Nell’entroterra del Golfo di Policastro s’erge il borgo di Tortorella che conta 528 abitanti (ISTAT 2014), è uno di quei piccoli tesori che la nostra terra mostra timidamente a mo’ di favolosa sorpresa. Il centro storico, ben conservato, è indicato e raccontato didascalicamente da semplici targhette che in alto portano la dicitura “ Il paese si mostra” e riportano brevi accenni storici sulle architetture di epoca medievale. Tortorella, tra i suoi boschi e le sue sorgenti benefiche, custodisce con responsabilità la sua storia nei portali e nelle tradizioni. Di generazione in generazione si tramandano i mestieri di una volta: la lavorazione del ferro battuto e del legno, l’arte del ricamo. Tre chiese si affacciano sulla piazza principale del paese: la Chiesa dell’Immacolata Concezione, la chiesa di Santa Maria Assunta e la Chiesa del Purgatorio e poi c’è la cappelletta di Santa Maria dei Martiri che custodisce, murata, la “Vergine del Melograno”. Come per la maggior parte dei paesi dell’entroterra cilentano, l’età media degli abitanti è di 55 anni, le nascite sono in drastica diminuzione e molti sono i giovani che per studio o per lavoro ritrovano il paese solo durante la stagione estiva. Le attività commerciali non sono molte: quattro alimentari, un tabacchi, una ferramenta e un ristorante. Tuttavia non mancano strutture ricettive pronte ad accogliere quel tipo di turismo che si va sempre più rafforzando nel Cilento: viaggiatori alla ricerca di natura incontaminata, tradizioni e anche delle origini per chi è emigrato negli anni passati. Il paese conta un campo da tennis, uno da basket e una piscina comunale aperta solo d’estate. Specialmente nella bella stagione, molte sono le attività sociali e culturali promosse dalla Proloco locale e dalle diverse associazioni. In più ogni anno per due settimane l’associazione Paideida e il Dipartimento di Scienze Politiche Sociali e della Comunicazione dell’ Università di Salerno organizzano la “Scuola estiva sul metodo e la ricerca sociale”, riconosciuta dall’Associazione Italiana di Sociologia come scuola di alta formazione, e in quel periodo Tortorella accoglie molti giovani studenti da tutta Italia.
Anche nelle realtà più piccole, dove la vita si vive tra i vicoli e la piazza, dove i pullman passano solo una volta al giorno, si fa avanti la consapevolezza di trovarsi in una “terra d’asilo”, come Ungaretti scelse di definire il Cilento durante i suoi viaggi.