Erano in tanti i sindaci raccolti intorno a Tommaso Pellegrino, destinatario del 13 esimo premio Tegea.
La sala polifunzionale del comune di Sant’Arsenio era già piena all’ora prestabilita. Pietro Corio, il direttore del Centro Studi, accompagnato da Ermanno Corsi, ha predisposto tutto con la sua consueta e “maniacale” precisione. I destinatari dei riconoscimenti sono anch’essi ai loro posti (Arsenio Amabile, Carmine Amabile, Gianvito De Paola, Anna Rita Guida, Salvatore Passavanti (alla memoria), Giuseppe Manzione, Giuseppe Pecora, Emanuela Terranova, Francesco Terranova, Mario Ubaldo Trezza, Giorgia Tufano). Il sindaco padrone di casa, Donato Pica, accoglie i colleghi con il suo solito piglio di politico di lungo corso. Sono anche i suoi concittadini a chiamarlo per un saluto o per un chiarimento in merito a fatti accaduti nel paese.
Chi arriva nel Vallo di Diano dall’esterno, ha sempre la sensazione di ritrovarsi in un non luogo specifico, ma di incontrare una comunità con alcuni segni distintivi che ne fanno un unicum nella nostra realtà.
Infatti, pur cambiando i protagonisti, c’è un unico comune denominatore che costituisce una solida base che rassicura.
C’è Ermanno Corsi, cittadino onorario del Vallo; Michele Albanese, direttore della Bcc Montepruno; la comunità ecclesiale, a vario titolo rappresentata; gli imprenditori; ecc.
È una squadra che rassicura, invita alla partecipazione, aiuta il confronto, rende civile anche gli scontri che pure non mancano.
La cerimonia, a differenza degli anni passati, procede spedita perché non imbottita con intermezzi musicali e canori che pure erano apprezzati e rendevano animato l’evento.
Dopo la consegna dei riconoscimenti ai “comprimari”, arriva il momento di Tommaso Pellegrino al quale la giuria, composta da Michele Albanese, Direttore della Banca di Credito Cooperativo Monte Pruno di Roscigno e di Laurino; Ermanno Corsi, Presidente del Premio; Giuseppe Dadà, Direttore Ricerca e Qualità della Ferrarelle S.p.A.; Mons. Antonio De Luca,Vescovo della Diocesi di Teggiano – Policastro; Gennaro Ferrara, già Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope; Filippo Marmo, Vice Presidente del Centro Studi Tegea; Raimondo Pasquino, già Rettore dell’Università degli Studi di Salerno; Mons. Angelo Spinillo, Vescovo della Diocesi di Aversa, hanno assegnato il riconoscimento.
Il presidente del Parco del Cilento, Diano e Alburni, circondato da oltre venti sindaci accorsi a fargli onore, apre il suo intervento dichiarando di accettare il premio non in quanto persona ma a nome del territorio che rappresenta, sia come sindaco tra i sindaci, sia a nome di tutti quelli che lavorano quotidianamente per far progredire l’area protetta che proprio in questi giorni festeggia i 20 anni del riconoscimento UNESCO.
Ma Pellegrino ha voluto anche precisare che senza la collaborazione attiva di quanti quotidianamente vivono al suo fianco l’avventura di essere protagonista in un ruolo decisivo per il futuro del territorio non sarebbe possibile. Parla sia di chi lavora al suo fianco nella vita professionale in ospedale, sia di chi dà esecuzione alla decisioni a livello comunale, e pure di chi condivide con lui le scelte relative alla vita del parco in Consiglio direttivo. Inoltre, dà anche merito alla professionalità dei dirigenti dell’ente e di quanti lavorano nella sede del parco, a palazzo Mainenti di Vallo della Lucania.
Ma il messaggio più eloquente è quello che i presenti possono vedere con i propri occhi: intorno a Pellegrino sono sul palco molti sindaci che lui ha chiamato a condividere il premio.
La nuova legge sui parchi ha dato spazio paritetico nei consigli direttivi ai rappresentanti locali e a quelli di nomina ministeriale. Questo elemento ha fatto in modo che tutte le decisioni gestionali non sono state calate dall’alto ma vagliate da chi vive quotidianamente i problemi dei nostri paesi.
Ovviamente non mancano le voci critiche ma il primo passo per poter andare oltre i tanti luoghi comuni sul parco è stato fatto.