Gli ultimi dati ENEA, aggiornati al 31 ottobre scorso, confermano l’enorme valenza strategica del Superbonus 110% nelle strategie di rilancio economico del Paese, di riqualificazione e messa in sicurezza del patrimonio immobiliare e di contenimento del consumo energetico.
Ma il sistema della cessione dei crediti, soprattutto dopo il “blocco” nell’acquisizione deciso da alcuni operatori bancari e creditizi, è sull’orlo del collasso e potrebbe avere pesantissime conseguenze non solo sul comparto edile, ma sull’intero sistema economico.
“Ci sono quasi 40.000 imprese con i cassetti fiscali pieni, per i crediti acquisiti col Superbonus 110%, ma le casse vuote per le difficoltà che ancora si registrano nella cessione dopo le incomprensibili limitazioni imposti alla filiera. Si stima ci siano almeno 8 miliardi di euro a cassetto ancora da cedere. Senza un intervento incisivo e risolutivo dello Stato, soprattutto attraverso l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti che potrebbe acquisire tali crediti incagliati nella filiera, si rischia il tracollo. Le conseguenze potrebbero davvero essere pesantissime: non solo per l’edilizia, ma per l’intero sistema economico”.
Intanto gli ultimi dati ENEA confermano che il Superbonus 110% funziona, ha mobilitato importanti investimenti ed ha prodotto benefici effetti sulla filiera edile, sull’economia nazionale e sull’occupazione.
Fino alla fine di ottobre le asseverazioni in Italia sono state 326.819 con investimenti ammessi a detrazione che hanno superato i 55 miliardi di euro (per la precisione 55.025.068.368,87), dei quali quasi il 70% (69,7%) già conclusi.
Il dato nazionale registra l’enorme appeal del Superbonus 110% soprattutto per i condomini (67,8% dei lavori realizzati, pari al 43,8% degli investimenti ammessi). Il 39,4% degli investimenti ammessi a detrazione, pari a 21,6 miliardi, ha interessato invece edifici unifamiliari, mentre il residuo 16,8% le unità immobiliari funzionalmente indipendenti.
L’investimento medio nei condomini è stato di quasi 600 mila euro (594.415,01), quello degli edifici unifamiliari di 113.467,37 euro, mentre per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti, l’investimento medio è stato di poco superiore ai 97 mila euro (97.067,37).
La Campania registra un leggero ritardo rispetto al trend nazionale per i lavori completati, che si assestano al 61,7%, 8 punti in meno della media nazionale. Gli investimenti ammessi a detrazione hanno superato i 4 miliardi di euro (4.152.457.268).
Le asseverazioni sono state quasi 20 mila (19.387), con un peso specifico più rilevante per i condomini (54,3%, ben 11 punti più della media nazionale), e più marginale per edifici unifamiliari (37,1%, oltre 2 punti in meno del dato medio nazionale) e soprattutto unità immobiliari funzionalmente indipendenti (8,5%: quasi la metà della media nazionale).
Positivi e confortanti invece i dati relativi agli investimenti, sensibilmente superiori alla media nazionale (anche per il patrimonio immobiliare complessivamente più vetusto ed energivoro, necessitante quindi di lavori più complessi ed onerosi). L’investimento medio nei condomini è stato di 637.401,57, oltre 40 mila euro più del dato medio nazionale; stesso trend per gli edifici unifamiliari (investimento medio: 123.234, oltre diecimila euro più della media-Italia) e per le U.I. funzionalmente indipendenti (106.180 euro di investimento medio, quasi 10 mila più della media nazionale).
“I numeri confermano la valenza strategica del Superbonus per il rilancio dell’edilizia, dell’economia in genere e per la riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente” commenta il presidente di Federcepicostruzioni Antonio Lombardi. “I dati sono tanto più confortanti nonostante le gravi ed incomprensibili difficoltà evidenziate e l’onerosità nei meccanismi di cessione del credito. È necessario quindi un intervento dello Stato che consenta di rendere liquidi i crediti accumulati dalle imprese, e incagliati per le difficoltà nella cessione. Occorre anche favorire l’accesso al credito da parte delle famiglie, con mutui specifici agevolati, soprattutto per i meno abbienti. È un obiettivo di enorme valenza strategica non solo per il comparto dell’edilizia, ma per l’economia tutta del nostro Paese, che sta traendo linfa vitale da questi interventi di ristrutturazione”.
Il presidente di Federcepicostruzioni ricorda anche la valenza strategica di queste misure rispetto agli impegni assunti dal nostro Paese con il Pnrr. “L’Italia – spiega il presidente Lombardi – ha assunto l’impegno di efficientare 50.000 edifici l’anno, per una superficie di oltre 20 milioni di mq. La Componente 3 della Misura 2 del Pnrr in particolare ha come obiettivi specifici proprio l’aumento dell’efficientamento energetico del parco immobiliare pubblico e privato, lo stimolo agli investimenti locali, la creazione di posti di lavoro. Il Pnrr prevede interventi di efficientamento energetico anche per edifici giudiziari e scolastici. Sono quindi obiettivi prioritari e strategici per ridurre al minimo i consumi energetici e mettere in sicurezza un patrimonio edilizio particolarmente vetusto, insicuro ed energivoro”.
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