Alla SS. Pietà di Teggiano è stato presentato il libro di Giuseppe Ghigi “Oro e Piombo”. All’evento promosso dal comune di Teggiano, dall’Teggiano e coordinato da Rocco Colombo presidente dell’AGV, sono intervenuti il capitano dei Carabinieri della Compagnia di Sala Consilina Davide Acquaviva, l’assessore Conantonio D’Elia, Michele Albanese direttore generale Banca Monte Pruno.
«Promuoviamo quella cultura indispensabile per il nostro territorio – riferisce – lo facciamo con soddisfazione e voglia di dialogare, di discuterne e di parlare».
Carmine Pinto, docente di Storia all’Università di Salerno parla del racconto che si snoda tra la guerra e la verità in un’ottica di marketing. «Il libro appassionerebbe soprattutto la stampa perché racconta come durante la Grande Guerra la comunicazione è stata una delle chiavi delle trasformazioni della società e della mobilitazione bellica. Va sottolineata la grande vitalità del Vallo di Diano. Occorre studiare il ruolo della guerra – dice – si parla della propaganda come un moltiplicatore. La guerra mobilita la massa e la volontà di mobilità. Si racconta la società della propaganda e di come questa l’abbia smossa».
Tonia Cartolano, di origini salesi e giornalista di Sky Tg24, introduce la propaganda ai tempi di Facebook e dei Social Network. Giuseppe Ghigi, autore del libro, critico cinematografico alla Mostra del Cinema di Venezia, docente all’Università Cà Foscari, editorialista de “Il Gazzettino di Venezia”. «Tra il 1914 e il 1918 si formò un sistema mediatico che caratterizza il ‘900, necessario per governare le masse – dice – la pubblicità è tra i meccanismi nuovi di governo. Mentre molti uomini morivano in trincea, le aziende interne, facevano affari usando i soldati come testimonial. E questo da un punto di vista etico fa inorridire ma era funzionale a costruire una sweet war che potesse essere accettata dal fronte interno. Oggi diciamo state attenti, stiamo tutti attenti perché le tecniche di governo delle masse sono molto raffinate nate per governare politicamente le masse e per indurle ad avere comportamenti sociali comuni».