Sono tantissime le manifestazioni estive annullate quest’anno a causa dell’emergenza Covid-19. Tra queste anche “Alla Tavola della Principessa Costanza”, la festa medievale, artistica e gastronomica regina dell’estate valdianese e salernitana. Dopo 26 edizioni susseguitesi ininterrottamente ogni anno l’11, 12 e 13 agosto a partire dal 1993, l’edizione 2020 non si terrà. Lo ha dichiarato in un comunicato ufficiale il presidente della Pro Loco Teggiano, l’avv. Biagio Matera, in seguito all’Assemblea dei soci della Pro Loco che si è riunita lo scorso 12 luglio.
‹‹Si tratta – ha dichiarato Matera– di una scelta a lungo meditata. Abbiamo sperato fino all’ultimo momento che potesse accadere qualcosa, che ci fosse una evoluzione tale da consentirci anche quest’anno di vivere in sicurezza la nostra festa medievale. Purtroppo, non è stato così››. Con l’epidemia ancora in corso e la stretta osservanza delle norme anti-contagio sarebbe stato davvero difficile dal punto di visto operativo la realizzazione di un evento della portata della “Costanza”, che ogni anno accoglie decine di migliaia di visitatori. Una decisione, quella di annullare la manifestazione, che oltre ad essere stata inevitabile dal punto di vista della sicurezza, è dettata anche da motivazioni più generali di opportunità, considerando il momento attuale.
In attesa di conoscere i contenuti del progetto che la Pro Loco Teggiano sta condividendo con il Consorzio delle Pro Loco del Vallo di Diano finalizzato alla valorizzazione di quegli aspetti innati del territorio valdianese che sono le bellezze storico-culturali e ambientali e i prodotti della gastronomia locale per vivere un’estate diversa ma ugualmente bella, all’insegna di un turismo di relax e in piena sicurezza, abbiamo ripercorso la storia della “Costanza” con uno dei suoi co-fondatori, il prof. Elio Cantelmi, già Dirigente Scolastico e insegnante di francese. Quando la festa è nata, lui era il presidente della Pro Loco Teggiano e lo è stato per quasi trent’anni fino al 2009. Gli sono succeduti il prof. Michele Morena, il dott. Enrico Maria Amelio e l’attuale presidente in carica, l’avv. Biagio Matera, che nel corso degli anni con la loro attività di gestione e di guida e i vari elementi innovativi progressivamente introdotti hanno contribuito ad accrescerne il prestigio e ad amplificarne il richiamo attrattivo.
Com’è nata e quali sono stati i motivi per i quali, ad un certo punto, si è pensato di dar vita ad una manifestazione del genere a Teggiano?
Da tempo eravamo alla ricerca di una iniziativa o manifestazione che ci facesse conoscere e che servisse soprattutto alla valorizzazione e pubblicizzazione del nostro enorme patrimonio culturale. Partendo proprio da questo, prendendo spunto da manifestazioni simili che all’epoca già si erano imposte nel centro Italia, abbiamo pensato ad una rievocazione storica di un grande avvenimento del XV secolo: il matrimonio di Antonello Sanseverino, Principe di Salerno e Signore di Diano, con Costanza, figlia secondogenita di Federico da Montefeltro, Duca di Urbino.
Come avete fatto a mettere in moto una simile macchina del tempo?
Quando si progetta una rievocazione il segreto è il rigore storico dell’evento, dai costumi alle ambientazioni, dai vecchi mestieri agli alimenti da proporre. Il rischio di una carnevalata è molto alto, per cui ogni particolare deve essere curato nei minimi particolari a cominciare dai costumi per i quali sono stati redatti veri e propri “cataloghi” di modelli, stoffe, guarnizioni, scarpe ecc.
Quali sono state le principali difficoltà e/o quali le cose che ricorda con più orgoglio? Quali altre figure sono risultate preziose per il successo dell’evento?
La principale difficoltà è stata alle prime edizioni convincere i Teggianesi a indossare per tre giorni costumi medioevali, poi tutti si sono sentiti entusiasticamente coinvolti e in questo un ruolo determinante lo hanno sicuramente avuto tutti i soci della Pro Loco. L’orgoglio è dato dall’aver creato un evento cresciuto vertiginosamente fin dai primissimi anni e che ha registrato in qualche edizione più di cinquantamila visitatori.
La comunità teggianese è in debito con Lei? Cosa ha dato, a suo avviso, la manifestazione a Teggiano e viceversa?
