Il patrimonio edilizio italiano, è particolarmente datato ed insicuro: degli oltre 12.000.000 di immobili censiti dall’Agenzia delle entrate, infatti, il 18% è stato realizzato prima del 1919; il 12% tra il 1919 e il 1945; il 33% tra il 1946 e il 1971; il 18% tra il 1972 e il 1981 (nel 1974 è entrata in vigore la Legge n. 64); il 12% tra il 1982 e il 1991 (DM 20/11/1987), il 7% dal 1992 ad oggi (Dati Istat).
Il 75% circa del patrimonio edilizio italiano, tre immobili su quattro è stato costruito prima dell’entrata in vigore delle normative antisismiche e un’altra cospicua percentuale, il 63%, addirittura in assenza di qualsivoglia normativa tecnica.
Esiste un patrimonio edilizio, soprattutto nei centri storici (anche e soprattutto in zone ad alta e media sismicità) mai ritrovato, estremamente vetusto e sul quale non si è praticamente mai intervenuti per vincoli urbanistici, proprietà comuni, burocrazia, mancanza di risorse economiche: « Occorre una vera e seria politica di prevenzione che incentivi, come nel caso del Superbonus, anche l’investimento di capitali privati: una tale politica di prevenzione negli anni passati quantomeno ridotto la conta dei danni negli ultimi terremoti».
Il disegno di legge recante il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e il bilancio pluriennale per il triennio 2022–2024, approntato dal Consiglio dei ministeri, nelle parti attinenti alle principali detrazioni fiscali in materia di edilizia.
Nel comunicato emesso a margine del Consiglio, in tema di strumenti agevolativi per le ristrutturazioni, si legge che «Per quanto riguarda gli investimenti immobiliari privati, gli incentivi al 50% e al 65% e le relative maggiorazioni sono prorogati fino al 2024 alle medesime aliquote . Gli incentivi al 110% sono estesi al 2023 per i condomini e gli IACP, con riduzione al 70% nel 2024 ed al 65% nel 2025. Per le altre abitazioni, l’incentivo al 110% è esteso per il secondo semestre del 2022 per le abitazioni principali di persone fisiche con la previsione di un tetto Isee. Gli incentivi per le facciate sono confermati anche nel 2023 con una percentuale agevolata pari al 60%».
in un momento particolare al rilancio del comparto, permette la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e di riqualificazione energetica del nostro patrimonio edilizio».
Il patrimonio edilizio è particolarmente dato ed insicuro: degli oltre 12.000.000 di immobili censiti dall’Agenzia delle entrate, infatti, il 18% è stato realizzato prima del 1919; il 12% tra il 1919 e il 1945; il 33% tra il 1946 e il 1971; il 18% tra il 1972 e il 1981 (nel 1974 è entrata in vigore la Legge n. 64); il 12% tra il 1982 e il 1991 (DM 20/11/1987), il 7% dal 1992 ad oggi (Dati Istat).
Vale a dire che il 75% circa del patrimonio edilizio italiano, tre immobili su quattro, è stato costruito prima dell’entrata in vigore delle normative antisismiche e un’altra cospicua percentuale, il 63%, in assenza di qualsivoglia normativa tecnica. Fermare o limitare uno strumento che potrebbe concedere un diffuso processo di adeguamento, efficientamento e messa in sicurezza degli edifici per mere motivazioni contabili, equivale soltanto a differire ed aggravare il problema giacché, come ci insegnano le purtroppo frequenti notizie di cronaca, il tributo che si paga in termini di vite umane e di ricostruzione di paesi e città a seguito di calamità naturali è enormemente superiore all’irrisorio e illusorio risparmio di oggi».
Esiste un patrimonio edilizio, soprattutto nei centri storici (anche e soprattutto in zone ad alta e media sismicità) mai creato, esiste vetusto e sul quale non è praticamente mai intervenuti per vincoli urbanistici, proprietà comuni, burocrazia, mancanza di risorse economiche.
La proroga del Superbonus anche per gli edifici unifamiliari diventa importante, a qualsiasi da qualsiasi differenziazione o reddituale. Sicurezza antisismica, risparmio e riqualificazione energetica, recupero urbanistico, non possono essere in alcun modo legati a parametri come l’ISEE che, in altre situazioni hanno dato una mancanza in aderenza alla situazione sul “terreno”.
mantenere, pertanto, la detrazione al 110%, con un meccanismo “a scalare” dovrà essere fatto con molta oculatezza per evitare di ridurre troppo troppo la platea degli aventi diritto senza qualunque forma di differenziazione reddituale che, come si sa, in Italia è sempre molto complicare “equo”.
Sono oltre 12 miliardi di euro le risorse vincolate proprio ad investimenti sull’efficientamento e la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare che verranno dal PNRR.
Garantire il trend positivo sulle ristrutturazioni edilizie che al 30 settembre 2021, è un’assicurazione sul futuro del settore edilizio che dovrà, per necessità , assumere per poter rispondere alla domanda. Inoltre Il 32,3% degli investimenti legati al Superbonus, ha riguardato proprio interventi su edifici unifamiliari (23.654), e un ulteriore 20,1% (16.135) edifici funzionalmente indipendenti allo stesso tempo anche tutti gli interventi non trainati potranno alimentare la crescita massimizzando così gli effetti positivi sull’intera crescita economica del paese come dimostra il trend attuale, più della metà degli investimenti.