm annui. Anche la temperatura dell’aria risente naturalmente dell’orografia, pur essendo mitigata dall’influsso del mare.
Da valori di temperatura media annua di poco superiori ai 15° C, registrati presso la primissima fascia pedemontana versiliese, si passa in modo graduale a valori inferiori ai 7° C nelle più alte cime delle Apuane settentrionali.
Parallelamente a ciò, si riscontra un solo “mese arido” (secondo Gaussen) nella stessa fascia di pedemonte e nelle colline e nelle basse montagne della parte lunigianese e lucchese della catena, mentre i “mesi freddi” (temperatura media < 7° C) raggiungono il loro numero massimo, di 4-5 annui, sulle più alte cime e nella parti montuose retrostanti del versante interno delle Apuane.
Notevoli sono in questa catena montuosa gli aspetti di rilevanza geomorfologica. Non mancano esempi, ben conservati, di morene, massi erratici, valli e circhi dell’ultima glaciazione würmiana.
Sono anche presenti forme carsiche di superficie, come campi carreggiati, doline (Carcaraia, M. Altissimo, M. Sagro, ecc.) ed altri fenomeni di dissoluzione epigea (altopiano della Vetricia; arco del M. Forato, ecc.). Nel sottosuolo poi, si incontrano alcune delle massime espressioni del fenomeno carsico.
Troviamo qui infatti i profondi abissi e le grandi cavità apuane, che sono il risultato di un labirinto impressionante di gallerie e pozzi: l’Antro del Corchia – ad esempio – con oltre 70 km di sviluppo di condotti sotterranei e 1210 metri di dislivello, è il maggiore sistema carsico d’Italia e uno dei più grandi al mondo.
Ulteriori informazioni
La Flora
La diversa natura delle rocce – silicee alla base e in periferia, carbonatiche nella parte centrale – produce l’alternarsi di zone a folta vegetazione con aree denudate o quasi.
Dalla macchia mediterranea, che riveste la fascia pedemontana rivolta verso mare, si passa poi ai querceti e ai boschi misti a dominanza del carpino (spesso trasformati in boschi di castagno), per giungere infine alle faggete verso i mille metri di quota. Le cime più alte, lungo lo spartiacque principale e nelle diramazioni secondarie, sono pressoché spoglie di vegetazione arborea.
Le rare praterie d’altitudine e, più spesso, le rupi calcaree accolgono una flora quanto mai ricca di specie di grande interesse geobotanico.
La Fauna
La fauna delle Apuane non annovera più i grandi mammiferi di un passato relativamente prossimo (orso, lupo, lince, cervo) ad eccezione di alcuni erbivori recentemente introdotti (mufloni, capre selvatiche, ecc.).
Oggi, degni di nota rimangono alcune specie di chirotteri (che vivono nella profondità delle grotte) e, tra i roditori, la piccola arvicola delle nevi (Microtus nivalis).
Il popolamento ornitico di queste montagne presenta, tra le sue particolarità, il gracchio corallino (Pyrrhocorax), simbolo del Parco, localizzato su alcune cime (M. Corchia, M. Sumbra, M. Roccandagia), l’aquila reale (Aquila chrysaëtos), presente nel settore settentrionale della catena (Equi-Pizzo d’Uccello), nonché la pernice rossa (Alectoris rufa), la rondine montana (Hirundo rupestris), il sordone (Prunella collaris), ecc.
Infine, l’erpetofauna mostra emergenze di tutto rilievo, quali la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), il geotritone (Hydromanthes ambrosii) e il tritone delle Apuane (Triturus alpestris apuanus).
L’attività estrattiva
Il problema ambientale più rilevante nelle Alpi Apuane riguarda la compatibilità delle attività estrattive con i fini di tutela e salvaguardia dell’area protetta.
Le circa 300 cave poste nell’area contigua, ai limiti del Parco, costituiscono una presenza di sicuro valore economico e storico-culturale, ma sottopongono il territorio a seri pericoli di deturpazione paesaggistica e degrado ambientale.
Ciò non soltanto per le quantità di materiali estratti (ogni anno si raggiungono circa 1,5 milioni di tonnellate di lapidei e oltre 2 milioni di tonnellate di pietrisco), ma per gli effetti negativi che determinano nell’intorno, per l’inquinamento delle falde acquifere ed il traffico di mezzi pesanti.
La presenza umana
Abitate già nella preistoria da esigui gruppi nomadi di cui si conserva testimonianza grazie al ritrovamento di alcuni oggetti in pietra, la presenza umana sulle Apuane divenne significativa a partire dall’Età del ferro quando sopraggiunsero le prime tribù che si insediarono stabilmente sul territorio.
Si trattava di individui appartenenti ad una popolazione dal temperamento tenace che proveniva da occidente e che si insediò in posizione strategica in più zone delle montagne.