Quanti piccoli centri possono vantare un santo “proprio”, cioè nato nel paese stesso? E quanti possono ancora vantare, a distanza di secoli, un fascino medievale quasi intatto? E quanti ancora presentano ogni anno un evento che porta nel territorio migliaia di persone da ogni parte d’Italia?
Probabilmente non molti. Tra questi c’è sicuramente Teggiano, borgo del Vallo di Diano, di circa 7500 anime e scrigno di peculiarità.
A cominciare dalla “veste” medievale che caratterizza fortemente il centro storico. Il paese, infatti, ha conservato al meglio l’originaria fisionomia di roccaforte.
L’emblema ne è il Castello, costruito dalla potente famiglia Sanseverino e teatro di congiure e battaglie che hanno portato l’antica cittadina di Diano alla ribalta nazionale.
Il maniero è tra i più importanti dell’Italia meridionale ed ha conservato bene la struttura originaria. La struttura, che da diversi anni appartiene alla famiglia Macchiaroli, è da qualche tempo polivalente ed accoglie mostre, concerti, eventi e cerimonie.
Un maestoso castello, quindi, ma anche una concentrazione di chiese in uno spazio ridotto. Teggiano, infatti, è anche conosciuto come il “centro storico delle 13 chiese”.
Si va da San Francesco e dal caratteristico soffitto ligneo, passando per Sant’Angelo con la suggestiva cripèta, fino ad arrivare alla Cattedrale di Santa Maria Maggiore che conserva i resti di San Cono.
E sì, San Cono, patrono del paese ed altra peculiarità teggianese. Nato tra la fine del, è morto giovanissimo, alla soglia dei 18 anni. A lui sono attribuiti diversi “interventi celesti” legati alla protezione del suo paese natio e per intercessione. Si festeggia 3 volte all’anno a Teggiano, più una “trasferta” in località Cadossa, a Montesano sulla Marcellana, dove Cono si recò, di nascosto dai genitori, per entrare in Monastero.
Restando in ambito religioso, un altro aspetto che caratterizza la città museo del Vallo di Diano è la presenza del Vescovado. Il paese è, infatti, la residenza del Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro. Lo è dal 1850, quando fu scelto per la sua posizione strategica e perché offriva una “gioconda e salutare dimora”.
Un altro emblema delle peculiarità teggianesi è il Seggio (o sedile), loggiato che sorge all’incrocio del cardo e del decumano e dove vi si svolgevano le riunioni della Universitas medioevale. E’ una struttura che troviamo in poche località della Campania.
Come non parlare, poi, dell’evento che, da oltre 25 anni, porta a Teggiano e nel Vallo di Diano migliaia di persone da tutta Italia?
“Alla tavola della Principessa Costanza”, infatti, ogni anno (ad eccezione dello scorso, causa Covid) rievoca la storia del matrimonio tra il principe Antonello Sanseverino e la principessa Costanza di Montefeltro. Nel tempo ha conquistato sempre più consenso ed apprezzamento, portando Teggiano ed il Vallo di Diano tutto alla ribalta nazionale.
Insomma, se 3 indizi fanno una prova, 5/6 elementi fanno una realtà peculiare?
Cono D’Elia