Sono passati 40 anni da quel lontano 23 novembre del 1980 quando parte della Campania e della Basilicata fu travolta da un terribile terremoto.
Io abitavo a Induno Olona, in provincia di Varese con la mia famiglia che si stava formando: un marito, una figlia 7 mesi e un altro in arrivo che doveva nascere a marzo. Insegnavo ad Arcisate, nella scuola elementare “Gianni Rodari”. Mia mamma e mia sorella erano stati da noi per qualche settimana e proprio il giorno prima del 23 novembre erano tornare a casa, a Roccadaspide. Ad accoglierle, proprio quella sera, arrivò il terremoto con forti scosse!
Tutti rimasero sconvolti, spaventati. Abbandonarono le loro case, uscirono in strada, dormirono in macchina per diversi giorni. Io da lontano non riuscivo ad avere notizie precise, la comunicazione non era veloce come oggi e i telefoni erano bloccati. Anche la televisione non era in grado di fornire notizie complete.
Per fortuna i nostri paesi furono risparmiati da distruzioni e morti e la casa dei miei genitori è in via G. Verdi n. 9, (San Giuliano), proprio sotto il Castello dei Principi Filomarino oggi della famiglia Giuliani, non subì danni. Il Castello invece presentava lesioni ed evidenti problemi strutturali. Tutta la zona venne dichiarata inagibile per paura di crolli provocati dalle continue scosse di assestamento.
Mio padre non ne volle sapere di abbandonare la sua casa e ci rimase insieme alla mia mamma e a mia sorella anche quando altri le abbandonarono per consentire la messa in sicurezza della zona.
Noi quell’anno, come da consuetudine, saremmo dovuti scendere per Natale per passare le feste con i miei genitori e i miei suoceri ma avevo una bimba molto piccola ed in più aspettavo un secondo figlio, che sarebbe nato da lì a tre mesi e la gravidanza si presentava un po’ difficile. Inoltre, le scosse continuavano e preoccupati, con mio marito decidemmo che non era opportuno muoversi. Sembrava proprio che quello dovesse essere il primo Natale lontana da casa e invece mio marito, proprio qualche giorno prima, la mattina del 23 dicembre mi disse: “andiamo”. Io velocissima feci le valigie e via per godere del “regalo” inaspettato che ci stavamo concedendo!
La gioia fu tanta nel rivedere la mia mamma, il mio papà e mia sorella e poi i miei nonni e cugini e amici…
Dei giorni passati a casa dei miei “quarant’anni fa” resta solo un dolce ricordo della mia famiglia e di tanto in tanto le oscillazioni del lampadario in cucina e di qualche leggero rumore per le scosse di assestamento.
Ma la paura rimase nella mente e nel cuore di chi avvertì la prima scossa così lunga, violenta, catastrofica, distruttiva. A dire il vero la mia casa non aveva subito danni, c’era il problema del Castello da mettere in sicurezza ma non creava problemi alle altre case circostanti.
Roccadaspide, infatti, fu solo sfiorata dal terremoto. Con i fondi destinati alla ricostruzione il Castello è stato rimesso in sesto anche se i lavori di ristrutturazione, durarono più di vent’anni.
Si tratta dello stesso Castello che fu il luogo preferito dei miei giochi da bambina … Ricordo quando con le altre mie amiche giocavamo a nascondino o immaginavamo di andare alla scoperta della stanza segreta e non posso dimenticare che c’era la vecchia castellana che ci faceva entrare nella sua casa e guardare un po’ dappertutto.
Oggi il Castello appartiene alla famiglia Giuliani che ancora lo abitano. La struttura è ancora imponente e maestosa sulle rocce del costone sul quale fu edificato nel 1200 e che si alza a sovrastare l’intero borgo antico sottostante. Ettore Giuliani lo apre volentieri alle visite di turisti e accetta che vi si svolgano degli eventi culturali, previa prenotazione.
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Questo è per me il ricordo del terremoto dell’ottanta che a Natale, con una bimba piccola di pochi mesi e un altro bimbo in arrivo, ha vissuto con gioia la vicinanza ai miei cari.
Gina Chiacchiaro