Di Massimiliano De Paola
Il 18 aprile scorso a Sicignano degli Alburni si è parlato di PSR. Io ci sono andato. Il convegno è iniziato alle 19 e 30 e si è protratto fino ad ora tarda, ma ne è valsa la pena. E’ stato molto interessante e c’è stato anche dibattito.
Dopo i saluti del Sindaco di Sicignano degli Alburni – Dott. Ernesto Millerosa, sono intervenuti i Presidenti delle Comunità Montane Alburni – Dott. Pino Palmieri, Calore Salernitano – Dott. Angelo Rizzo, Tanagro-Alto e Medio Sele – Dott. Giovanni Caggiano ed il Presidente del GAL I sentieri del buon vivere – Dott. Rocco Falivena. Ha moderato il Presidente Uncem Campania – Prof. Vincenzo Luciano.
Il Prof. Giovanni Quaranta, prima ha lodato l’azione del Consigliere Franco Alfieri e successivamente ha raccontato un aneddoto per spiegare che “finalmente il settore agricolo, il settore più fragile dell’economia regionale, ha trovato un interlocutore importante.” “L’ho capito perché in un’assemblea dove davvero l’agricoltura non c’entrava niente” spiega il Prof. Quaranta, “tra i primi punti che De Luca ha citato nel suo impegno, tra l’altro prendendosi una responsabilità secondo me enorme, ha messo l’agricoltura.” Continuando Quaranta ha spiegato l’aneddoto “ha detto De Luca che questa amministrazione ha a disposizione 10 miliardi di euro che per una Regione come questa sono tantissimi soldi. Spetta a noi spenderli bene e rendere attiva questa Regione. Solo sul settore agricolo ci sono qualcosa come 2 miliardi di euro da spendere nei prossimi 4, 5 o 6 anni. Ma non è più il tempo di spendere i soldi solo per poterli rendicontare. Il PSR è uno strumento che nasce per il sostegno allo sviluppo rurale e anche i Comuni sono costretti ad attingere a queste risorse. Il PSR è finalizzato al ricambio generazionale. Le imprese agricole della Campania hanno un tasso di invecchiamento che in molti casi supera i 50 anni e talvolta supera anche i 60 e quindi ovviamente è meno portato a fare innovazione, è meno portato a fare aggregazione. Occorre una strategia, un progetto chiaro. Altre risorse vanno ricercate nei GAL. In conclusione sarà solo a noi la capacità di poter intercettare queste risorse avendo in mente 2 cose importanti: 1) il PSR non è la soluzione a tutti i problemi, guardiamoci intorno che ci sono tanti strumenti anche più ricchi da poter attivare; 2) tutto si può fare se abbiamo in mente una strategia e se questa strategia siamo capaci di condividerla e quindi le stesse imprese devono essere capaci di aggregarsi.”
Appena ha preso la parola, la Senatrice Angelica Saggese ci ha raccontato un episodio. “La scorsa settimana col Professore Quaranta abbiamo organizzato a San Gregorio Magno un incontro chiuso con un gruppo di allevatori con ragazzi che si occupano di zootecnia. Li abbiamo incontrati alcuni giorni fa per cercare di fare un momento di divulgazione, per dirgli che era un momento di opportunità, per dirgli che questo era il momento in cui potevano far crescere la loro impresa. Ci siamo accorti praticamente che avevano il terrore, erano spaventati da tutto quello che poteva accadere per il solo fatto che partecipavano ad un progetto di finanziamento. Terrorizzati dai controlli, terrorizzati dal fatto che poi avrebbero dovuto restituire i soldi, che dovevano fare dei documenti che non sarebbero stati mai capaci di fare, che praticamente non ci capivano nulla ed erano semplicemente terrorizzati dall’idea di fare qualsiasi cosa. Ci siamo accorti che c’era un’emergenza. Abbiamo capito che bisognava innanzitutto sgombrare il campo da questa sensazione che i ragazzi percepiscono. Abbiamo cercato di spiegare che la filiera istituzionale, la Pubblica Amministrazione, la Forestale, la Regione Campania, l’Asl, non sono contro di loro. Nessuno vuole creare un ostacolo alla crescita dell’impresa.”
In conclusione la Senatrice ha esortato la platea e giovani e meno giovani a non scoraggiarsi, perché le istituzioni sono al nostro servizio.
Le conclusioni sono state affidate al Consigliere Delegato all’agricoltura della Regione Campania Franco Alfieri, che ha esordito dicendo che “all’estero se non c’è il marchio di qualità non si va da nessuna parte. Come Regione Campania non solo abbiamo solo il 5% della produzione nazionale, ma di quel 5% soltanto un quinto è di marchio igp, dop, docg. L’86% delle esportazioni nazionali sono rappresentate da Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Friuli, tutte regioni del Nord, le altre 15 regioni si spartiscono il restante 14%.” Alfieri ha fatto prima l’esempio della Campania dove ci sono 400 cantine in cui nessuno utilizza il nome del vitigno. Poi ha spiegato cosa fanno nel resto d’Italia e ha fatto l’esempio del Consorzio Melinda composto da 4.000 produttori di mele che hanno meno di 1 ettaro di terreno per uno ma formano un Consorzio da 1 miliardo di euro. Ha fatto l’altro esempio del Parmigiano Reggiano, “là sono migliaia di aziende!” “Gli unici segnali positivi vengono dalla quarta gamma della Piana del Sele che fà 400 milioni di euro di fatturato, ma abbiamo problemi enormi di bonifiche.” “Stare insieme è importante – continua Alfieri – oggi una persona laureata in comunicazione se deve lavorare per l’azienda del Sindaco non lo può fare, ma se una persona laureata in comunicazione deve lavorare per 30 aziende che si mettono insieme probabilmente lo potrà fare. Le 30 aziende avranno bisogno di un commercialista. Le 30 aziende avranno bisogno di chi le tutela rispetto al marchio, al recupero crediti. L’agricoltura moderna è questa, ma tutto dipende da noi, è tutto nella nostra mente e quindi è un problema psicologico, tutto dipende dalle nostre capacità.” Franco Alfieri sottolinea che “nel 2050 saremo 9 miliardi di persone e il cibo non ci sarà per tutti. A livello mondiale la Cina è passata in pochi anni da un consumo di carne pro capite di 5 chili a un consumo di 55 chili. Ci saranno persone al mondo che acquisteranno cibo di qualità e il cibo di qualità nel mondo è domandato all’Italia. L’alta domanda di prodotti italiani la si può notare anche dall’alta falsificazione.”
In conclusione, con la passione che lo contraddistingue, Alfieri usa queste parole parlando alle persone e alle aziende che lo ascoltano in sala: “Io vi chiedo di mettervi insieme. Se un giovane si convince che restare nel proprio paese è un valore irrinunciabile, butta il sangue nel suo paese, tenta di fare di tutto, mette in croce il sindaco per aprire una nuova attività, va alla Camera di Commercio, viene alla Regione, ma non abbandona il suo paese. Possiamo anche andare via, forse è necessario farlo, ma siamo davvero convinti che abbiamo tentato tutto per non rimanere nel nostro paese? I nostri nonni sono usciti da una guerra, non avevano più niente, ma avevano la voglia e il coraggio. Chiedo ai giovani di trovare dentro di sé la forza e il coraggio che hanno avuto i nostri nonni!”