Assolutamente no! Tutto l’impegno profuso in tutti gli anni della mia presidenza è dovuto al grande amore che sento per il mio paese. Teggiano ha ottenuto dalla vasta eco che questa manifestazione ha subito suscitato una straordinaria promozione turistica. Un altro aspetto molto positivo della Festa si è dimostrato la presa di coscienza degli stessi Teggianesi del grande valore artistico di tutto il Centro Storico. Notare nel corso delle varie edizioni che le decine di migliaia di partecipanti apprezzavano molto le bellezze artistiche di Teggiano, i suoi monumenti, le opere d’arte, le viuzze del centro Storico e le sue grandi piazze ha portato i Teggianesi a capire che chiese, statue, affreschi, oltre ad essere oggetti di culto erano anche pezzi d’arte che tutti apprezzavano e che andavano quindi custoditi e salvaguardati. Capire poi che a tanti piacevano le vecchie costruzioni in pietra e la scenografia del Centro Storico ha portato tutti a vedere la “vecchia edilizia” non più come un ammasso di case da rimodernare con facciate al quarzo e lucenti infissi in alluminio ma edifici da restaurare e valorizzare con interventi mirati alla salvaguardia della pietra a faccia-vista delle gronde in rame, delle coperture “alla romana” con coppi di terra cotta, degli infissi in legno, dei meravigliosi portali in pietra di Teggiano. Grazie a questa nuova coscienza per completare il restauro del Centro Storico il Comune ha provveduto alla sostituzione del vecchio asfalto con una pavimentazione in pietra di tutte le vie e le piazze del paese.
Il gruppo musicale “La Rossignol è stato insieme ad altri, uno dei più presenti nelle sere delle varie edizioni della Festa contribuendo, con le loro musiche, alla creazione, insieme ai costumi, alle scenografie alle ricostruzioni di vecchi mestieri e ambientazioni familiari del clima medioevale. Presente anche alla prima, durante la cena della vigilia, parlando di manifestazioni simili a cui il gruppo partecipava da anni, il capogruppo Domenico Baronio disse “se questa manifestazione prenderà piede, non potete avere idea di come vi trasformerà il territorio”. Credo sia stato vero!
C’è un’edizione che ha particolarmente a cuore? E quale secondo lei è tra le peggiori o è stata un autentico flop?
Ho a cuore tutte le edizioni perché ognuna è stata curata con lo stesso entusiasmo e con lo stesso grandissimo lavoro. Le meno belle, le prime due, perché riconosco col senno di poi che all’inizio qualche errore è stato commesso.
Tra le varie modifiche apportate nel corso delle varie edizioni (regia di M. Cinque, poi Enzo D’Arco; assalto al castello, sbandieratori autoctoni ecc.), quali applaude in particolar modo? Nel tempo è stata gestita al meglio?
Una manifestazione di questo genere si basa solo ed esclusivamente sullo spettacolo e sulle emozioni che riesce a suscitare. Forse la caratteristica principale della nostra “Festa Medioevale” è di aver fatto calare i partecipanti in un suggestivo ambiente medioevale costituito dai figuranti, dalle ricostruzioni, dagli spettacoli di giocolieri, dai musici, dai vicoli del centro storico, fino ad arrivare a spendere con i Ducati, i Tarì e i Tornesi appositamente coniati sulle vecchie monete medioevali. La sensazione di chiunque è sempre stata quella di essere ritornati indietro nei secoli. In questa ottica ogni proposta di nuovi spettacoli che contribuiscono a creare quel clima e non ne snaturi lo spirito originario né svilisca lo spirito entusiasta di tutti coloro che ad ogni titolo sono coinvolti, è valida. Se poi la manifestazione ancora suscita grande interesse vuol dire che è stata gestita al meglio.
Si può fare meglio? O l’evento ha raggiunto il suo apice e si autoalimenta?
Ogni cosa si può sempre migliorare. È evidente che migliorare sempre di più una cosa già tanto grande è difficile.
Che futuro vede per la manifestazione?
Purtroppo, non ho la sfera di cristallo. Mi auguro con tutto il cuore che continui con lo stesso splendore.
Vuole aggiungere qualcosa?
Vorrei ribadire che la principale ricaduta economica delle Festa Medioevale è stata, nel tempo, la promozione turistica. Teggiano ha, grazie alle sue innumerevoli Chiese e Conventi, il Castello dei Sanseverino, il Centro Storico, i Musei, il Palazzo Vescovile e il Seminario, una grandissima potenzialità turistica. Nei giorni della manifestazione i visitatori hanno potuto godere ed apprezzare tutti questi monumenti, peraltro offerti in una suggestiva veste medioevale valorizzati anche da particolare illuminazione, appositamente aperti e fruibili contemporaneamente.
Il favorevole ed entusiasta passa parola delle decine di migliaia di persone che hanno partecipato ha, negli anni, contribuito in larghissima parte, alla promozione turistica del Paese molto più che tutte le numerose campagne pubblicitarie attuate.
Nel corso della quindicesima edizione fu distribuito ai partecipanti un questionario di 15 domande, in cui, oltre alla provenienza, al mezzo di trasporto usato, a come erano venuti a sapere della Festa, si chiedeva se conoscessero prima il Centro Storico di Teggiano. Circa il 70% degli intervistati dichiarò che conoscevano Teggiano solo come posto geografico ma che, grazie alla manifestazione, avevano visitato il suo Centro Storico apprezzando moltissimo i bellissimi monumenti che custodiva.
Intervista a cura di Angela Cimino