Circe, figlia di Elio e della ninfa Perseide. La sua dimora è in un palazzo circondato da un bosco, abitato da festose bestie selvatiche che altro non sono che uomini così ridotti dai sortilegi della dea-maga.
Ulisse, dopo aver visitato il paese dei Lestrigoni, giunge all’isola di Eea. In una vallata gli uomini scoprono che all’esterno di un palazzo, dal quale risuona una voce melodiosa. Tutti gli uomini, con l’eccezione di Euriloco, entrano nel palazzo e vengono bene accolti dalla padrona, che altro non è che Circe. Gli uomini vengono invitati a partecipare a un banchetto ma, non appena assaggiate le vivande, vengono trasformati in maiali, leoni, cani, a seconda del proprio carattere e della propria natura. Circe li spinge verso le stalle e li rinchiude.
Attrici e attori si predispongono ad entrare nelle scene predisposte nelle sale e nei corridoi del palazzo reso visitabile dai lavori di ristrutturazione durati anni.
È bastato il nome di Circe abbinato a quello del Castello Macchiaroli di Teggiano per far scattare in me il riflesso condizionato che mi ha spinto a telefonare per prenotare un posto per assistere allo spettacolo messo in scena da nel primo incontro dei sei programmati per la stagione teatrale invernale dalla compagnia “Scena Teatro”.
Arrivo a Teggiano, con Gina, in una gelida serata d’autunno che si è fatto inverno. Il vento sferza la piazza San Cono alimentando la ricaduta di freddo che si abbatte sui pochi passanti che si spostano sulla spianata. Tra questi ci siamo anche noi che risaliamo fino all’ingresso del castello percorrendo la comoda passerella. Nell’androne, in attesa del pubblico, c’è una umile stufa a gas che spara calore destinato ad evaporare già a due metri di distanza; e gli addetti alla biglietteria dai quali ritiriamo i biglietti prenotati. Gina va a caccia di uno spazio riparato per rendere meno gelida l’attesa.
Alle 19:30 gli spettatori hanno superato il numero di quaranta e due “menestrelli” richiamano l’attenzione con il canto accompagnato dal battere ritmato del tamburello.
“Circe … “La donna” è uno spettacolo di e con Antonello De Rosa accompagnato dagli attori dell’accademia “Scena Teatro”. De Rosa “racconterà” il mito che riassume contemporaneità e si fa contaminare dalla lingua napoletana e non solo.
In fondo, la Circe di Omero parla poco! E’ Ulisse che la racconta … Sono state Margaret Atwood e Madeline Miller alla fine del secolo scorso a riscrivere il mito, a cui la poetessa e la scrittrice danno la parola alla donna Circe.
L’esperienza fatta dal gruppo che sfila, in fila indiana, al seguito dei due “banditori” lascia subito il segno. Lo si nota dagli sguardi “interroganti” rivolti ai conoscenti, prima, e agli occhi espressivi del gruppo che fa fatica ad orientarsi nel “mare” di parole che non “riconoscono” nell’immaginario ricavato da studi e letture di tempi lontani.
Lo spettacolo è incalzante! Il tempo non aspetta tempo e le scenografie installate in ogni angolo o salone del castello emergono preparando gli spazi alla scena che attori e attrici dell’Accademia Scena Teatro” già presidiano in attesa dell’ingresso in “scena” degli spettatori condotti negli “stalli” dove le “attrici” entrano nelle “donne” che si sono appropriate dei molti possibili rivoli in cui si può incanalare l’essere della figlia di Elio e della ninfa Perseide.
Antonello De Rosa, che da regista sa “ascoltare” l’umore che gli spettatori manifestano con i messaggi dei corpi che, gradualmente, è diventato di un “corpo” che segue all’unisono facendosi contaminare dalle “donne” che già sono in scena e si risvegliano, ogni qualvolta, quando il “menestrello” smette di cantare.
Ma farei un torto a chi si è esibito nella freddissima serata del 29 novembre 2024 se non elencassi, uno per uno, gli interpreti che hanno messo in scena entrando nei personaggi delle emulatrici di Circe … donne del XXI secolo.: Antonello De Rosa, Rosanna De Bonis, Maria Robertazzi, Franca Guarino, Enrica Robertazzi, Maria Russo, Maria Criscuolo, AnnaMaria Somma, Maria Mazziotti, Musici Enzo Tammurriello e Mario Guarino. Riscrittura e Regia di Antonello De Rosa. Un consiglio … non perdetevi i prossimi appuntamenti al Castello Macchiarulo che trovate sulle locandine allegate al presente articolo.